Biodiversità

PRI rilascia un primo scenario integrato su clima e natura al 2050 per gli investitori

PRI ha lanciato un importante strumento per aiutare gli investitori a comprendere meglio i propri impatti su ambiente e biodiversità. L’Inevitable Policy Response, un comitato che si occupa di fare previsioni sulla transizione climatica commissionato dal PRI (Principles for Responsible Investment), ha messo a disposizione FPS + Nature, il primo scenario integrato su natura e clima pubblicato ad uso degli investitori.

FPS + Nature, infatti, incorpora le tendenze climatiche e naturali interconnesse allo scenario politico del PRI che prevede un aumento della temperatura globale di 1,8°C, per creare una valutazione realistica che aiuti gli investitori a rispondere all’emergenza climatica e naturale. Lo scenario appena lanciato si intreccia con gli altri scenari esistenti di PRI che si concentrano sulle politiche climatiche previste (l’aumento di temperatura di 1,8°C) e auspicabili (aumento di temperatura di 1,5°C), tracciandone l’impatto sui settori dell’energia e dell’uso del suolo.

Lo scenario integrato dell’Inevitable Policy Response analizza le risposte più incisive al cambiamento climatico e alla perdita di natura fino al 2030 e al 2050, basandosi sulle azioni politiche esistenti. Col diffondersi sempre più degli appelli all’azione e alla rendicontazione obbligatoria dei rischi legati alla biodiversità a livello globale, FPS + Nature fornisce agli investitori e ai decisori politici una base che dimostra come gli effetti delle politiche sulla natura e sul clima potrebbero plasmare il futuro dell’uso del territorio.

Nello specifico, FPS + nature è il primo tentativo di PRI di cogliere e valutare l’impatto di politiche di previsione legate al clima e alla natura, concentrandosi sul settore dell’uso del suolo. Il focus sull’uso del suolo è centrale perché il cambiamento di utilizzo del territorio è la causa principale della perdita di natura dovuta alla conversione dei terreni all’agricoltura, con il 90% della deforestazione tropicale determinata dall’espansione dell’agricoltura.

In sostanza, FPS + Nature rappresenta uno scenario preliminare di ciò che potrebbe accadere quando una politica legata alla natura viene incorporata in uno scenario legato al clima. Infatti, gli esiti delle politiche legate alla natura, secondo PRI, hanno un impatto crescente sul settore dell’uso del suolo, con effetti che interagiscono con l’azione per il clima attraverso: il settore alimentare; il settore energetico; il settore dei beni, servizi e asset legati alla natura; le catene di approvvigionamento; l’ambiente globale. L’interazione tra le tendenze climatiche e quelle legate alla biodiversità è ben evidente nel grafico di seguito che mostra i settori e le aree di intervento che interessano sia l’azione per il clima sia quella per la natura.

Fonte: Inevitable Policy Response, PRI.

Con l’intensificarsi del declino della biodiversità, l’azione dei governi in materia di natura sta evolvendo e molti Paesi stanno introducendo una serie di politiche e regolamenti per accompagnare l’azione sul clima. Tra le ultime iniziative, è doveroso menzionare la COP 15 di dicembre che ha dato un ulteriore impulso all’azione per la protezione della natura e l’arresto della perdita di biodiversità globale, con una maggiore enfasi sui finanziamenti pubblici e privati che allineano i flussi finanziari con gli impegni internazionali a tutela della biodiversità.

Lo scenario integrato di PRI, partendo da queste iniziative internazionali, incorpora ulteriori leve politiche a sostegno della transizione e della protezione/ripristino del territorio e della natura. Inoltre, FPS + Nature analizza la creazione di ipotetiche infrastrutture di mercato che potrebbero sostenere l’emergere di mercati volontari di crediti per la biodiversità e potenzialmente essere integrati con i mercati del carbonio basati sulle Nature based Solutions (NBS). Secondo PRI, le stime delle entrate potenziali derivanti dalla generazione di crediti per la biodiversità potrebbero essere di 18 miliardi di dollari all’anno entro il 2050. Inoltre, le NBS potrebbero crescere fino a raggiungere 22 miliardi di dollari di entrate annue nel 2030 e 204 miliardi di dollari di entrate annue nel 2050, man mano che le aziende e i governi perseguono opzioni di mitigazione del carbonio efficaci dal punto di vista dei costi che producono anche co-benefici per la natura.

Il nuovo scenario copre anche altre sei aree politiche legate all’uso del suolo, al clima e alla natura (prezzi del carbonio, bioenergia, alimentazione, deforestazione, agricoltura sostenibile e rifiuti alimentari) e include un’analisi dettagliata di sei diversi tipi di Nature Based Solutions (NBS).

Nel rapporto, PRI evidenzia come l’azione politica per raggiungere gli impegni fissati a livello globale per la protezione della natura possa creare nuovi rischi ma anche nuove opportunità per le aziende e gli investitori. Questi ultimi, infatti, sono i primi a cui viene chiesto di comprendere il proprio impatto sulla natura e di renderlo noto. I quadri normativi emergenti, come la Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (TNFD), incoraggiano gli investitori ad assumere una visione prospettica dei rischi legati alla natura e a fornire una rendicontazione esaustiva su come sono esposti alla natura e alla biodiversità. Pertanto, analisi come lo scenario integrato di PRI sono fondamentali per dimostrare come le istituzioni finanziarie possono utilizzare scenari prospettici per valutare in modo integrato i rischi legati alla natura e al clima e soddisfare i requisiti normativi su questi temi.

Tra l’altro, sottolinea l’Inevitable Policy Response nello scenario presentato, è nell’interesse stesso di aziende e investitori prevenire e contrastare la perdita di biodiversità, che potrebbe rappresentare una minaccia concreta per l’economia e il settore finanziario con una perdita di PIL globale stimata in 3.000 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 se si superano i limiti degli ecosistemi.