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ISSB, obiettivi e sviluppi dello standard di rendicontazione ESG

La necessità di standard di rendicontazione comuni e ben definiti riguardanti i temi ESG (Environmental, Social, Governance) è un tema caldo nel dibattito riguardante l’informativa aziendale non finanziaria. Gli investitori e tutti gli operatori di mercato necessitano infatti di informazioni trasparenti, comparabili e credibili per compiere scelte realmente in linea con un approccio economico più sostenibile senza rischiare di finanziare aziende che mettono in atto pratiche di greenwashing più che avere un impatto reale e impegnarsi concretamente sulle questioni ambientali, sociali e di governance.

La rilevanza del tema ha fatto si che molte organizzazioni internazionali, oltre che istituzioni governative, si siano mosse in tal senso. È quindi proprio per contribuire alla redazione di standard di divulgazione della sostenibilità internazionali, e integrarli nella propria proposta, che la Fondazione IFRS ha creato a novembre l’International Sustainability Standards Board (ISSB).

La Fondazione IFRS è un’organizzazione senza scopo di lucro creata nel 2001. Sviluppa standard di rendicontazione accettati a livello globale che rispondono all’esigenza degli investitori e degli altri partecipanti al mercato dei capitali di disporre di informazioni trasparenti e comparabili per prendere decisioni economiche.

Vediamo nel dettaglio cos’è l’ISSB, qual è la sua missione in che modalità lavora.

Cos’è l’International Sustainability Standards Board e la sua missione

Il 3 novembre 2021, in occasione della COP26 di Glasgow, l’IFRS ha annunciato la costituzione dell’International Sustainability Standards Board (ISSB). L’ISSB svilupperà, nell’interesse pubblico, degli standard che coprano i temi ESG importanti per la sostenibilità, incentrati sulle esigenze degli investitori e dei mercati finanziari.

Ad aprile, il board ha pubblicato le prime due bozze; una riguardante i requisiti generali per la divulgazione degli aspetti relativi alla sostenibilità e l’altra sui requisiti relativi al clima.

Le proposte, e tutto il lavoro dell’ISSB, si basa sulle iniziative di reporting esistenti, tra cui il Climate Disclosure Standards Board, la Task Force for Climate-related Financial Disclosures (TCFD), il Value Reporting Foundation’s Integrated Reporting Framework e gli standard SASB (Sustainability Accounting Standards Board), e le Stakeholder Capitalism Metrics del World Economic Forum. L’obiettivo dell’ISSB è quello di pubblicare uno standard globale per l’informativa sulla sostenibilità per i mercati finanziari.

La struttura dell’IFRS

L’ISSB e le altre organizzazioni che sviluppano standard di rendicontazione della sostenibilità

Nei mesi prima della creazione dell’ISSB, le principali organizzazioni e iniziative per la sostenibilità e il reporting integrato hanno lavorato congiuntamente nell’ambito del Technical Readiness Working Group (TRWG), creato dagli amministratori della Fondazione IFRS per consentire all’ISSB di fondare il proprio lavoro sulle iniziative esistenti e fornire una base su cui iniziare. Questo lavoro è stato sostenuto dall’International Organization for Securities Commissions (IOSCO).

I membri del TRWG sono il Climate Disclosure Standards Board (CDSB), lo IASB, la Task Force for Climate-related Disclosures (TCFD), la Value Reporting Foundation (VRF, che ha riunito l’Integrated Reporting Framework e gli standard SASB e ora è entrata a fare parte dell’IFRS) e il World Economic Forum (WEF).

Il TRWG ha lavorato sulle raccomandazioni per l’ISSB. Questo lavoro comprende il consolidamento e il miglioramento di aspetti chiave dei contenuti delle organizzazioni membri del TRWG.

L’IASB e l’ISSB

L’ISSB lavora in stretta collaborazione con lo IASB (International Accounting Standards Board), l’organismo responsabile dell’emanazione dei principi contabili internazionali, per assicurare la connessione e la compatibilità tra i principi contabili IFRS e i principi dell’ISSB (che saranno gli IFRS Sustainability Disclosure Standards). Ciascun comitato sarà indipendente e i loro standard si completeranno a vicenda.

L’obbligatorietà degli standard dell’ISSB per le aziende

I leader del G20 hanno accolto con favore il programma di lavoro della Fondazione IFRS per lo sviluppo di una base globale per l’informativa sulla sostenibilità.

L’ISSB svilupperà gli standard in modo tale da poterli rendere obbligatori e combinare con i requisiti specifici della giurisdizione o con quelli volti a soddisfare le esigenze informative di gruppi di stakeholder più ampi oltre agli investitori. Coerentemente con l’approccio adottato per i principi contabili dello IASB, spetterà poi alle autorità decidere se imporre l’uso dei principi dell’ISSB.

Al momento parallelamente in Europa l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) sta sviluppando gli standard comuni europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS) sui cui si baserà la direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) che indicherà le misure da seguire nella stesura della documentazione di rendicontazione delle attività aziendali e sarà obbligatoria per oltre 50.000 aziende.

Attualmente membri dell’IFRS hanno istituito un gruppo di lavoro per creare un meccanismo di impegno formale sulla definizione degli standard tra l’ISSB e i rappresentanti delle giurisdizioni, comprese quelle dei mercati emergenti.

In che modo i principi dell’ISSB affrontano la materialità

Nelle prime due bozze, l’ISBB ha applicato l’approccio della doppia materialità. Le aziende quindi secondo il board dell’IFRS, sono tenute a rendicontare i rischi e le opportunità legati alle questioni ESG sia dal punto di vista finanziario che da quello dell’impatto; dunque, dovranno relazionare in che modo le caratteristiche e le pratiche ambientali, sociali e di governance di una società influenzano economicamente e finanziariamente le attività aziendali, ma anche quali sono gli impatti “esterni”, a esse associati, sulle persone e sull’ambiente.

Cosa dovrebbero fare le aziende

Le aziende e in generale le organizzazioni che redigono o si preparano a stilare il bilancio dovrebbero continuare a utilizzare i framework e le linee guida volontarie esistenti per l’informativa sulla sostenibilità nel periodo che precede l’emanazione degli standard dell’ISSB. Come dichiarato dall’ISSB, gli sforzi compiuti ora per la rendicontazione delle questioni di sostenibilità aiuteranno le aziende ad applicare gli standard dell’ISSB in futuro. Gli standard e i quadri di riferimento dei membri del TRWG che sono rilevanti a questo scopo sono le raccomandazioni TCFD, il framework CDSB e quello dell’IIRC (International Integrated Reporting Council), gli standard SASB e le metriche del WEF.

A marzo, inoltre, il GRI (Global Reporting Initiative) e la Fondazione IFRS hanno annunciato un accordo di collaborazione in base al quale i rispettivi organismi normativi, quindi l’ISSB e il GSSB (Global Sustainability Standards Board), cercheranno di coordinare i loro programmi di lavoro e le attività di definizione delle norme.

Da chi è formato l’ISSB

L’ISSB è formato da 14 membri provenienti da tutto il mondo con un mix di prospettive professionali, inclusi investitori e preparatori. Come presidente è stato nominato Emmanuel Faber, ex amministratore delegato di Danone. Vicepresidente è invece Sue Lloyd che ha ricoperto diversi ruoli di primo piano all’interno dello IASB e del’IFRS e proviene dal mondo dell’investment banking in UK e Australia.

Gli altri membri nominati finora sono: Richard Barker (professore di contabilità presso l’Università di Oxford), Verity Chegar (ex responsabile della sostenibilità presso il California State Teachers’ Retirement System’s (CalSTRS)), Jeffrey Hales (professore dell’Università del Texas ed ex presidente del SASB), Michael Jantzi (managing director di Morningstar e fondatore di Sustainalytics), Bing Leng (responsabile della sostenibilità presso il Ministero delle Finanze cinese), Ndidi Nnoli Edozien (responsabile degli aspetti di sostenibilità di diverse iniziative di sviluppo in Europa e in Africa), Elizabeth Seeger (priveniente da KKR dove era managing director sustainable investing) e Tae- Young Paek (professore all’Università di Seoul esperto in sostenibilità).

L’ISSB avrà una presenza globale e multi-sede. Saranno coperte tutte le regioni: Americhe, Asia-Oceania ed EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). L’impegno con le economie in via di sviluppo ed emergenti sarà una priorità importante.

Gli uffici di Francoforte (sede del consiglio e ufficio del presidente) e di Montreal saranno responsabili di funzioni chiave a sostegno del nuovo consiglio e di una più profonda cooperazione con le parti interessate regionali. Gli uffici di San Francisco, in seguito al consolidamento con il VRF, e di Londra forniranno anche supporto tecnico e piattaforme per l’impegno sul mercato e una più profonda cooperazione con le parti interessate regionali.