Ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde portando al 45% le rinnovabili entro il 2030: questo è lo scopo di RePowerEU, l’ambizioso piano energetico presentato dalla Commissione europea.
A inizio marzo, infatti, la Commissione aveva proposto uno schema per porre fine alla dipendenza dell’UE dal gas e dal petrolio russo e al contempo affrontare la crisi climatica, a cui aveva fatto seguito la richiesta da parte dei leader europei di presentare una proposta più dettagliata. La convinzione alla base è che agendo unita, l’Europa può raggiungere più rapidamente gli obiettivi riguardanti l’indipendenza da fonti energetiche esterne all’UE e la decarbonizzazione.
Le misure del piano REPowerEU provano a rispondere a queste ambizioni, attraverso il risparmio energetico, la diversificazione delle forniture energetiche e l’accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili al posto dei combustibili fossili per le abitazioni, l’industria e la produzione energetica.
Indice
Risparmiare energia
La Commissione ha evidenziato nel piano come il risparmio energetico sia il modo più rapido ed economico per affrontare l’attuale crisi energetica e ridurre il costo delle bollette. Pertanto, ha proposto di rafforzare le misure di efficienza energetica a lungo termine, compreso un aumento dal 9% al 13% dell’obiettivo vincolante di efficienza energetica (Energy Efficiency Target) nell’ambito del pacchetto “Fit for 55” del Green Deal.
Risparmiare energia ora aiuterà a prepararsi alle potenziali sfide del prossimo inverno, secondo quanto ha ribadito la Commissione nella nota di presentazione del piano, la quale ha al contempo pubblicato una comunicazione (EU Save Energy Communication) che specifica alcuni comportamenti attuabili a breve termine che potrebbero ridurre la domanda di gas e petrolio del 5%, comprendendo anche suggerimenti per le città, le regioni e le autorità nazionali nel settore dei trasporti.
In particolare, nel documento la Commissione incoraggia gli Stati membri ad avviare campagne di comunicazione specifiche rivolte alle famiglie e alle industrie e, ove possibile, a utilizzare misure fiscali per favorire il risparmio energetico, quali per esempio la riduzione delle aliquote IVA sui sistemi di riscaldamento, sugli elettrodomestici e sui prodotti che garantiscano alta efficienza energetica.
Inoltre, la Commissione ha definito anche misure di emergenza in caso di gravi interruzioni dell’approvvigionamento e fornirà orientamenti sui criteri di priorità per i clienti.
Diversificare le forniture
Con la crisi energetica e la consapevolezza dell’estrema dipendenza, soprattutto per alcuni paesi come l’Italia, da unico fornitore di gas, ovvero la Russia, da diversi mesi l’UE ha messo in campo nuove partnership internazionali per diversificare le forniture. Con il RePowerUE è ufficialmente adottata la EU External Energy Strategy, che faciliterà la diversificazione energetica e la creazione di partenariati a lungo termine con i fornitori e consentirà acquisti di gas, GNL e idrogeno basati sulla domanda energetica comune degli Stati europei, ottimizzando l’uso delle infrastrutture e coordinando le richieste.
In linea con il Global Gateway, strategia europea per promuovere connessioni intelligenti, pulite e sicure nei settori digitale, energetico e dei trasporti e per rafforzare i sistemi sanitari, di istruzione e di ricerca, RePoweEU dà priorità all’impegno dell’UE per una transizione energetica verde e giusta, aumentando il risparmio e l’efficienza energetica per ridurre la pressione sui prezzi, promuovendo lo sviluppo delle energie rinnovabili e dell’idrogeno.
Come passo successivo, e replicando l’ambizione del programma comune di acquisto di vaccini, la Commissione prenderà in considerazione lo sviluppo di un “meccanismo di acquisto congiunto” (joint purchasing mechanism) che permetterà di negoziare e stipulare contratti di acquisto di gas per conto degli Stati membri partecipanti.
Accelerare la diffusione delle energie rinnovabili
La Commissione ha proposto di aumentare l’obiettivo del 40% di rinnovabili nel mix energetico dell’UE nell’ambito del pacchetto “Fit for 55”, innalzandolo al 45% entro il 2030. Per sostenere questa ambizione, la Commissione ha inoltre previsto: una strategia solare dell’UE specifica per raddoppiare la capacità fotovoltaica entro il 2025 e installare 600 GW entro il 2030; l’obbligo di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e commerciali, entro il 2025, e sui nuovi edifici residenziali entro il 2029; misure per integrare l’energia geotermica e solare nei sistemi di riscaldamento urbano e municipale.
La Commissione si è inoltre raccomandata con gli Stati di mettere sul tavolo e affrontare i problemi relativi alla lentezza e alla complessità delle autorizzazioni per i progetti delle energie rinnovabili e ha proposto un emendamento mirato alla Direttiva sulle energie rinnovabili per riconoscere le energie rinnovabili come interesse pubblico prevalente. Gli Stati membri sono pertanto chiamati a creare aree dedicate alle energie rinnovabili nelle zone a minor rischio ambientale attraverso processi di autorizzazione più brevi e semplificati; per aiutare a identificare rapidamente le zone optabili, la Commissione metterà a disposizione dati sulle aree sensibili dal punto di vista ambientale.
Inoltre, per sostituire il gas naturale, il carbone e il petrolio nelle industrie e nei settori dei trasporti difficili da decarbonizzare, la Commissione ha fissato l’obiettivo di raggiungere i 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno verde e 10 milioni di tonnellate di importazioni entro il 2030 e al contempo, in cantiere vi sono due atti delegati sulla definizione e la produzione di idrogeno per garantire che la produzione porti veramente alla decarbonizzazione auspicata. Per accelerare i progetti sull’idrogeno, sono stati stanziati ulteriori finanziamenti di 200 milioni di euro per la ricerca.
Infine, per quanto riguarda il piano d’azione sul biometano, la Commissione ha proposto un’alleanza industriale e incentivi finanziari per aumentare la produzione a 35 bcm entro il 2030, anche attraverso la Politica Agricola Comune (PAC).
Gli investimenti necessari
La realizzazione degli obiettivi di REPowerEU richiede un investimento aggiuntivo di 210 miliardi di euro da qui al 2027. Secondo quanto riportato dal piano, la riduzione delle importazioni russe di combustibili fossili può far risparmiare quasi 100 miliardi di euro all’anno.
Per sostenere REPowerEU sono già disponibili 225 miliardi di euro in prestiti nell’ambito del RRF (Recovery and Resilience Facility), il fondo che offre un sostegno finanziario su larga scala per riforme e investimenti intrapresi dagli Stati membri, allo scopo di attenuare l’impatto a livello sociale ed economico della pandemia da coronavirus e di rendere le economie dell’UE più sostenibili, resilienti e meglio preparate per le sfide poste dalle transizioni verde e digitale.
La Commissione ha proposto di aumentare la dotazione finanziaria dell’RRF con 20 miliardi di euro di sovvenzioni provenienti dalla vendita di quote del sistema di scambio di emissioni dell’UE (ETS) attualmente detenute nella riserva di stabilità (Market Stability Reserve), da mettere all’asta in modo da non perturbare il mercato. In questo modo, il sistema ETS non solo contribuisce a incentivare la riduzione delle emissioni e dell’uso di combustibili fossili, ma raccoglie anche i fondi necessari per raggiungere l’indipendenza energetica.
Nell’ambito dell’attuale QFP (Quadro Finanziario Pluriennale), è già previsto che siano sostenuti progetti di decarbonizzazione e transizione verde con un massimo di 100 miliardi di euro, investendo in energie rinnovabili, idrogeno e infrastrutture. Inoltre, altri 26,9 miliardi di euro provenienti da tali fondi potrebbero essere resi disponibili come trasferimenti volontari al RRF, e allo stesso modo, altri 7,5 miliardi di euro provenienti dalla Politica agricola comune. Inoltre, in autunno la Commissione raddoppierà i fondi disponibili per il bando 2022 del Fondo per l’innovazione, portandoli a circa 3 miliardi di euro.
Infine, la Commissione ha fatto presente che oltre alle reti transeuropee dell’energia (TEN-E), sono necessarie altre infrastrutture per il gas, stimate in circa 10 miliardi di euro di investimenti anche per compensare l’assenza futura delle importazioni del gas russo. Il Connecting Europe Facility sosterrà i nuovi progetti e la Commissione ha lanciato un invito a presentare proposte con un budget di 800 milioni di euro, a cui ne seguirà un altro all’inizio dell’anno prossimo.