climate change

Rapporto

PRI: si conferma uno scenario con un aumento delle temperature globali di 1,8°C

Secondo l’ultima analisi trimestrale pubblicata dal Quarterly Forecast Tracker (QFT) di Inevitable Policy Response, un comitato che si occupa di fare previsioni sulla transizione climatica commissionato dal PRI (Principles for Responsible Investment), lo slancio climatico globale rimane positivo e gli sviluppi relativi a una maggiore ambizione rafforzano uno scenario con un aumento delle temperature globali di 1,8°C.

Il QFT fornisce agli investitori una valutazione continua dei principali sviluppi delle politiche e delle tecnologie in materia di clima, energia, uso del suolo e transizione. Nello specifico, dalla conferenza di Glasgow sono state monitorate oltre centosessanta misure politiche, ponderate in base a rilevanza, credibilità e impatto.

Da aprile a giugno 2022, sono stati monitorati sessantuno sviluppi tecnologici e di politica climatica globale. Secondo quanto riportato dal PRI, trentasei erano rilevanti, ventisei rafforzavano la probabilità di un risultato di un aumento di 1,8°C, cinque indicavano una leggera accelerazione verso un risultato di 1,5°C e due sviluppi indicavano una decelerazione, rispetto alle previsioni. 

Nel QFT, il comitato spiega che, nella migliore delle ipotesi, lo scenario attuale si allinea con la previsione di 1,8°C, considerando che la deforestazione brasiliana dipende dalle imminenti elezioni del Paese e che la politica climatica federale degli Stati Uniti si è in qualche modo arenata.

Monitoraggio delle previsioni trimestrali – Mappa di calore del 2° trimestre

Fonte: Inevitable Policy Response.

Nella reportistica del QFT per il secondo trimestre viene approfondito anche il concetto di transizione giusta, con un’analisi preparata dal Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment che valuta in che misura le politiche riflesse nel QFT integrano i principi della transizione giusta. Il risultato emerso è che, in generale, molte lo fanno, ma si potrebbe fare di più.

È incluso anche un documento di accompagnamento di Kaya Advisory, società di consulenza che offre agli investitori e ai leader aziendali consigli sulle politiche climatiche a livello globale, che esamina come la rielezione di “Lula” da Silva renderebbe possibile la fine delle attività di deforestazione illegale entro il 2030 (se non molto prima) e il raggiungimento di emissioni nette zero dall’Amazzonia brasiliana. Al contrario, la rielezione dell’attuale presidente Jair Bolsonaro con un Congresso conservatore implicherebbe uno scenario scoraggiante.

Ricapitolando, i principali dati emersi dal QFT del secondo trimestre sono i seguenti:

  • In termini di impatto netto, il PRI rileva che a livello politico l’UE è in una direzione positiva a lungo termine, la Cina è stata in qualche modo positiva, ma gli Stati Uniti non hanno fatto passi avanti;
  • Le recenti politiche e proposte in Brasile probabilmente aumenteranno la deforestazione;
  • Per quanto riguarda gli sviluppi tecnologici, si sono registrate tendenze positive, in particolare per quanto riguarda la diffusione dei veicoli elettrici;
  • La crisi di sicurezza causata dalla guerra in Ucraina ha portato a un maggiore utilizzo di combustibili fossili per l’alimentazione, ponendo anche un problema di lungo termine;
  • Il rallentamento della crescita economica globale nel breve periodo potrebbe portare ad una minore crescita delle emissioni;
  • Complessivamente, sebbene vi siano ancora sfide significative, il PRI ritiene che gli sviluppi confermino un aumento delle temperature di 1,8°C.

“L’ultimo QFT riflette che la maggior parte degli sviluppi climatici nel 2022 rimangono positivi, nonostante l’instabilità e la volatilità internazionale in corso. Tuttavia, gli sviluppi elettorali negli Stati Uniti e in Brasile restano importanti per il raggiungimento di un risultato inferiore ai 2°C”, Mark Fulton, direttore del progetto Inevitable Policy Response.

“Chiunque sia interessato a salvare l’Amazzonia o sia preoccupato per gli obiettivi dell’Accordo di Parigi deve avere in mente una data, il 2 ottobre 2022. Le elezioni generali in Brasile possono avere un impatto sul destino di entrambi”, ha aggiunto Brian Hensley, Partner, Kaya Advisory.