Una società che voglia mantenere la propria competitività e assicurarsi il successo nel lungo periodo, oggi più che mai, deve includere i criteri ESG nella strategia aziendale. Ne è consapevole Mediobanca, che da anni analizza le proprie priorità in ambito si sostenibilità attraverso un’analisi di materialità per individuare i temi rilevanti nell’ambito ambientale, sociale e della governance.
Dall’ultima matrice rilevata dalla banca, è emerso che l’etica e l’integrità nel business, la governance e la strategia sostenibile, il business responsabile e l’offerta di prodotti sostenibili sono gli aspetti di maggiore interesse del gruppo.
Numerosi anche gli obiettivi specifici di sostenibilità di Mediobanca, inclusi nel Piano Strategico 2019-2023, che puntano a integrare i 17 SDGs dell’Onu nelle strategie industriali e finanziarie.
Tra le iniziative più rilevanti intraprese sul fronte della sostenibilità, vi è l’adesione alla Net-Zero Banking Alliance (NZBA) – che ha permesso alla banca di fissare i primi obiettivi climatici intermedi per la riduzione delle emissioni indirette, la definizione del progetto toDEI – un percorso finalizzato a creare un ambiente di lavoro più inclusivo e la pubblicazione del primo report TCFD (Task Force on Climate-Related Financial Disclosures).
Giovanna Giusti Del Giardino, Responsabile della Sostenibilità di Mediobanca ha raccontato a ESGnews i passi mossi fin qui dalla banca nel suo percorso verso un sistema aziendale più sostenibile.
Quali sono i temi più rilevanti per la vostra azienda nell’ambito della sostenibilità? Sono in linea con le richieste che avanzano i vostri investitori a questo riguardo?
Ogni anno organizziamo un’analisi di materialità con l’obiettivo di individuare i temi rilevanti, ovvero gli aspetti che potrebbero riflettere significativi impatti economici, ambientali e sociali della nostra azienda o che potrebbero influenzare in modo sostanziale le valutazioni e le decisioni degli stakeholder, condizionando la nostra capacità di creare valore nel breve, medio e lungo periodo. Tali aspetti sono importanti anche per la gestione dei rischi e per la strategia.
In base all’ultima matrice di materialità, le tematiche più rilevanti emerse sono: etica e integrità nel business; governance e strategia sostenibile; business responsabile e prodotti sostenibili.
Sul fronte degli investitori, invece, nell’ultimo anno le richieste hanno riguardato più specificatamente cambiamento climatico e diversità e inclusione.
Quali sono i vostri principali obiettivi in ambito ESG?
Vogliamo dare il nostro contributo concreto alla generazione di un cambiamento positivo, focalizzandoci su progetti e attività sempre più in linea con gli obiettivi globali.
Per questo abbiamo definito i nostri target di sostenibilità all’interno del Piano Strategico 2019-2023 con l’intento di contribuire al conseguimento di 6 dei 17 macro Sustainable Development Goals, a testimonianza del nostro impegno per l’integrazione della Sostenibilità nelle strategie industriali e finanziarie.
Tali obiettivi sono così sintetizzabili:
- Investimenti responsabili: valutazione anche con criteri ESG sul 100% dei nuovi investimenti;
- Pari opportunità: garanzia di un’equa rappresentanza di genere;
- Supporto alla transizione energetica: emissione di obbligazioni ESG;
- Riduzione dell’impatto ambientale diretto: riduzione delle emissioni di CO2 e aumento delle auto ibride aziendali;
- Contributo alla crescita economica tramite investimenti in piccole e medie imprese italiane;
- Sostegno alla comunità locale con investimenti nei progetti a impatto sociale e ambientale.
Inoltre, abbiamo rafforzato il nostro impegno per contrastare il cambiamento climatico tramite l’adesione alla Net-Zero Banking Alliance (NZBA), a seguito della quale abbiamo fissato i primi obiettivi climatici intermedi per la riduzione delle emissioni indirette. I target, allineati a una 1,5°C climate ambition e quindi agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, prevedono – entro il 2030 – una riduzione delle emissioni associate all’esposizione creditizia proprietaria nei settori Power e Automotive rispettivamente del 68% e 45%.
Infine, all’interno del progetto toDEI, un percorso lanciato nel marzo 2021 e finalizzato a creare un ambiente più inclusivo, abbiamo identificato degli obiettivi quantitativi per creare un ambiente di lavoro inclusivo partendo dal ribilanciamento dei generi all’interno della nostra azienda nel medio-lungo periodo.
Quali sono i principali risultati ottenuti?
Relativamente ai target ESG 2019-2023, che vengono rendicontati annualmente all’interno della Dichiarazione Non Finanziaria, si evidenzia uno stato di avanzamento coerente con l’orizzonte temporale del piano.
In merito ai più recenti obiettivi DE&I (diversity, equity & inclusion), il programma è stato avviato da pochi mesi e quindi è prematuro parlare di risultati. Ma ad oggi sono state già implementate diverse iniziative in quest’ambito che lasciano presagire che ci stiamo muovendo nella giusta direzione.
A che punto siete nel percorso di decarbonizzazione e come pensate che la crisi energetica influirà sulla sua evoluzione?
A fine settembre abbiamo pubblicato il nostro primo report TCFD (Task Force on Climate-Related Financial Disclosures), per comunicare in maniera trasparente le informazioni sul nostro impatto ambientale.
Il report, che offre una panoramica completa del nostro approccio ai rischi e alle opportunità climatiche, contiene, fra le altre cose:
- un’analisi dei rischi climatici del portafoglio che evidenzia un’esposizione molto limitata nei settori ad alto rischio;
- la quantificazione dell’impronta carbonica del portafoglio crediti e investimenti;
- un primo esercizio di allineamento del portafoglio lending rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi (1,5°C climate ambition) con risultati migliori rispetto al benchmark nei settori power, automotive e oil&gas;
- la definizione dei primi obiettivi climatici intermedi per la riduzione delle emissioni GHG, in coerenza con l’adesione al programma della Net-Zero Banking Alliance (NZBA).
Siamo partiti da poco ma la nostra baseline è già molto buona. Siamo consapevoli che il percorso è lungo, ma ritengo che la crisi energetica darà un’ulteriore accelerazione allo sviluppo delle energie alternative.