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IIGCC

Parigi: FMI, 100 mld di fondi per le nazioni vulnerabili al clima

Il presidente francese Macron ha chiamato a raccolta capi di stato, organizzazioni internazionali, aziende private e rappresentanti della società civile per trovare soluzioni moderne ai disastri climatici e discutere la riduzione dei debiti dei paesi in via di sviluppo e una nuova tassa sui trasporti marittimi, in occasione del Vertice di Parigi per un Nuovo Patto di Finanziamento Globale, tenutosi nella capitale il 22 e 23 giugno. A co-presiedere le discussioni il Primo Ministro delle Barbados, Mia Mottley.

Al Summit hanno partecipato anche attivisti, fondi di investimento e imprese del terzo settore. L’Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC) si è unito al vertice partecipando a una serie di tavole rotonde per discutere su come aumentare i flussi finanziari per gli obiettivi climatici.

Al centro delle discussioni il ruolo del capitale privato per cercare di razionalizzare i flussi verso le soluzioni climatiche per i paesi vulnerabili e a basso reddito. Un altro punto chiave è stato il consolidamento dei piani di transizione da parte dei vari paesi, insieme alla garanzia che l’azione per il clima e la riduzione della povertà non si escludano a vicenda. Mahesh Roy, direttore del programma investor practices dell’IIGCC, ha partecipato a due tavole rotonde dell’OCSE sull’evoluzione del modello di business delle banche di sviluppo e su come catalizzare al meglio gli investimenti per il clima e l’energia.

Risultati e critiche

Tra gli annunci più importanti del Vertice, compare quello del Fondo Monetario Internazionale (FMI), che ha dichiarato di aver raggiunto i 100 miliardi di dollari in diritti speciali di prelievo (DSP), l’unità di conto del FMI, donati dalla quota dei paesi sviluppati. Questa valuta di riserva è a disposizione dei paesi vulnerabili al clima e viene rilasciata dal Fondo in caso di emergenza.

La Banca Mondiale ha inoltre annunciato che i paesi in via di sviluppo colpiti da catastrofi climatiche potranno sospendere i rimborsi del debito grazie all’aumento di “clausole di pausa” per rischio catastrofi nei suoi diritti di prestito. Tuttavia, ciò si applicherà solo ai nuovi prestiti. La Francia e gli Stati Uniti hanno promesso di introdurre clausole simili, mentre il Regno Unito ha fatto lo stesso per i suoi finanziamenti di credito all’esportazione a 12 paesi africani e caraibici, anche per i prestiti esistenti. Gli esperti hanno notato una crescente propensione all’adozione di questi impegni da parte di un numero maggiore di istituzioni.

Il Presidente Macron ha ribadito il sostegno francese a una tassa globale sul trasporto marittimo in vista delle discussioni che si terranno a luglio a Londra presso l’Organizzazione Marittima Internazionale delle Nazioni Unite (IMO). Il segretario al tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha indicato che l’amministrazione Biden prenderà in considerazione la proposta, anche se molti paesi rimangono riluttanti a condividere i diritti di tassazione.

Tra gli altri accordi, il G7 ha concluso un “mega accordo sull’energia verde” con il Senegal per sviluppare il settore delle energie rinnovabili per un valore di 2,74 miliardi di dollari statunitensi, mentre lo Zambia ha ristrutturato un debito nazionale di 6,3 miliardi di dollari.

Sebbene significativi, i critici hanno descritto i risultati raggiunti al vertice come modifiche piuttosto che come trasformazioni, con alcuni leader che hanno denunciato la percezione di molta ipocrisia. Il Primo Ministro delle Barbados Mia Mottley ha fatto notare che il Trattato Costituzionale di Maastricht dell’UE fissa un limite al rapporto debito/PIL del 60%, mentre “quasi tutti i Paesi europei si trovano ora ad affrontare rapporti superiori al 90%”.

Colmare il divario

Le tavole rotonde di alto livello dell’OCSE si sono concentrate sul divario finanziario tra gli investimenti attuali e quelli necessari per raggiungere gli obiettivi climatici e di sviluppo. Gruppi industriali, diplomatici e filantropi si sono uniti a istituzioni finanziarie pubbliche e private secondo le regole di Chatham House per condividere le loro opinioni su come migliorare l’impatto delle banche multilaterali di sviluppo (MDB). Queste regole deliberano che ogni partecipante a una discussione è libero di usare informazioni prese dalla discussione, ma non può rivelare chi ha fatto un preciso commento.

Riflettendo sulle conversazioni, Mahesh Roy ha sottolineato il ruolo che l’IIGCC potrebbe svolgere nel comunicare le esigenze dei suoi membri e nel sostenere il dialogo tra chi opera nei mercati emergenti e chi desidera colmare il divario. L’allineamento degli investimenti nei mercati emergenti è infatti un’area di interesse prioritario per molti risparmiatori.

“Nella seconda metà di quest’anno organizzeremo webinar, interventi e tavole rotonde per parlare di questi argomenti”, ha dichiarato Mahesh, “Questo informerà il pensiero dell’IIGCC su come aiutare un maggior flusso di fondi verso questi mercati. Il nostro gruppo di lavoro sui titoli sovrani e sui percorsi nazionali sta gettando le basi per una migliore integrazione di questi temi nel quadro degli investimenti netti zero”.