Il 2022 è l’anno decisivo per catalizzare gli sforzi delle organizzazioni e fondazioni internazionali che si stanno impegnando a realizzare gli standard di rendicontazione ESG e le legislazioni al riguardo. Serve trasparenza, coerenza e solidità nel reporting aziendale sulla sostenibilità, ma più di ogni altra cosa, è necessaria la convergenza tra tutte le iniziative in atto e per questo serve dare priorità a questo aspetto affinché gli sforzi non siano vani. È quanto sottolineato e richiesto da una lettera inviata dal gruppo We Mean Business Coalition, formato da sette organizzazioni no-profit (BSR, CDP, Ceres, CLG Europe, Climate Group, The B Team e il World Business Council for Sustainable Development) che collabora con oltre 7.000 aziende in tutto il mondo che si sono impegnate a ridurre le emissioni e rispettare gli standard climatici, ai presidenti dell’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), del GRI (Global Reporting Initiative), del SEC (Securities and Exchange Commission), e dell’ISSB (International Sustainability Standards Board).
“A nostro avviso, una maggiore convergenza tra le vostre iniziative è possibile e vitale. Anche piccoli disallineamenti sulla terminologia, sulle definizioni e sui concetti contenuti nelle versioni in bozza degli standard e delle legislazioni rischiano di compromettere il loro impatto collettivo. La nostra ambizione generale dovrebbe essere quella di garantire che le aziende e i loro investitori ricevano le soluzioni più efficienti, senza la necessità di dover redigere ulteriori rapporti per soddisfare una moltitudine di standard” ha scritto il gruppo nella mail.
La comparabilità tra le varie giurisdizioni, infatti, potrà offrire soluzioni più costo-efficienti per le aziende chiamate a contabilizzare i fattori ESG e a ridurre al minimo le opportunità di greenwashing, oltre che attribuire una responsabilità precisa alle società riguardo la rendicontazione. Inoltre, la creazione di schemi equiparabili è importante per fornire un quadro il più chiaro possibile agli investitori che vogliono investire in aziende che siano realmente sostenibili in tutti i mercati e in tutte le aree geografiche del mondo.
In particolare, quindi, la coalizione We Mean Business ha sottolineato, in primo luogo, come la direttiva europea sulla rendicontazione di sostenibilità, la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), debba fare chiari riferimenti sia all’ISSB che al GRI per quanto riguarda la doppia materialità. Il gruppo ha infatti evidenziato come lo scorso marzo 2022, l’IFRS Foundation e il GRI abbiano rassicurato le aziende che redigono i reporting in base agli standard dell’ISSB e del GRI che vi sarà compatibilità dei requisiti per quanto riguarda la doppia materialità. Ma l’ultima bozza della CSRD, invece, contiene una definizione alternativa di materialità d’impatto che non è allineata con quella del GRI. Questo ha messo in crisi le aziende che non sono più sicure che la rendicontazione che segua i criteri e gli standard dell’ISSB e del GRI sia sufficiente a soddisfare quelli richiesti dalla direttiva europea.
Il secondo invito di We Mean Business è poi volto alla SEC affinchè acconsenta alle aziende statunitensi di utilizzare standard di rendicontazione comparabili, come quelli che saranno proposti dall’ISSB, laddove soddisfino i requisiti della SEC.
Infine, il gruppo ha appoggiato la proposta dell’ISSB di istituire un gruppo di lavoro per migliorare la compatibilità e l’interoperabilità tra gli standard global. “Esortiamo l’ ISSB e i membri del gruppo di lavoro, che comprende il Ministero delle Finanze cinese, la Commissione europea, l’EFRAG, l’autorità giapponese dei servizi finanziari (Japanese Financial Services Authority), il comitato giapponese che si sta occupando degli standard di sostenibilità in Giappone (Sustainability Standards Board of Japan Preparation Committee), la Securities Financial Conduct Authority del Regno Unito e la SEC degli Stati Uniti, a trovare modi costruttivi per far sì che gli standard dell’ISSB diventino il punto di riferimento comune a livello globale per le società al fine di soddisfare le esigenze informative degli investitori e dei mercati dei capitali” ha scritto il gruppo che ha poi concluso: “Lavorando insieme, libereremo il potenziale della leadership aziendale in materia di clima per perseguire i nostri obiettivi comuni di dimezzare le emissioni entro il 2030 e garantire un futuro giusto e sostenibile per tutti”.