International Sustainability Standards Board

ISSB, prime due bozze di standard di rendicontazione ESG

L’International Sustainability Standards Board, organismo dell’IFRS che ha il compito di sviluppare standard di rendicontazione riguardanti la sostenibilità, ha pubblicato le prime due proposte sul tema. La prima stabilisce i requisiti generali per la divulgazione degli aspetti relativi alla sostenibilità e l’altra specifica i requisiti relativi al clima. Il board ha aperto una consultazione per ricevere feedback al riguardo che chiuderà a fine luglio 2022.

Le proposte, che sono ancora una bozza, si basano sulle raccomandazioni della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (TCFD) e incorporano i requisiti di rendicontazione non finanziaria settoriali degli standard SASB (Sustainable Accounting Standards Board, assieme al GRI tra i principali standard setter ESG). L’ISSB conta di esaminare i commenti che riceverà e di proporre standard definitivi entro la fine dell’anno. Questi ultimi ambiscono a creare una base comune e completa di elementi necessari per la rendicontazione della sostenibilità al fine di soddisfare le esigenze informative degli investitori nella valutazione del valore di un’impresa, soprattutto per quanto riguarda una chiara individuazione dei rischi e delle opportunità significativi legati agli aspetti ESG.

Requisiti generali per la rendicontazione non finanziaria

La prima bozza, Exposure Draft IFRS S1 General Requirements for Disclosure of Sustainability-related Financial Information, stabilisce i requisiti generali di reporting delle informazioni finanziarie relative alla sostenibilità. La proposta richiede ad un’azienda di divulgare informazioni materiali sulla sua esposizione a tutti i rischi e alle opportunità significative legate alla sostenibilità, inclusi gli impatti e le conseguenze dell’attività aziendale sulle persone, sul pianeta e sull’economia, quando rilevanti per la valutazione del valore d’impresa dell’azienda.

Le informazioni richieste dallo standard includono elementi che permettano agli investitori di capire i processi di governance dell’azienda utilizzati per monitorare e gestire i rischi e le opportunità di sostenibilità; l’integrazione dei rischi ESG nel processo generale di gestione del rischio dell’azienda; la strategia aziendale con cui si intende affrontare i rischi e le opportunità significativi legati ai fattori ESG e le modalità in cui l’azienda li misura e li monitora (dunque gestisce). È richiesta l’inclusione dei parametri e degli obiettivi utilizzati e una valutazione interna delle prestazioni nel raggiungimento dei target prefissati. Inoltre, la proposta richiede che tali informazioni includano tutta la catena del valore di un’azienda, comprese le attività, le risorse e le relazioni con e dei fornitori, del marketing e della distribuzione.

Requisiti di rendicontazione relativi al clima

La seconda proposta, Exposure Draft IFRS S2 Climate-related Disclosures, invece, richiede alle aziende di rivelare informazioni materiali che permettano agli investitori di valutare l’effetto, sul valore dell’impresa, dei rischi e delle opportunità significativi legati al clima.

La proposta ha un approccio simile a quello dell’IFRS S1. Le informazioni richieste dallo standard dunque includono i processi di governance, i controlli e le procedure utilizzate per monitorare e gestire i rischi e le opportunità legati al clima. Informazioni su come il cambiamento climatico possa influenzare i modelli di business, la strategia e i flussi di cassa, e l’identificazione sia dei rischi fisici legati al cambiamento climatico che di quelli di transizione relativi al passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio.

Le aziende sono anche tenute a divulgare i piani per affrontare la transizione, compreso il modo in cui prevedono di raggiungere gli obiettivi climatici, o come mirano ad adattarsi ai rischi individuati.

Inoltre, lo standard richiede la rendicontazione delle emissioni sia dirette che indirette (scope 1, 2 e 3), calcolate utilizzando il GHG protocol. Questo requisito va oltre le regole di divulgazione del clima recentemente proposte dalla SEC, che chiede alle aziende l’informativa sulle emissioni indirette (scope 3) solo se sono materiali, o se l’azienda ha un obiettivo dichiarato di riduzione di tali emissioni. Per l’ISSB però l’inclusione delle emissioni scope 3 è necessaria per una valutazione efficace e per determinare il contributo reale alla riduzione degli impatti climatici generati da un’azienda che ne possono determinare e influenzare il valore finanziario.