L’adozione dell’atto delegato riguardante il ruolo del nucleare e del gas naturale nella transizione energetica UE è stata posticipata al 21 gennaio “per dare più tempo agli Stati membri ed esperti di analizzare il testo”, come affermato dal portavoce della Commissione europea Eric Mamer.
Le consultazioni sulla bozza del testo dell’atto delegato complementare sulla tassonomia che copre determinate attività nel settore nucleare e del gas era stata avviata dalla Commissione Europea con il gruppo di esperti degli Stati membri sulla finanza sostenibile e con la piattaforma sulla finanza sostenibile a inizio gennaio e la conclusione era prevista per il 12 gennaio.
La tassonomia dell’UE guida e mobilita gli investimenti privati nelle attività che sono necessarie per raggiungere la neutralità climatica nei prossimi 30 anni. Attualmente il mix energetico varia da uno Stato membro all’altro e alcune zone dell’Europa dipendono ancora fortemente dal carbone ad alte emissioni di carbonio. La tassonomia stabilisce le attività nel campo dell’energia che consentono agli Stati membri di raggiungere la neutralità climatica partendo da posizioni diverse.
Tenuto conto dei pareri scientifici e dell’evoluzione tecnologica, così come della diversità delle sfide che la transizione pone agli Stati membri, la Commissione ritiene che il gas naturale e il nucleare trovino posto come fonti di energia che facilitano la transizione verso un futuro basato prevalentemente sulle rinnovabili. La loro classificazione nella tassonomia sarebbe subordinata a condizioni chiare e rigorose (ad esempio, il gas deve provenire da fonti rinnovabili o produrre basse emissioni entro il 2035), considerando in particolare il loro contributo alla transizione verso la neutralità climatica.
Dall’avvio delle consultazioni, i Paesi membri dell’Unione Europea però non sono riusciti a giungere a un accordo in merito alla classificazione delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili. E dunque sui finanziamenti che ad esse verranno concessi nel corso dei prossimi anni.
Se per la Francia, infatti, “è essenziale che il nucleare figuri nella tassonomia UE” – come affermato dal ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire – (posizione attesa, considerando le 58 centrali, molte di vecchia generazione, del Paese, che è il primo produttore di energia nucleare della Ue (37%) e con essa copre il 75% del proprio fabbisogno energetico), nella coalizione di governo tedesca ci sono posizioni non allineate e sembra che a spuntarla siano stati i “verdi”. Dopo il “chiaro no all’inclusione dell’energia nucleare nella tassonomia” della ministra dell’Ambiente tedesca Steffi Lemke, il cancelliere Olaf Scholz aveva invece fatto capire che non intendeva andare allo scontro con la Francia, anche se le ultime dichiarazioni della Lemke ribadiscono la contrarietà a considerare sostenibile l’energia proveniente dall’atomo.
Prossime tappe
Al termine delle consultazioni, la Commissione esaminerà i contributi e adotterà formalmente l’atto delegato complementare. L’atto delegato sarà poi trasmesso ai colegislatori: come per il primo atto delegato sugli aspetti climatici della tassonomia UE, il Parlamento europeo e il Consiglio (che hanno delegato alla Commissione il potere di adottarlo), disporranno di quattro mesi per controllare il testo ed eventualmente sollevare obiezioni.
Potranno avvalersi di altri due mesi, previsti dal regolamento Tassonomia, per prolungare il periodo di controllo. Il Consiglio avrà il diritto di opporsi all’atto delegato con voto a maggioranza qualificata rafforzata inversa (il che significa che dovrà essere contrario almeno il 72 % degli Stati membri, cioè 20 Stati membri, che rappresenta almeno il 65 % della popolazione dell’UE) e il Parlamento europeo con voto a maggioranza della plenaria (vale a dire almeno 353 deputati).
Una volta terminato il periodo di controllo e supponendo che nessuno dei colegislatori sollevi obiezioni, l’atto delegato (complementare) entrerà in vigore e si applicherà.