Sono 484 le aziende, attive in 45 Paesi e operanti in 11 settori differenti con una capitalizzazione di mercato pari a 16.000 miliardi di dollari, che sono state incluse nel Bloomberg Gender Index 2023 (GEI). Tra queste, 20 sono italiane: A2A, Acea, Banco BPM, Banca Mediolanum, Enel, Eni, Erg, Hera, Iberdrola, Inwit, Intesa Sanpaolo, Iren, Leonardo, Mediobanca, Poste Italiane, Saipem, Snam, Tim, Terna, Unicredit.
Nel complesso, sono state valutate 600 società (11% in più rispetto all’anno scorso) ciascuna delle quali ha risposto a 70 domande in ambito social. Le oltre 400 aziende rientrate nell’indice sono quelle che hanno mostrato le performance migliori sia in termini di divulgazione che di risultati nelle seguenti aree: politiche e cultura aziendale inclusive, rappresentanza di genere e parità di retribuzione, opportunità di sviluppo delle pipeline, ruoli e percorsi di carriera delle donne.
Nel dettaglio, i membri del GEI sono valutati in base a cinque pilastri fondamentali: leadership e pipeline di talenti, parità di retribuzione e di genere, cultura inclusiva, politiche contro le molestie sessuali e percezione esterna del brand. Vi sono poi altre alcune domande, definite “esplorative” riguardanti altre tematiche sociali non strettamente legate alla parità di genere quali l’orientamento sessuale, l’etnia, i benefit dei dipendenti e l’identità di genere.
“Quest’anno, la divulgazione dei membri del GEI sulle tematiche riguardanti le domande esplorative ha raggiunto un punteggio medio del 92%, dimostrando l’interesse collettivo ad andare oltre le metriche di inclusione di genere”, ha dichiarato Patricia Torres, Global Head e Sustainable Finance Solutions di Bloomberg. “Il GEI continua a identificare le aree di impatto per le aziende, aiutando a facilitare un cambiamento significativo che, in ultima analisi, contribuirà ad aumentare l’innovazione, la creatività e le performance.”
Delle 484 aziende incluse nell’indice, 41 (8%) hanno un CEO donna e 50 una donna nel ruolo di presidente. Dall’analisi di Bloomberg su tali società è emerso che le aziende guidate da donne hanno una maggiore rappresentanza femminile a tutti i livelli. In particolare, quelle con una rappresentanza femminile superiore al 30% nel consiglio di amministrazione hanno, in media, il 27% di donne dirigenti all’interno dell’azienda, rispetto al 20% di donne dirigenti nelle aziende con meno del 30% di donne nel consiglio di amministrazione.
In generale, comunque, i membri dell’indice stanno assumendo più donne rispetto a quante ne stanno perdendo, e l’86% ha dichiarato di avere delle strategie di assunzione al riguardo. Dall’analisi emerge inoltre che il 70% ha condotto un audit sulla parità di genere, il 60 % ha pubblicato statistiche riguardanti le differenze di retribuzione tra i sessi e il 73% ha reso noti i dati riguardanti i compensi, evidenziato un’accresciuta trasparenza sul tema.
Indice
Responsabilizzare la leadership
Un altro tema tra le aziende incluse è l’integrazione delle politiche di diversità nelle valutazioni del board. Quest’anno, il 64% dei membri del GEI ha implementato gli obiettivi di diversità e inclusione per i dirigenti nelle valutazioni delle performance, con un aumento di 8 punti percentuali rispetto all’anno scorso. Inoltre, l’86% delle aziende incluse nell’indice offre corsi di formazione sui pregiudizi inconsci (bias) nelle tematiche di genere, e il 74% di queste aziende ha monitorato il completamento dei corsi da parte dei manager.
Oltre l’ambiente aziendale interno: l’impatto sulle comunità
L’analisi di Bloomberg delle società appartenenti al GEI 2023 ha messo in luce come tutta la comunità su cui un’impresa agisce possa trarre vantaggio dalle politiche aziendali inclusive.
Il 52% delle aziende ha infatti dichiarato di sponsorizzare un programma di educazione sanitaria per le donne della comunità, mentre il 74% un programma di formazione STEM e il 63% un programma di educazione finanziaria per le stesse.
Inoltre, il 57% ha politiche di diversità dei fornitori per includere aziende fornitrici di proprietà femminile e il 44 % ha dichiarato di vagliare i set di dati di apprendimento automatico per individuare i pregiudizi intrinseci (bias) di genere.
“La diversità di genere non è un’opzione ma un elemento indispensabile, una questione di uguaglianza”, ha dichiarato Kim Sung-tae, CEO della Industrial Bank of Korea. ” sarà la forza trainante dello sviluppo sostenibile “.
Le italiane incluse nel Bloomberg Gender Index 2023
A2A
Per il terzo anno consecutivo A2A è tra le 484 imprese globali comprese nel Gender Equality Index (GEI) di Bloomberg. Il gruppo ha ottenuto un punteggio di 81,69 su un massimo di 100 con un incremento di 15.15 punti percentuali rispetto all’anno precedente nei cinque pilastri oggetto di analisi (Leadership & Talent Pipeline, Equal Pay & Gender Pay Parity, Inclusive Culture, Anti-Sexual Harassment Policies, External Brand).
La società, guidata dall’amministratore delegato Renato Mazzoncini, ha anche visto confermato il punteggio massimo (100/100) nella valutazione sulla trasparenza della disclosure.
Inwit
Inwit è stata confermata per il secondo anno consecutivo nel Bloomberg Gender-Equality Index (GEI) con il miglioramento del proprio punteggio. La conferma premia le sfide ESG intraprese da INWIT in particolare sulla disclosure e sulla politica di una cultura inclusiva.
“La conferma dell’inclusione nel Bloomberg Gender Equality Index rafforza la validità del percorso di trasformazione verso un modello di business sostenibile e inclusivo, in cui la passione per le persone è al centro di ogni nostra iniziativa” ha sottolineato Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit, “Continueremo a lavorare in questa direzione, consapevoli che un ambiente aziendale che rispetti ed includa le diversità sia in grado di generare valore per l’azienda e il territorio dove opera.”
Hera
Hera è stata riconfermata per il quarto anno consecutivo nel Bloomberg Gender-Equality Index, che analizza le prestazioni delle aziende impegnate nel sostenere l’uguaglianza di genere, attraverso lo sviluppo di politiche attive dedicate e la trasparenza nella divulgazione delle informazioni.
Il gruppo ha mantenuto i propri risultati in tutti gli ambiti di analisi, a livello quantitativo e qualitativo, con un punteggio complessivo di 80,1%, distinguendosi in particolare per la parità retributiva, la cultura inclusiva e la prevenzione delle molestie.
Un risultato importante che conferma la volontà del Gruppo Hera di continuare a mettere a valore l’unicità delle persone in un contesto lavorativo fortemente esposto al cambiamento, impegnandosi costantemente per la promozione e la creazione di luoghi di lavoro equi ed inclusivi, grazie allo sviluppo di politiche e progetti dedicati. Un percorso che arriva da lontano e si è arricchito nel tempo, a partire dalla sottoscrizione nel 2009 della Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro e dall’introduzione dal 2011 della figura del Diversity Manager che si impegna a favorire la valorizzazione delle diversità dentro e fuori l’impresa, con iniziative di sensibilizzazione dedicate.
Leonardo
Leonardo è stata inclusa per il terzo anno consecutivo nel Bloomberg Gender-Equality Index (GEI) ed è tra le poche società dell’Aerospazio e Difesa incluse nell’indice. La società si è distinta per la trasparenza nella comunicazione delle informazioni richieste ottenendo il massimo punteggio, e si è posizionata al di sopra della media settoriale e globale per parità salariale tra i generi, politiche contro le molestie sessuali e riconoscibilità del brand come “brand” a favore delle donne.
“La conferma di Leonardo nel Gender-Equality Index di Bloomberg per il terzo anno consecutivo è un ulteriore importante riconoscimento del nostro impegno per la creazione di un ambiente di lavoro inclusivo. Uguaglianza di genere ed empowerment femminile sono fattori cruciali per la capacità di competere, attrarre talenti e valorizzare le persone. Per questo, rappresentano obiettivi prioritari e sono parte integrante della visione strategica di Leonardo” ha commentato Alessandro Profumo, CEO di Leonardo.
Enel
Enel è stata confermata per il quarto anno consecutivo nel Bloomberg Gender-Equality Index (GEI) assieme ad Endesa ed Enel Chile, società controllate di Enel, anch’esse confermate nell’indice.
“Profondamente radicati nel nostro modello di business, questi principi promuovono l’innovazione e valori sostenibili che contribuiscono a creare un futuro migliore” ha dichiarato Guido Stratta, Direttore People and Organization di Enel, “Dare priorità alla parità di genere e all’inclusione è un’opportunità per sostenere l’impegno delle persone e far fiorire la creatività e la passione, coerentemente con i valori aziendali”.
Enel si è distinta nel GEI di Bloomberg per le sue politiche di promozione della presenza delle donne nel Consiglio di Amministrazione, nelle posizioni manageriali e nelle nuove assunzioni, per il contributo dato alla parità di retribuzione e alla definizione di benefici sociali e di soluzioni di equilibrio tra vita privata e vita professionale per tutti i suoi dipendenti. Inoltre, nell’edizione di quest’anno, in linea con la precedente valutazione, è stato espressamente riconosciuto l’impegno di Enel nella prevenzione delle molestie sessuali sul luogo di lavoro. Le migliori prassi innovative realizzate sulla diversità di genere hanno consentito a Enel di raggiungere un livello di performance complessivo del 11% superiore al punteggio medio delle altre imprese incluse nell’indice.
Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo è stata inserita per il sesto anno consecutivo nel Bloomberg Gender-Equality Index (GEI) 2023, con un punteggio superiore a 87 su 100.
Il posizionamento è il risultato dell’impegno ESG di Intesa Sanpaolo in termini di Diversity & Inclusion che ha l’obiettivo di favorire la cultura dell’inclusione, incentivare il rispetto, la meritocrazia e il valore della diversità per tutte le persone del gruppo. A questo si aggiungono le iniziative per il sostegno alle donne, alle famiglie e all’imprenditoria femminile. La banca ha inoltre aderito ai Women’s Empowerment Principles promossi dall’Onu, ha sottoscritto la Carta ABI “Donne in banca” e ha una consolidata collaborazione con la Fondazione Marisa Bellisario, Fondazione Ortygia e le associazioni Valore D e Parks – Liberi e uguali.