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Ghiacciai

Crollo Marmolada, il cambiamento climatico è qui

Gli impatti del cambiamento climatico sono già qui e non è più così difficile osservarli. Questo ci racconta il terribile crollo del blocco di ghiaccio della Marmolada che, staccatosi ieri, ha percorso circa 500 metri, con una velocità stimata dai tecnici pari a 300 km l’ora, e ha travolto più cordate di escursionisti che stavano salendo in vetta. Il bilancio provvisorio al momento è di 6 morti, 8 feriti e una ventina di dispersi.

“Possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l’inverno scorso c’è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali” ha rilevato Renato Colucci, Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), in una nota diffusa dal Cnr, “Il caldo estremo di questi ultimi giorni ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo”. Nella zona, lo zero termico è stato registrato solo oltre i 4000 metri e ieri è stata registrata la temperatura record di 10,3 gradi, con la minima che la scorsa notte è rimasta sempre sopra i 5 gradi.

Secondo gli esperti non ci sono ancora le condizioni per capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante e soprattutto preoccupa che le condizioni climatiche favoriscano avvenimenti simili anche altrove.L’atmosfera e il clima, soprattutto al di sopra dei 3500 metri di quota, è in totale disequilibrio”, ha proseguito Colucci, “e purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni”.

È questa un’altra faccia dei numerosi impatti del cambiamento climatico che si stanno verificando negli ultimi tempi in Italia. Si pensi all’emergenza siccità che stiamo vivendo in questi giorni o alle ondate di calore in città. Negli ultimi anni i ghiacciai globali, e quindi anche quelli delle montagne alpine e appenniniche, si stanno ritraendo a una velocità molto elevata. Secondo degli studi condotti dall’Università di Padova, negli ultimi 70 anni il ghiacciaio della Marmolada ha perso oltre l’80% del suo volume e la sua superficie è passata dai circa 500 ettari stimati nel 1888 a 123 ettari nel 2018. A un’intervista a Il resto del Carlino, Il professor Massimo Frezzotti dell’Università Roma, ha pronosticato che, considerando il trend di ritiro del fronte glaciale degli ultimi tre anni che è stato di circa 9 ettari l’anno, “buona parte del ghiacciaio potrebbe scomparire già nel 2031-2033. Diciamo che quel ghiacciaio scomparirà tra il 2030 e il 2050 e questo vale per tutti i ghiacciai alpini al di sotto dei tremila metri”.

D’altronde sugli Appenini, da mesi gli esperti hanno annunciato la possibile imminente estinzione del ghiacciaio più meridionale d’Europa, il Calderone sul Gran Sasso a 2600 metri, già declassato in realtà negli scorsi anni da ghiacciaio a glacionevato perché ha perso il movimento verso valle dei ghiacciai, che accumulano massa nella parte più alta e la trasferiscono a valle, ed è ormai fermo oltre che frammentato in due porzioni dal 2000.

Non è una questione ambientalista

L’aumento delle temperature medie globali degli ultimi anni sta determinando lo squilibrio del clima e porta con sè sempre più situazioni emergenziali da affrontare. La tragedia della Marmolada di ieri evidenzia come gli impatti del cambiamento climatico sui ghiacciai e sull’ambiente montano non siano solo una questione ambientalista bensì hanno un impatto sugli esseri umani in primis.

Il ritiro dei fronti glaciali e il pericolo di estinzione delle masse glaciali ci riguarda da vicino. I ghiacciai sono infatti tra le fonti principali di acqua dolce necessaria per la sopravvivenza della specie umana. Inoltre, essendo chiare, le superfici di ghiaccio hanno la capacità di riflettere le radiazioni solari (effetto albedo) e quindi di contribuire ad avere una temperatura media globale inferiore.