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Mediobanca, cresce l’impegno sul clima e stock attività creditizia ESG a 3,3 mld

Cresce l’offerta di prodotti e servizi che rispettano criteri ESG di Mediobanca, che ha archiviato un primo trimestre con risultati positivi. L’istituto di Piazzetta Cuccia ha raggiunto, al 30 settembre 2022, uno stock ESG di circa 3,3 miliardi per quanto riguarda l’attività creditizia, di cui l’80% afferente al CIB, il 12% al Wealth Management e l’8% al Consumer Finance. Il Debt Capital Market si accredita nuovamente tra i principali operatori nell’ambito ESG grazie a cinque operazioni portate a termine nel trimestre per un totale emesso di 4,2 miliardi. Al 30 settembre 2022 inoltre, la quota dei fondi ESG (ossia i fondi qualificati ex SFDR Articles 8 e 9) nel portafoglio della clientela Premier è salita al 65%.

Il gruppo archivia dunque i conti evidenziando un profilo e un impegno ESG in costante progresso. Mediobanca, infatti, dopo aver aderito al PRB (Principle for Responsible Banking) e alla Net-Zero Banking Alliance (NZBA), nell’ultimo trimestre ha pubblicato il primo report Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) con dettagliate informazioni relative al proprio impatto ambientale.

Il report, che offre una panoramica completa dell’approccio del gruppo ai rischi e alle opportunità climatiche, contiene, fra le altre cose: un’analisi dei rischi climatici che viene integrata nell’ambito delle analisi di rischiosità del portafoglio evidenziando un’esposizione molto limitata nei settori ad alto rischio, la quantificazione dell’impronta carbonica del portafoglio crediti e investimenti afferente alle attività di Wholesale Banking, un primo esercizio di allineamento del portafoglio lending rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi (1,5°C climate ambition) con risultati migliori rispetto al benchmark nei settori power, automotive e oil&gas e la definizione dei primi obiettivi climatici intermedi per la riduzione delle emissioni GHG, in coerenza con l’adesione al programma della Net-Zero Banking Alliance (NZBA).

I target, allineati agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, prevedono, entro il 2030, una riduzione delle emissioni associate all’esposizione creditizia proprietaria nei settori power e automotive rispettivamente del 68% e 45%.

Nel trimestre il gruppo ha registrato un utile netto di 262,6 milioni, in linea con i 261,9 milioni dello scorso anno, ed in crescita rispetto ai 191 milioni del trimestre precedente, cui corrisponde un ROTE del 12% e un EPS trimestrale pari a 0,31 euro (+5% a/a). I ricavi raggiungono nuovi massimi storici (+7,2%, da 706,4 a 757,1 milioni), mentre si mantengono elevate l’efficienza (indice costi/ricavi migliorato al 42,5%), la qualità del credito (gross NPL ratio al 2,5%, overlays intatti a circa 300 milioni) e la dotazione patrimoniale (CET1 al 15,1%; Fully Loaded al 14,0%5).