Nel complesso, ritengo che la COP28 sia stata un successo sotto molti aspetti. La presidenza ha mostrato determinazione e ambizione nell’affrontare per la prima volta il tema dei combustibili fossili nel testo finale e nell’ottenere risultati che mirano a mantenere la rotta verso l’obiettivo di 1,5°C. Se questo sarà realmente possibile, dipenderà dal “dopo COP28” e da come gli impegni si tradurranno in azioni e politiche vincolanti. Solo un picco e un’inversione di tendenza nelle emissioni dimostreranno che si sta agendo in modo credibile. Tuttavia, per essere in linea con l’obiettivo di 1,5°C, dobbiamo ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 (rispetto al 2019) e una valutazione iniziale degli impegni assunti dalla Commissione per la Transizione Energetica suggerisce che, anche se gli impegni della COP28 fossero sostenuti da tutti i Paesi e attuati in toto con politiche forti, non saremmo in linea con il livello di emissioni necessario per 1,5°C entro il 2030. Occorre fare molto di più per colmare il divario di ambizione.
Il segnale lanciato dalla COP28 agli investitori è che il traguardo di 1,5°C rimane ambizioso e che è necessaria almeno una riduzione dei combustibili fossili. Se gli impegni assunti saranno attuati con azioni politiche credibili che stabiliscano i giusti incentivi finanziari, ad esempio per trasformare i sistemi alimentari e triplicare la capacità di energia rinnovabile, potranno emergere nuove opportunità di investimento volte a mobilitare il capitale privato.
Allo stesso tempo, le implicazioni di una transizione finalizzata alla riduzione dei combustibili fossili possono aumentare il rischio legato ai “beni incagliati” (stranded assets) che gli investitori devono considerare con attenzione.
Un’altra opportunità potenzialmente interessante per gli investitori potrebbe emergere nell’ambito dei mercati del carbonio una volta che si concretizzerà il meccanismo di integrità end-to-end previsto per migliorare la qualità e l’efficacia dei mercati del carbonio e delle compensazioni.
Sono molti gli aspetti da monitorare in vista del 2024, per capire quali impegni faranno concretamente la differenza per gli investitori.
E poi?
A prescindere dal testo finale che rappresenta il minimo comune denominatore, i Paesi ripartiranno e cominceranno a lavorare per aggiornare i propri contributi determinati a livello nazionale previsti per l’inizio del 2025 e (si spera) per rispettare gli impegni e le iniziative avviate. Nelle parole di Razan Al Mubarak, il processo della COP non può essere solo un susseguirsi continuo di COP in cui vengono annunciate nuove iniziative, ma deve anche essere completato con impatti reali visibili nel mondo, come ad esempio vedere un’inversione di tendenza per quanto riguarda i KPI che ci dicono che ci stiamo avvicinando e non allontanando dall’obiettivo Net Zero.
La COP29 si terrà a Baku, in Azerbaigian e, come di consueto, probabilmente passerà un altro anno prima di avere notizie sulla realizzazione delle iniziative e sui progressi di altre azioni in sospeso.