Sono tante le sfide normative globali che si prospettano per il 2023, soprattutto quelle legate alla regolamentazione ESG, ovvero alla finanza sostenibile. Per analizzarle e approfondirle Bloomberg ha ospitato il Global Regulatory Forum, dove esperti del settore hanno affrontato la questione, esaminando i contesti specifici dei mercati di Europa, Stati Uniti, Regno Unito e regione APAC. Tra i temi al centro delle analisi degli specialisti della regolamentazione coinvolti nel forum vi è l’agenda verde di ciascuna area geografica presa in considerazione.
Indice
Panoramica della regolamentazione europea
L’ambiziosa agenda europea per la politica dei servizi finanziari ha dovuto adattarsi rapidamente all’invasione russa dell’Ucraina, che ha posto fine a decenni di pace nel continente e ha creato nuove perturbazioni nei mercati globali. Ciononostante, la guerra e le sue ricadute economiche hanno accentuato l’importanza di obiettivi politici europei fondamentali, come l’autonomia strategica, la transizione energetica verde e il superamento della frammentazione normativa. Oltre alla continua incertezza geopolitica e macroeconomica, il 2023 si preannuncia un anno importante per la regolamentazione finanziaria europea, in quanto il processo di definizione delle politiche si intensifica e le principali modifiche normative iniziano a entrare in vigore.
In particolare, in Europa l’agenda normativa sulla finanza sostenibile continua a essere una priorità importante sia per le imprese che per le autorità di regolamentazione, rendendo la regione leader globale nel settore. Inoltre, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha spinto la sicurezza energetica in cima all’agenda politica europea e ha rinvigorito la necessità di trovare alternative energetiche al gas russo e di accelerare la transizione verde.
A seguito di notevoli controversie e dibattiti, nell’estate del 2022 i legislatori europei hanno approvato l’inclusione di alcune attività del gas e del nucleare come attività transitorie nel quadro della tassonomia dell’UE. Le modifiche stanno iniziando ad essere applicate da questo gennaio.
L’UE continua ad assumere un ruolo guida nell’implementazione di informazioni obbligatorie sulla sostenibilità e sul clima, con la rendicontazione prevista dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) che coinvolgerà nel 2024 le aziende più grandi, mentre le aziende non UE e quelle più piccole avranno più tempo a disposizione.
I legislatori europei stanno anche sviluppando e finalizzando le norme dettagliate del Regolamento sulla divulgazione della finanza sostenibile (SFDR), sebbene sia stato annunciato a fine novembre un ritardo nell’iter. Questo regolamento indica i requisiti specifici per l’informativa a livello di prodotto sui principali impatti negativi (PAI) e l’allineamento della tassonomia dei fondi degli articoli 8 e 9 nell’ambito del regime SFDR. Allo stesso tempo, le autorità di regolamentazione sono vicine all’approvazione delle proposte per uno standard europeo per i green bond (EU GBS) che introdurrà requisiti per qualsiasi emittente che utilizzi l’etichetta “European green bond”.
Le istituzioni dell’UE si stanno impegnando, quindi, per mettere in atto gli elementi chiave della strategia per la finanza sostenibile, un’agenda politica completa lanciata nel 2018 per incanalare i capitali nella transizione climatica. Da quando è stata lanciata, l’UE si è affermata come voce normativa di primo piano a livello globale in materia di politica di finanza sostenibile.
Panoramica della regolamentazione USA
Affrontare il cambiamento climatico e gestire il rischio finanziario legato al clima sono delle priorità per i regolatori statunitensi. Ad agosto, il Presidente Biden ha firmato l’Inflation Reduction Act, il più grande investimento governativo in energia pulita nella storia degli Stati Uniti, che mira a raggiungere una riduzione di circa il 50% delle emissioni di gas serra entro il 2030. Alla COP27, gli Stati Uniti hanno presentato l’Energy Transition Accelerator, un nuovo programma di crediti di carbonio progettato per coinvolgere in primo piano gli investitori negli sforzi per ridurre le emissioni e accelerare la produzione di energia rinnovabile.
Recentemente, la Federal Reserve, la banca centrale statunitense, ha annunciato l’intenzione di far partecipare un gruppo selezionato delle maggiori banche statunitensi a un esercizio pilota di analisi degli scenari climatici, volto a misurare e gestire i rischi finanziari legati al clima.
Quest’anno, la SEC (Securities and Exchange Commission) ha presentato una serie di nuove norme sul clima e sull’ESG volte ad aumentare l’informativa e ad affrontare i rischi finanziari legati al clima e i problemi di greenwashing. Le norme proposte dovrebbero essere finalizzate nel 2023.
Anche la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) ha sollecitato un feedback pubblico su tutti gli aspetti del rischio finanziario legato al clima che riguardano i mercati dei derivati e delle materie prime sottostanti. I mercati volontari del carbonio, in particolare, saranno probabilmente al centro dell’attenzione della CFTC nei prossimi mesi.
Nonostante le ambizioni delle autorità e i progetti futuri, è probabile che le questioni climatiche rimangano altamente politicizzate negli Stati Uniti e, secondo Bloomberg, si presenterà una forte opposizione alla prosecuzione della regolamentazione della SEC in questo settore.
Panoramica della regolamentazione del Regno Unito
Con l’intensificarsi della corsa al net zero, il Regno Unito ha mostrato l’ambizione di affermarsi come punto di riferimento globale per l’agenda della finanza sostenibile e si sta adoperando per diventare il primo centro finanziario net zero al mondo.
In risposta al crescente numero di prodotti d’investimento commercializzati come “verdi” o “sostenibili”, la FCA ha pubblicato una bozza che contiene un pacchetto di misure per proteggere i consumatori e migliorare la fiducia nei prodotti d’investimento sostenibili, nell’ambito del regime britannico dei Sustainability Disclosure Requirements (SDR). Le misure comprendono, tra l’altro, etichette per i prodotti d’investimento sostenibili, restrizioni sull’uso di alcuni termini legati alla sostenibilità e informazioni rivolte ai consumatori. Le proposte sono destinate a integrare e a sviluppare gli attuali requisiti della FCA che impongono ai gestori e ai proprietari di asset di fornire informazioni in linea con le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD).
In attesa di ulteriori annunci da parte del governo britannico sul quadro della tassonomia britannica, il Green Technical Advisory Group del Regno Unito – un gruppo indipendente incaricato di fornire consulenza non vincolante al governo britannico – ha presentato la prima serie di raccomandazioni sullo sviluppo di una tassonomia britannica. I suggerimenti del gruppo indipendente si concentrano su questioni quali i criteri di selezione tecnica, l’interoperabilità internazionale e il principio “Do No Significant Harm”. Poiché le imprese globali rappresentano una parte significativa del settore dei servizi finanziari del Regno Unito, secondo Bloomberg verrà prestata particolare attenzione a come gestire al meglio le potenziali divergenze future della tassonomia tra il Regno Unito e altre giurisdizioni.
Infine, anche la Bank of England e la Prudential Regulation Authority (PRA) hanno fatto passi avanti per integrare le considerazioni sul cambiamento climatico negli accordi di vigilanza e nelle politiche esistenti.
Panoramica della regolamentazione della regione APAC
A causa della natura transfrontaliera dei mercati dei capitali e della portata globale delle istituzioni finanziarie americane ed europee, le riforme della struttura del mercato che hanno origine in Europa e in America hanno avuto un impatto extraterritoriale sulle giurisdizioni della regione Asia-Pacifico (APAC).
Tutto ciò vale anche per la finanza sostenibile. Affrontare il cambiamento climatico, infatti, è ormai una priorità assoluta sia per i politici che per l’industria anche nella regione APAC. Si stanno introducendo nuove politiche, linee guida e regolamenti per affrontare i vincoli sulla disponibilità dei dati, migliorare la coerenza delle informazioni e identificare i margini di miglioramento nella rendicontazione sul clima.
Ad esempio, i responsabili politici dell’APAC stanno assumendo un ruolo guida con l’adozione delle raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD). In particolare, la Nuova Zelanda è stata il primo Paese a introdurre le raccomandazioni TCFD nella legislazione. Inoltre, le autorità di regolamentazione di Hong Kong, Singapore, Taiwan e Malesia stanno richiedendo alle istituzioni finanziarie una rendicontazione sul clima allineata alla TCFD in tempi diversi, con l’attuazione prevista entro il 2025.
Mentre l’APAC segue ed esamina da vicino l’applicazione del quadro tassonomico dell’UE, le autorità di regolamentazione e il settore stanno collaborando allo sviluppo di tassonomie locali. Il MAS (Monetary Authority of Singapore) sta consultando la tassonomia verde e di transizione per le istituzioni finanziarie con sede a Singapore, al fine di semplificare il processo di investimento ESG individuando tassonomie coerenti. Le autorità dell’ASEAN si sono riunite per sviluppare una tassonomia ASEAN per la finanza sostenibile che funga da base comune per l’adozione della finanza sostenibile e di transizione da parte dei Paesi membri.
A Hong Kong, dopo la pubblicazione della Common Ground Taxonomy (CGT) aggiornata da parte dell’International Platform on Sustainable Finance, il gruppo direttivo interagenzie per la finanza verde e sostenibile, sostenuto dal governo, sta lavorando per finalizzare le proposte per il quadro di “classificazione verde” locale. Anche in Australia sono in corso iniziative guidate dal settore con il governo e le autorità di regolamentazione per sviluppare una tassonomia australiana della finanza sostenibile.
Poiché in diverse giurisdizioni si stanno sviluppando tassonomie diverse, la coerenza e l’interoperabilità tra i vari mercati continueranno a essere fondamentali. Ciò spiega il forte impulso normativo in tutta l’area APAC affinché le raccomandazioni dell’ISSB diventino una base comune per i requisiti giurisdizionali e forniscano una comparabilità sufficiente per ottenere un utile standard di reporting di base globale.
Nella regione, dalla classificazione all’informativa e alla rendicontazione, i responsabili politici stanno compiendo passi importanti per integrare la finanza verde e promuovere lo sviluppo sostenibile. Sono state messe in atto politiche per promuovere l’emissione di green bond, anche a Hong Kong e Singapore. Lo sviluppo del mercato del carbonio sta assumendo un ruolo sempre più importante come priorità emergente: tra gli esempi si possono citare i sistemi di carbon tax in Giappone, Nuova Zelanda e Singapore, i sistemi ETS nazionali in Nuova Zelanda e Corea del Sud e gli annunci di Hong Kong e India che intendono istituire mercati volontari del carbonio.