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Prodotti ESG

Le migliori strategie ESG su cui puntare nel 2023

La volatilità e il clima di incertezza dello scorso anno hanno interessato anche i prodotti ESG, ma questo non ha fermato la loro crescita, spinta dai flussi confluiti in particolare nell’ultima parte del 2022. Secondo Morningstar, infatti, nell’ultimo trimestre dell’anno scorso la raccolta netta mondiale dei fondi sostenibili è stata pari a 37 miliardi di dollari (in aumento rispetto ai 24 miliardi del terzo trimestre), portando il patrimonio globale dei prodotti ESG a 2,5 trilioni di dollari a fine dicembre. A contribuire alla raccolta è soprattutto l’Europa, che ha ricevuto 40 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre del 2022, al contrario degli USA, che hanno visto defluire quasi 6,2 miliardi nello stesso periodo. In un contesto di mercato in ripresa che offre diverse opportunità, ESGnews ha chiesto ad alcuni asset manager di rivelare quale strategia ESG presenta, a loro avviso, le migliori prospettive per il 2023, indicando le ragioni della loro convinzione.

La Française

Secondo La Française Asset Management, il cambiamento climatico rimane in prima linea tra le tematiche di investimento ESG. La società di gestione francese, infatti, ritiene che le interconnessioni di questo tema con quello dell’acqua e della biodiversità stanno diventando punti di attenzione crescenti per gli investitori istituzionali.

E come strategia concepita per aiutare a combattere il cambiamento climatico, l’asset manager offre agli investitori La Française Carbon Impact 2026, classificata come articolo 9 SFDR. È un fondo a gestione attiva a scadenza fissa con 184 milioni di euro di AuM al 31 gennaio 2023, che investe in debito emesso da società che seguono una strategia attiva di decarbonizzazione. I titoli vanno dall’Investment grade (minimo 30% del fondo) all’High Yield (massimo 70% degli emittenti con rating minimo B-). Il fondo ha una duration breve, in quanto può investire solo in obbligazioni con una scadenza massima del 31 dicembre 2027. Con i dati aggiornati a fine gennaio 2023, la strategia offre un YTM (rendimento a scadenza) del 6,09% (al lordo dei costi e delle commissioni di copertura) e una duration modificata di 2,85. 

Come sottolinea Marie Lassegnore, Head of Sustainable Investments di La Française AM, “La Française Carbon Impact 2026 offre l’opportunità di beneficiare dell’attuale fase di convessità del mercato e dei relativi maggiori rendimenti da reddito che il mercato offre, investendo al contempo in società di qualità che lavorano attivamente per la decarbonizzazione della loro attività”. 

RBC Bluebay AM

Per la società di gestione RBC BlueBay AM la strategia sostenibile su cui puntare è High Yield ESG Bond Fund (articolo 8 SFDR), un fondo gestito attivamente, che tiene in considerazione i fattori ESG e punta a generare rendimenti migliori rispetto al suo benchmark (ICE BofA Merrill Lynch European Currency High Yield Constrained Index). 

Nell’ambito del processo di investimento, il gestore ha piena discrezionalità sulla composizione del portafoglio del fondo e può assumere esposizione a società, paesi o settori non inclusi nel benchmark. Almeno due terzi degli investimenti del fondo sono in obbligazioni a reddito fisso che pagano un reddito relativamente alto, con rating inferiore a investment grade emesso da un’agenzia di rating del credito. Inoltre, almeno due terzi degli investimenti del fondo saranno denominati nelle valute dei paesi dell’Unione Europea e del Regno Unito. Mentre fino a un terzo del patrimonio del fondo può essere denominato in valute di paesi non europei il cui rating del debito sovrano a lungo termine sia investment grade

Analizzando il contesto, secondo RBC BlueBay AM questa strategia può avere un potenziale interessante. Sebbene gli spread non abbiano ancora raggiunto il picco in questo ciclo, l’elevato reddito corrente e la solida qualità del credito sottostante hanno trasformato le prospettive di rendimento. La qualità del credito è buona, con 2/3 del mercato con rating BB e l’High Yield ha un forte profilo di mean reversion (cioè che nel lungo periodo torneranno ai rendimenti storicamente medi) ed è destinato a offrire buoni rendimenti a 3 e 5 anni dopo il drawdown del 2022, grazie alla solidità del profilo creditizio sottostante. I rendimenti odierni, pari a circa il 7,5%, si collocano a fronte di una duration di soli 3 anni.

Columbia Threadneedle

I gestori di Columbia Threadneedle Investments, in un contesto di incertezza geopolitica, scelgono di concentrarsi sullo stile di gestione che caratterizza la casa, ossia una gestione attiva che punta a investire a lungo termine in aziende con solidi fattori fondamentali, mantenendo un approccio ESG al centro della propria analisi. 

“Dopo un 2022 in cui sui mercati ha prevalso il sentiment macro, con i prezzi dei titoli che si sono in parte allontanati dai fondamentali di lungo periodo, determinando un calo dei mercati azionari. Quest’anno ci aspettiamo maggiori certezze, ad esempio rispetto al picco dell’inflazione e ai tassi d’interesse, che dovrebbe consentire al mercato di concentrarsi nuovamente sui fondamentali e di valutare meglio gli asset di rischio. Alla luce di ciò” osserva Davide Renzulli, Head of Advisory di Columbia Threadneedle Investments, “riteniamo che il contesto attuale sia più attraente per le società di alta qualità che beneficiano di una spinta strutturale alla crescita. Le azioni restano la nostra asset class preferita. Guardiamo con interesse società che godono di un potere di determinazione dei prezzi e quelle con margini lordi elevati, che forniscono un notevole cuscinetto contro l’inflazione. L’incertezza e la volatilità sono certamente aumentate, ma tendiamo a considerarle come ottime opportunità per incrementare le nostre posizioni in aziende ben posizionate per il lungo termine”.

Alla luce di ciò, secondo i gestori di Columbia Threadneedle, la strategia da tenere d’occhio quest’anno è Threadneedle (Lux) Global Focus Fund (articolo 8 SFDR), un fondo azionario globale a gestione attiva concentrato su circa 40-50 titoli di società che offrono elevato vantaggio competitivo, crescita di lungo termine e qualità. Il fondo detiene rating ESG relativamente più elevati rispetto all’indice di riferimento ufficiale e beneficia di oltre 100 professionisti dell’investimento specializzati nelle diverse aree geografiche e nei diversi settori, che supportano il gestore del fondo David Dudding. 

La principale fonte di alpha del fondo nonché il suo punto di forza è il processo di selezione dei titoli. La capacità delle società di qualità di sostenere un’elevata redditività del capitale e una crescita superiore alla media è spesso sottovalutata: ciò significa che i potenziali vincitori di lungo termine quotano a sconto rispetto al loro valore intrinseco. Per questo, i gestori del fondo puntano su una strategia che ricerchi titoli di qualità caratterizzati da vantaggi competitivi durevoli e modelli di business solidi, con un potenziale di crescita elevato e sostenibile a lungo termine. 

DPAM

DPAM, invece, propone il fondo DPAM L Bonds Emerging Markets Sustainable (articolo 9 SFDR), che investe principalmente in obbligazioni, comprendendo quelle con rating basso, emesse da governi (o enti collegati) dei mercati emergenti e denominate in qualsiasi valuta. Il fondo è cogestito da Michael Vander Elst e Hugo Verdiere, entrambi Fixed Income Fund Manager in DPAM. 

Nell’ambito della gestione attiva del fondo, il gestore seleziona titoli con un potenziale di rendimento vantaggioso in relazione al rischio sostenuto sulla base di criteri sia finanziari sia legati allo sviluppo sostenibile (come ad esempio il rispetto dell’ambiente o una governance socialmente equa). Il fondo è gestito attivamente e non viene utilizzato alcun benchmark. 

L’approccio sostenibile della strategia si fonda su un triplice impegno: difendere i diritti fondamentali, non finanziare attività controverse che potrebbero compromettere la reputazione a lungo termine degli investimenti e promuovere le migliori pratiche e i maggiori sforzi in materia di sostenibilità.

Inoltre, gli attivi soddisfano due criteri: l’esclusione dei Paesi che non rispettano uno standard minimo di democrazia secondo la classifica dei Paesi elaborata da Freedom House e/o il Democracy Index, pubblicato dall’Economist Intelligence Unit e la limitazione degli investimenti in base al punteggio di sostenibilità

Sulla base delle specifiche sfide in questo settore sostenute da ciascun Paese, e con l’ausilio di esperti indipendenti, il modello di analisi della sostenibilità di DPAM si basa su cinque pilastri: trasparenza e valori democratici, ambiente, istruzione e innovazione, popolazione, assistenza sanitaria e distribuzione della ricchezza ed economia. 

Sebbene questo fondo possa essere esposto al rischio del debito governativo e ai rischi specifici legati ai Paesi dei mercati emergenti, secondo i gestori è un’opportunità interessante per il 2023 perché ritengono che la diversificazione globale offerta da questa classe di attivi permetta agli investitori di beneficiare di un’ottima protezione contro circostanze impreviste come tensioni geopolitiche e rischi pandemici. Inoltre, non bisogna dimenticare la crescente importanza delle economie emergenti nel commercio globale. Questo è probabilmente il motivo più convincente per sovrappesare le obbligazioni sovrane dei mercati emergenti.

Inoltre, data l’elevata correlazione tra i Paesi con un elevato punteggio ESG nel modello di analisi della sostenibilità dei Paesi e il loro rating finanziario, l’approccio di DPAM di investire almeno il 40% del patrimonio in gestione nel primo 25% dei Paesi in classifica, crea un bias di qualità, ha un impatto positivo sulla volatilità e limita il rischio di drawdown per l’investitore.

abrdn

Anche la società di gestione inglese abrdn punta sugli emergenti, consigliando agli investitori di puntare dulla strategia abrdn EM Sustainable Development Corporate Bond Fund, tra i pochi fondi articolo 9 nella gamma dell’obbligazionario corporate dei mercati emergenti. 

Il fondo mira a contribuire attivamente agli SDG dell’ONU allocando il capitale su società che offrono un forte rendimento finanziario e dimostrano – attraverso prodotti, servizi e iniziative – un chiaro e concreto allineamento a uno o più degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite (ONU).

Il fondo è diversificato a livello regionale, nazionale e settoriale, con posizioni di entità moderata per minimizzare i rischi specifici. Connubio tra profitto e impatto positivo. Il portafoglio è incentrato sui fondamentali e il team di gestione punta a un profilo di rischio/rendimento simile al credito corporate EM tradizionale.

Il mondo è alle soglie di grandi cambiamenti sia da un punto di vista ambientale che sociale. Selezionando le aziende che contribuiscono materialmente agli SDG dell’ONU, questo fondo mira a investire in soluzioni sostenibili volte ad affrontare le grandi sfide del pianeta.

Essendo uno dei pochi fondi ex articolo 9 nel settore del debito emergente, il team che lo gestisce ritiene che essere i primi a muoversi offra un’opportunità unica di generare alfa. 

Candriam

Candriam rivolge l’attenzione ad un altro tema che ha assunto sempre più importanza negli ultimi anni, soprattutto dallo scoppio della pandemia: il settore sanitario. La strategia che la società di gestione favorisce per il 2023, infatti, è Candriam Equities L Oncology Impact, gestita attivamente da un team guidato da Rudi Van Den Eynde. Il fondo, classificato articolo 9 SFDR, ha in gestione masse per 1,94 miliardi di dollari e ha registrato una performance positiva del 2,13% su un orizzonte a un anno e un +7,68% su un orizzonte a tre anni.

È una strategia che investe in società quotate che sviluppano prodotti e servizi per la cura del cancro, per quanto riguarda diagnosi, profilazione e terapia. Il fondo va ad ampliare la gamma di investimenti tematici di Candriam, che conta AuM per 10 miliardi di euro (a fine 2022). 

Come sottolineano i gestori di Candriam, le azioni del segmento healthcare hanno tenuto bene nell’attuale contesto rispetto al resto del mercato. Le aziende farmaceutiche presentano bilanci solidi, poco influenzati dai costi di finanziamento e l’oncologia è un sotto-segmento in cui l’innovazione è un importante motore di crescita. 

Inoltre, la duplice esperienza di Candriam nel campo della biotecnologia e della finanza è un vantaggio fondamentale per identificare le migliori opportunità. Il fondo crea anche un doppio impatto donando il 10% delle commissioni nette di gestione a organizzazioni leader nella ricerca sui tumori, tra cui, in Italia, l’IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori.

M&G

M&G Investments, asset manager leader in Europa, propone una strategia che investe in società che contribuiscono agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Si tratta di M&G (Lux) Global Sustain Paris Aligned Fund, fondo azionario globale conforme ai requisiti dell’articolo 9 SFDR, che investe in un portafoglio concentrato (30-40 titoli azionari globali o europei) di società sostenibili e di qualità. Il fondo, gestito da John William Olsen, ha 226 milioni di euro di masse in gestione al 31 dicembre 2022.

Il fondo M&G (Lux) Global Sustain Paris Aligned Fund è una strategia vincente perché ha l’obiettivo di fornire un contributo concreto alla lotta ai cambiamenti climatici e alla salvaguardia del nostro Pianeta. Per poter essere incluse nel fondo, infatti, le imprese devono allinearsi il più possibile agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. 

Tale allineamento è misurato dall’intensità di carbonio, ovvero le emissioni di CO2 di un’impresa per milione di dollari statunitensi di vendite. Il gestore confronta questo dato con l’intensità media ponderata di carbonio dell’indice di riferimento globale o europeo e può così determinare l’effetto relativo di un’azienda sul clima. Il fondo investe esclusivamente in aziende con un’intensità di carbonio contenuta o in diminuzione. I gestori mirano, inoltre, all’individuazione di aziende in grado di apportare soluzioni alla sfida climatica.

AllianzGI

Non poteva mancare l’acqua tra i temi caldeggiati dai gestori per il 2023. Infatti, come sottolinea Andreas Fruschki – gestore del fondo Allianz Global Water, la crisi idrica è sotto gli occhi di tutti: rappresenta una delle sfide più attuali ed allo stesso tempo drammatiche dei nostri giorni. Gli investimenti in questo ambito sono delle priorità a livello mondiale e rappresentano quindi un tema d’investimento particolarmente interessante. Allianz Global Water è una strategia azionaria globale che consente agli investitori di partecipare allo sviluppo di soluzioni concrete per affrontare le problematiche legate all’acqua, investendo in aziende innovative che si occupano del miglioramento dell’offerta, dell’efficienza e della qualità delle risorse idriche in tutto il mondo. 

Il fondo investe conformemente con alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, generando alpha finanziario, ambientale e sociale. Per tali motivi è classificato come articolo 8 SFDR e rappresenta una delle soluzioni più distintive della gamma di strategie tematiche ad impatto di AllianzGI.