Risultati ESG 2021

Eni, utile a 4,7 mld, triplicata la capacità sulle rinnovabili

Eni chiude il 2021 con il più alto utile netto adjusted dal 2012, a 4,7 miliardi di euro grazie alla performance operativa, ai migliori risultati delle partecipazioni all’equity e per il sensibile recupero dello scenario upstream. Il gruppo del Cane a sei zampe continua inoltre l’impegno su attività di decarbonizzazione con una capacità installata da fonti rinnovabili più che triplicata nel 2021 a circa 1,2 GW.

Nell’anno concluso, la multinazionale del petrolio ha registrato un incremento del 400% dell’EBIT adjusted FY, che si attesta a 9,7 miliardi di euro, e ha realizzato un flusso di cassa pari a 12,7 miliardi di euro che ha finanziato capex netti di 5,8 miliardi di euro.

La generazione di cassa organica è risultata in grado di coprire il pagamento dei dividendi e il buy-back (in totale 2,8 miliardi di euro), la manovra di portafoglio a sostegno dei business della transizione (per un totale di 2,1 miliardi di euro) e permette di ridurre il debito netto a 9 miliardi di euro e il rapporto di leva a 0,20 rispetto allo 0,31 di fine 2020. È stata infine confermata la proposta dividendo 2021, già annunciata al mercato, di 0,86 euro per azione.

I risultati di Plenitude

Il 2021 ha visto la nascita di Plenitude, la controllata Eni in cui sono confluiti i business delle rinnovabili, della vendita retail di energia e dei punti di ricarica per veicoli elettrici con l’obiettivo di decarbonizzare il portafoglio clienti. L’EBITDA adjusted di Plenitude si è attestato a 0,6 miliardi a fine 2021 (in crescita del 25%) ed è stata registrata una crescita del portafoglio clienti retail/business a 10 milioni di punti di fornitura (in aumento del 4%, oltre 300 mila punti di fornitura, rispetto a fine 2020) grazie alla crescita in Grecia e all’acquisizione della società Aldro Energìa attiva nel mercato retail in Spagna e Portogallo.

Il 2021 ha visto un’accelerazione nel build-up della capacità di generazione da fonti rinnovabili grazie a mirate acquisizioni tuck-in in grado di essere rapidamente integrate nel portafoglio Eni. In Spagna è stata perfezionata in ottobre l’acquisizione da Azora Capital di un portafoglio di nove progetti di energia rinnovabile composto da tre impianti eolici in esercizio e uno in costruzione per un totale di 234 MW e da cinque progetti fotovoltaici in avanzato stadio di sviluppo per circa 0,9 GW. È stata poi finalizzata in ottobre l’acquisizione di Dhamma Energy, proprietaria di una piattaforma per lo sviluppo di impianti fotovoltaici in Francia e Spagna, con una pipeline di progetti di circa 3 GW, nonchè di impianti in esercizio o in costruzione della capacità di circa 120 MW.

Il 2021 ha anche visto Eni protagonista dell’accordo con Equinor e SSE Renewables per l’acquisizione di una quota del 20% del progetto Dogger Bank C da 1,2 GW, terzo cluster del più grande parco eolico offshore al mondo attualmente in costruzione nel Mare del Nord britannico. La produzione sarà avviata per fasi tra il 2023 e il 2025. L’operazione si è conclusa a inizio febbraio 2022.

Sul fronte mobilità elettrica, a novembre è stato firmato il closing dell’acquisizione del 100% di Be Power, società che tramite la controllata Be Charge è il secondo operatore italiano di colonnine di ricarica per auto elettriche con oltre 6 mila punti. Infine, la multinazionale del petrolio ha siglato accordi con Enel X e Be Charge al fine di attivare l’interoperabilità tra le reti consentendo l’accesso alla più ampia rete di ricarica sul territorio nazionale di circa 20 mila punti di ricarica elettrica.

Il 2021 si conclude quindi con una capacità installata da fonti rinnovabili pari a 1,14 GW, più che triplicata rispetto al 31 dicembre 2020 (0,33 GW); considerando anche la capacità in costruzione, la cifra si attesta a oltre 2 GW.

Iniziative per la decarbonizzazione

Nell’ambito delle iniziative relative al trasporto e stoccaggio della CO2, il progetto HyNet nella baia di Liverpool, a guida Eni, è stato inserito dalle autorità britanniche tra le iniziative prioritarie per l’accesso ai fondi pubblici nell’ambito del piano di decarbonizzazione del Paese.

In Africa, in collaborazione con i governi di Kenya, Angola, Congo e Costa d’Avorio sono stati firmati memorandum d’intesa in merito a progetti di biofuel attraverso la creazione di filiere integrate di agro-biofeedstock non in competizione con la catena alimentare per approvvigionare le bio-raffinerie Eni e decarbonizzare il mix energetico locale.

Nell’anno concluso, la Commonwealth Fusion System, venture di cui Eni è sponsor e che conduce attività di ricerca e sviluppo sulla fusione magnetica, ha ottenuto un importante breakthrough nella sperimentazione dei superconduttori per il contenimento del plasma di fusione. È stato pertanto completato il funding della successiva fase che ha l’obiettivo di produrre energia da fusione in un impianto dimostrativo entro il 2025.

Il 2021 è stato anche l’anno dell’emissione del primo sustainability-linked bond del settore O&G per un valore da 1 miliardo di euro con un rendimento parametrato al conseguimento di obiettivi di decarbonizzazione, e dell’annuncio del primo Energy Compact, committment pubblico volontario riconosciuto dall’ONU per accelerare il progresso verso il conseguimento dell’obiettivo numero 7 dell’Agenda 2030, “Energia accessibile e pulita”.

Infine, a novembre Eni ha finalizzato l’accordo con il gruppo Bonifiche Ferraresi per la costituzione di una joint venture paritetica per lo sviluppo di progetti di ricerca e sperimentazione agricola di sementi di piante oleaginose da utilizzare come feedstock nelle bioraffinerie Eni. Nell’ambito di tale accordo Eni ha acquisito una partecipazione di minoranza nella controllata di BF Bonifiche Ferraresi e nella stessa BF.

Attività e rating ESG

Il 2021 ha visto Eni coinvolta anche in iniziative di finanza sostenibile; a fine novembre infatti ha avviato il programma “Basket Bond – Energia Sostenibile”, in collaborazione con ELITE, società del gruppo Borsa Italiana/Euronext e illimity Bank per accelerare la crescita e lo sviluppo della supply chain. Tale strumento di finanza innovativa è rivolto a tutte le imprese della filiera integrata dell’energia, con un focus particolare sulle PMI e dedicato agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Tra le attività ESG la multinazionale poi include il rinnovato accordo quadro con il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per la durata di tre anni più due opzionali. L’accordo prevede lo sviluppo di progetti e di iniziative relative alla transizione energetica tramite l’individuazione di tecnologie chiave per lo sviluppo delle risorse, la decarbonizzazione, il risparmio energetico, l’economia circolare e la sostenibilità nei processi legati allo sviluppo locale delle comunità.

Nell’ambito della strategia di decarbonizzazione di Eni è stata avviata una collaborazione con Holcim, volta allo sviluppo di una tecnologia innovativa per l’utilizzo della CO2, attraverso la carbonatazione di minerali a base di silicati di magnesio e la produzione di un materiale in cui la CO2 è fissata in modo stabile e permanente. Tale output è previsto poter essere impiegato nella formulazione di cementi.

Proprio i progressi nella decarbonizzazione hanno permesso a Eni di ottenere avanzamenti nei ranking ESG, con l’inclusione tra le prime dieci società del nuovo indice MIB ESG di Euronext, l’inclusione per la prima volta nel Gender-Equality Index di Bloomberg, la conferma di posizioni nei principali ratings ESG e indici specializzati (come MSCI, Sustainalytics, V.E, FTSE4Good Developed Index), e il Prime Status dal rating ISS ESG.

Risultati sono stati conseguiti anche negli indici con focus clima (Climate Action 100+ Net Zero Benchmark, Carbon Tracker, Transition Pathway Initiative) e nella conferma della leadership nel CDP Climate Change e nei questionari Water Security.