Rendere obbligatoria la comunicazione dei dati sulle emissioni, aumentare il numero di strumenti per i quali si forniscono informazioni e renderle più comprensibili e confrontabili. E’ questa la ricetta suggerita da Principles for Responsible Investment (PRI) nel nuovo report Climate data and net zero: Closing the gap on investors’ data needs per aiutare aziende e investitori a uno scambio più chiaro e utile sui dati.
È ormai cosa nota che il raggiungimento di un futuro più sostenibile, in particolare del net zero, passi dal capitale. Sono necessari, cioè, ingenti investimenti nella transizione climatica, per rivoluzionare e trasformare i modelli produttivi. Gli investitori, quindi, giocano un ruolo cruciale per l’attivazione della transizione, ma non possono farlo senza gli strumenti adeguati, come dati affidabili per le proprie proiezioni. Per questo secondo PRI è estremamente urgente un miglioramento del livello divulgativo e della qualità dei dati sul clima da parte di aziende e fornitori. Nel report PRI esamina quali azioni potrebbero essere intraprese dai fornitori di dati e da altre parti interessate per costruire un ecosistema che soddisfi le esigenze degli investitori. Tra quelle da intraprendere quanto prima vi è la previsione di una divulgazione obbligatoria dei dati sul clima (includendo Scope 1, 2 e 3), l’estensione della copertura dell’universo investibile (oltre le semplici azioni e obbligazioni) e il raggiungimento di definizioni comuni su temi come l’allineamento e le riserve di combustibili fossili.
Indice
Di quali informazioni hanno bisogno gli investitori?
Dalla ricerca di PRI sono emerse tre esigenze informative principali degli investitori.
In primo luogo, essi devono accedere a informazioni che spieghino in che misura gli investimenti sono allineati con gli obiettivi net zero. Per rispondere a questa domanda, gli investitori hanno bisogno di informazioni sulle emissioni attuali, sull’esposizione alle opportunità (ad esempio, soluzioni climatiche) e ai rischi (come i combustibili fossili), sulle azioni intraprese per ottenere riduzioni delle emissioni nel mondo reale e sulla qualità degli investimenti per la lotta al cambiamento climatico.
In secondo luogo, gli investitori devono poter individuare la misura in cui gli investimenti saranno allineati agli obiettivi net zero in futuro. In questo caso, gli investitori hanno bisogno di informazioni sulle traiettorie future delle emissioni, sugli obiettivi di emissione e sull’allineamento della strategia di investimento con l’obiettivo di ottenere riduzioni delle emissioni nel mondo reale.
La terza esigenza degli investitori riguarda invece l’allineamento dei loro portafogli e fondi agli obiettivi net zero.
Qual è la copertura e la qualità dei dati climatici?
Secondo i risultati della ricerca di PRI, sebbene nel complesso i fornitori di dati climatici al momento siano in grado di garantire una copertura ragionevolmente buona delle grandi aziende nei mercati sviluppati, lo stesso non si può dire per le aziende più piccole, per le società dei mercati emergenti e in via di sviluppo e per classi di attività diverse dalle azioni quotate e dal reddito fisso, riflettendo la copertura e la qualità dell’informativa societaria a livello globale. Queste lacune nella copertura limitano la capacità degli investitori di applicare i propri impegni net zero ad altre classi di attività.
D’altra parte, anche nel caso delle grandi aziende dei mercati sviluppati, per le quali la copertura è buona, PRI individua delle lacune. In parte, ciò dipende dalla qualità e dalla disponibilità dei dati aziendali che sono alla base di questi dati. Altre carenze sono però attribuibili ai dati in sé o a mancanze più ampie nel mercato, tra cui la trasparenza dei prodotti, l’assenza di definizioni comuni, una disponibilità limitata di percorsi settoriali e geografici e una scarsa copertura e affidabilità dei parametri e delle metodologie a livello di portafoglio.
Quali azioni possono essere intraprese?
La ricerca di PRI porta a una serie di conclusioni generali su come l’ecosistema dei dati potrebbe essere rafforzato per rispondere meglio alle esigenze degli investitori. Le raccomandazioni individuate da PRI sono classificate in tre macrocategorie che spiegano perché esiste un divario tra le esigenze degli investitori e ciò che offre il mercato.
La prima categoria di raccomandazioni è legata al miglioramento delle divulgazioni aziendali, cui è connesso a sua volta il tema della copertura e della qualità delle divulgazioni aziendali sul cambiamento climatico. La seconda categoria riguarda il miglioramento della copertura e della qualità dei dati, cui sono legati quattro temi (la copertura dei dati, la trasparenza dei fornitori di dati, l’analisi dei dati aziendali previsionali sul cambiamento climatico e le metriche e metodologie a livello di portafoglio). Infine, la terza categoria illustrata da PRI è connessa all’agevolazione della comparabilità dei dati, che è legata a sua volta a due temi (definizioni comuni e percorsi settoriali e geografici).
Le raccomandazioni di PRI
È fondamentale che tutti gli attori dei mercati finanziari riflettano su queste raccomandazioni mentre si adoperano per raggiunge il net zero, sottolinea PRI, che tuttavia riconosce anche che il mercato in realtà si è già attivato per affrontare alcune delle lacune individuate. Numerosi fornitori di dati, infatti, hanno iniziato a offrire o stanno progettando prodotti che rispondono a queste raccomandazioni. Altrettante iniziative, inoltre, sono impegnate su questo fronte, come la Net Zero Financial Service Providers Alliance, la Glasgow Financial Alliance for Net Zero (GFANZ) e la Net Zero Asset Owner Alliance (NZAOA). Tali iniziative hanno ambiziose aspettative verso gli investitori, tra cui un forte impegno del CdA per ridurre le emissioni e raggiungere il net zero nei portafogli di investimento, la misurazione e divulgazione delle emissioni finanziate, la valutazione della propria esposizione al rischio climatico e l’allineamento delle strategie di investimento al net zero.
Sebbene ci siano chiari segnali di progresso da parte del settore, PRI nota anche che permane il bisogno urgente di un accordo generale, di un’implementazione coerente e di uno sviluppo di strumenti e metodologie per soddisfare le esigenze di dati degli investitori per supportare i loro impegni per il net zero.
Migliorare l’informativa aziendale
Partendo dalla prima categoria delle raccomandazioni, dal report di PRI emerge chiaramente che gli enti normativi dovrebbero introdurre una divulgazione obbligatoria del clima per le aziende pubbliche e private. In particolare, secondo PRI tali norme dovrebbero richiedere la rendicontazione delle emissioni Scope 1,2 e 3, date le lacune presenti in questo ambito. Basti pensare che meno della metà delle aziende incluse nell’indice MSCI ACWI rendono pubbliche le proprie emissioni, come si vede nella figura di seguito. Il grafico mostra anche che i tassi di divulgazione per le emissioni Scope 3 rimangono significativamente inferiori rispetto a quelli per le emissioni Scope 1 e 2. Ciò è importante, sottolinea PRI, perché in molti settori e aziende le emissioni Scope 3 sono decisamente maggiori rispetto alle Scope 1 e 2. Inoltre, anche laddove vengono riportate le emissioni di ambito 3, gli investitori hanno sollevato preoccupazioni circa i numeri riportati, chiedendosi se tutte le emissioni siano state rilevate ed esprimendo preoccupazioni per la mancanza di trasparenza riguardo alle metodologie utilizzate dalle aziende per stimare le emissioni Scope 3.
Tassi di divulgazione dei gas serra per i componenti dell’indice MSCI ACWI IMI (2017- 2022)
Copertura dei dati
La seconda raccomandazione di PRI, relativa alla copertura dei dati, si focalizza soprattutto sulla necessità di estendere la copertura dell’universo investibile al di fuori delle azioni quotate e delle obbligazioni societarie. Queste sono infatti le asset class con la maggiore copertura attuale, seguite dalle infrastrutture e dai real properties. Altre classi di attività, invece, non hanno ricevuto lo stesso livello di attenzione, come si vede nella figura di seguito.
Percentuale dei fornitori recensiti per ciascuna asset class
Alla copertura dei dati è legata anche il miglioramento della trasparenza dei fornitori di dati. Rispetto a ciò PRI suggerisce che vengano forniti dati sulle emissioni a livello di entità con l’anno a cui si riferiscono, insieme alla divulgazione della qualità dei dati sulle emissioni Scope 1, 2 e 3 per ciascuna entità in linea con un punteggio di qualità pertinente e riconosciuto (ad esempio, quello fornito dalla Partnership for Carbon Accounting Financials – PCAF). È fondamentale, secondo PRI anche divulgare le metodologie utilizzate per la stima delle emissioni attuali e future, così come sviluppare metodologie che consentano agli investitori di riferire sulle riduzioni delle emissioni reali a livello di portafoglio e fondo e sull’allineamento al net zero.
Facilitare la comparabilità dei dati
Per agevolare la comparazione dei dati, secondo PRI è necessario innanzitutto adottare una definizione comune di allineamento per le aziende e altri enti. In secondo luogo, è fondamentale sviluppare e concordare un approccio comune per valutare e rendicontare le riserve di combustibili fossili. Bisogna anche implementare un insieme comune di principi che possano essere utilizzati dai fornitori di dati per identificare soluzioni climatiche. Infine, PRI suggerisce di coinvolgere i fornitori di dati affinché adottino queste tre definizioni e garantiscano che i dati e le informazioni forniti siano in linea con le definizioni stesse.