Sembra incredibile, ma fino a non troppi anni fa gli investimenti ESG erano un’opzione solo per pochi. Eppure, da quando sono stati istituti dai Principi per l’investimento responsabile (PRI) dell’ONU nel 2006, gli investimenti sostenibili hanno fatto molta strada, fino ad affermarsi come realtà imprescindibile. Non era così, però, solo otto anni fa, quando Irene Molteni ha iniziato a esercitare la professione di consulente finanziario. Conscia dell’importanza dei temi legati alla sostenibilità, la giovane financial advisor socia Anasf dal 2018, ha conseguito la certificazione EFPA ESG Advisor nel maggio 2022. In un’intervista a ESGnews, la professionista ha riportato la propria esperienza legata al suo ruolo di consulente finanziaria, che si basa su un’efficace e corretta comunicazione al cliente, ricordando al tempo stesso l’importanza dell’educazione finanziaria. Nell’intervista, Molteni si è anche pronunciata su quelli che ritiene saranno i temi ESG che domineranno il 2023.
Quando ha iniziato a occuparsi di investimenti sostenibili?
Fin dall’inizio della mia carriera mi sono mossa per informarmi sugli investimenti ESG e su quelli tematici, apprezzandoli sia per le loro caratteristiche tecniche sia da un punto di vista etico e personale. Tuttavia, quando ho iniziato a lavorare, otto anni fa, era molto meno diffuso l’interesse verso gli investimenti sostenibili e quelli tematici. Nel contesto attuale ormai gli investimenti tematici e in particolare quelli che incorporano i fattori ambientali, sociali e di governance sono conosciuti e accettati da tutti e fanno parte del processo di investimento comune, ma non è sempre stato così. Io ho iniziato a proporre i primi fondi, focalizzati su un tema di investimento, nello specifico sulla robotica, circa sei anni fa.
Da quando è entrata in vigore la MiFID II com’è cambiato il suo modo di comunicare al cliente su questi temi?
Non ho mai cambiato metodo di comunicazione dall’introduzione della MiFID II. La rete di cui faccio parte ha sempre collocato investimenti con un focus specifico sui temi ambientali, quindi è già da diversi anni che il cliente viene messo a conoscenza di tali questioni. Cerco di spiegare nel modo più semplice e diretto possibile al cliente il contenuto del questionario, per fare arrivare meglio il messaggio.
Ora i nuovi adempimenti MiFID II ci mettono nella condizione di confrontarci sulle tematiche della sostenibilità in modo più diretto. Quando esamino con i miei clienti il questionario MiFID II la prima reazione è di smarrimento. Pertanto, cerco di semplificare il linguaggio riportato, ricorrendo all’intermediazione comunicativa che caratterizza la nostra professione. Grazie a questo processo, però, emerge che i temi oggetto dei questionari sono in realtà argomenti già conosciuti dai clienti, sebbene non siano in grado di associarli agli investimenti sostenibili. Ad esempio, mi è capitato spesso che i clienti mi richiedessero di rimuovere o evitare di investire i propri risparmi in società o settori legati alle armi, soprattutto dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Sebbene la maggior parte di loro non parlasse esplicitamente di investimento sostenibile, aveva già interiorizzato inconsapevolmente un criterio di eticità che è proprio dell’investimento ESG. Quindi grazie alla MiFID II si instaura un utile confronto con i clienti sulle tematiche ESG.
I suoi clienti si mostrano attenti ai temi ESG o vanno sollecitati?
Per quanto riguarda i temi che suscitano maggiore interesse, la sfera ambientale è quella più conosciuta. Per sensibilità personale, però, spesso offro soluzioni di investimento legate anche a temi sociali, come il ruolo delle donne nella società e le criticità che lo contraddistinguono. Ho riscontrato un certo interesse nella maggior parte dei clienti, che si sono mostrati sensibili rispetto a questo tema così importante.
Ho avuto modo di osservare, inoltre, che è diffusa una particolare sensibilità verso le tematiche della sostenibilità, soprattutto tra i risparmiatori che riconoscono nelle attività di un’azienda una parte importante della propria vita e, quindi, sono spinti ad essere più propensi a investire, ad esempio, su determinati aspetti sociali.
A suo avviso, quali saranno i temi ESG che domineranno il 2023?
Credo che l’aspetto energetico sarà sicuramente il tema principe di quest’anno, per motivi ormai ben noti legati sia alla crisi attuale scatenata dalla guerra tra Russia e Ucraina, sia a processi di lungo periodo relativi alla transizione energetica. Ritengo che anche il settore dei trasporti sarà un tema che riscuoterà grande interesse e su cui si dovrà lavorare molto. In Italia soprattutto è estremamente necessario indirizzare i capitali in questo settore che attualmente si mostra molto debole. Bisogna riformare i modelli di mobilità dalla radice per eliminare gradualmente i mezzi che comportano l’emissione di CO2. È necessario ridurre il gap tra il nostro Paese e altri più virtuosi, appartenenti soprattutto al nord Europa.
Per quali ragioni ha scelto di ottenere la certificazione EFPA ESG Advisor?
Ho deciso di conseguire la certificazione EFPA ESG Advisor sia per un interesse personale verso i temi della sostenibilità, sia per completare il mio percorso professionale arricchendolo.
Tuttavia, ho avuto modo di riscontrare purtroppo che ancora in tanti percepiscono la formazione ESG come un’imposizione, sebbene non sia obbligatoria.
Comunque, che ci si formi sulle questioni ESG perché spinti da interessi personali o perché costretti, credo che una conoscenza approfondita di questi temi sarà un requisito fondamentale perché si possa esercitare la professione del consulente finanziario.
Come mai ha deciso di entrare a far parte di Anasf?
Sono entrata a far parte di Anasf seguendo le orme di mio padre, socio da molti anni. Inoltre, essendo stata a contatto da tempo con colleghi con più esperienza e soci Anasf da diversi anni, ho avuto modo di capire meglio e apprezzare il ruolo dell’Associazione e quello che fa per noi consulenti. Credo che noi dobbiamo essere i primi a impegnarci e attivarci per accogliere le nuove sfide, anche facendo rete.
Essere socio Anasf consente di avere maggiore consapevolezza sulle tematiche più importanti legate alla nostra professione, come l’educazione finanziaria. In tanti la sottovalutano, sebbene sia a mio avviso un aspetto importantissimo. Anasf mi ha permesso di approfondire a fondo questo tema che suscita in me un grande interesse.