Investire nella parità di genere all’interno delle imprese è innanzitutto un elemento strategico per migliorare le performance aziendali. È questo il messaggio che è stato lanciato dal network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGCN Italia), durante Ring the Bell for Gender Equality, l’annuale evento che si è svolto alla Borsa di Milano. In questa occasione, UNGCN Italia ha rilanciato la campagna globale Forward Faster – Gender Equality, per invitare le aziende a impegnarsi in azioni concrete per garantire la piena rappresentanza femminile nel mondo del lavoro e la parità salariale entro il 2030.
Ring the Bell for Gender Equality è il tradizionale appuntamento con cui, in occasione della Giornata Internazionale delle Donne, oltre 100 Borse in tutto il mondo dedicano l’apertura dei mercati finanziari al tema della parità di genere e della valorizzazione dei talenti femminili. La cerimonia-evento, che quest’anno celebra la sua decima edizione, è promossa in Italia da UN Global Compact Network Italia con Euronext e Women in ETFs.
I dati attuali
I dati di UN Global Compact rivelano che in media, in vari Paesi, il PIL pro capite a lungo termine sarebbe quasi il 20% più alto se si colmassero i divari occupazionali di genere. Inoltre, quando i consigli di amministrazione sono bilanciati sul piano del genere, le imprese hanno il 20% in più di probabilità di ottenere risultati aziendali migliori. La gender equality sul luogo di lavoro può aiutare a sbloccare oltre 12 trilioni di dollari di nuovo valore di mercato legato agli SDGs.
Questi numeri dimostrano come l’inclusione femminile nel mondo del lavoro sia, prima di tutto, un’opportunità per il settore privato. In questo contesto, Global Compact delle Nazioni Unite propone la campagna Forward Faster – Gender Equality, una call alle aziende di tutto il mondo per assumere un nuovo e ancora più ambizioso impegno sul Sustainable Development Goal 5(SGD5), dedicato alla parità di genere e declinato nei target Rappresentanza paritaria entro il 2030 e Parità di retribuzione per lavoro di pari valore entro il 2030. Attualmente, sono oltre 800 le aziende al livello globale che hanno sottoscritto almeno uno dei due target connessi all’SDG5, di cui più di 20 sono localizzate in Italia.
Secondo il Global Gender Gap Index 2024 del World Economic Forum, il divario retributivo di genere persiste e, senza interventi strutturali, l’azzeramento del gap economico tra uomini e donne è proiettato a oltre 150 anni. Nella riduzione delle disparità di genere, lo studio del WEF ha posizionato l’Italia all’87° posto nel mondo, segnando una perdita di otto posizioni rispetto al 2023. Al livello europeo, il Gender Equality Index 2024 dell’European Institute for Gender Equality conferma che l’Italia occupa l’ultimo posto tra gli Stati membri per la parità di genere nel lavoro. Il Rendiconto di Genere 2024 di INPS evidenzia inoltre che il tasso di occupazione femminile è a pari al 52,5% contro il 70,5% maschile e solo il 21,1% delle donne occupa un ruolo dirigenziale.
“Nonostante questi dati, il settore privato italiano sta dimostrando una crescente attenzione al tema” ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director dell’UN Global Compact Network Italia. “In poco più di due anni oltre 16.000 aziende hanno ottenuto la certificazione UNI/PdR 125, che sta dando quindi un forte impulso all’inclusione e alla valorizzazione dei talenti femminili. Una spinta ulteriore arriverà sicuramente Direttiva UE 2023/970, che introduce nuovi obblighi per le aziende europee, al fine di garantire la parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore. La Direttiva impone alle imprese di adottare misure correttive qualora il divario salariale superi il 5%, rafforzando così i meccanismi di trasparenza retributiva e responsabilizzazione. Gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno recepire la normativa entro giugno 2026”.