Regolamentazione europea

Legge sul ripristino della natura: via libera anche dal Parlamento UE

Dopo lo stallo di fine giugno, il Parlamento UE ha adottato la sua posizione negoziale sulla legge europea sul ripristino della natura (Nature Restoration Law) con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni. La legge in questione consiste nel regolamento sul ripristino della natura presentato dalla Commissione nel giugno 2022 per contribuire al recupero a lungo termine della natura danneggiata nelle aree terrestri e marine dell’UE e per raggiungere gli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità.

In occasione dell’adozione della propria posizione, gli eurodeputati hanno sottolineato che il ripristino degli ecosistemi è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e riduce i rischi per la sicurezza alimentare. Inoltre, hanno evidenziato che la proposta di legge non impone la creazione di nuove aree protette nell’UE né blocca la costruzione di nuove infrastrutture per l’energia rinnovabile. E’ stato approvato un nuovo articolo che sottolinea come tali impianti siano in larga misura di interesse pubblico.

Obiettivi per il 2030

Il Parlamento ha sottolineato che la nuova legge deve contribuire al conseguimento degli impegni internazionali dell’UE, in particolare quelli indicati nel quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite di Kunming-Montreal. I deputati hanno sostenuto, in particolare, la proposta della Commissione di attuare entro il 2030 misure di ripristino della natura coinvolgenti almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine dell’UE.

Il Parlamento ha inoltre proposto che la normativa si applichi solo una volta che la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e dopo che i Paesi dell’UE avranno quantificato le aeree da ripristinare per raggiungere gli obiettivi per ogni tipo di habitat. Il Parlamento ha voluto anche introdurre la possibilità di rinviare gli obiettivi di ripristino in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali.

Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrà valutare l’eventuale divario tra le esigenze finanziarie del ripristino e i finanziamenti UE disponibili e studiare soluzioni per colmare tale divario, in particolare attraverso un apposito strumento europeo.

Prossime tappe

Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio europeo, che aveva già approvato a giugno il regolamento, sul testo definitivo della legge.