Il Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo, in capo alla presidenza della banca, ha organizzato un incontro sulle priorità fondamentali per raggiungere una reale equità di genere in Italia e per riflettere su temi cruciali che incidono profondamente sulla società quali l’inclusione sociale ed economica delle donne, il sostegno a chi vive in condizioni di fragilità, il contrasto alla violenza di genere e l’empowerment femminile.
Lavoro, sicurezza e integrazione sono state le parole chiave dell’incontro e degli interventi della mattinata, che ha visto impegnati alcuni Enti del Terzo settore sostenuti dal Fondo di Beneficenza analizzare dati, progetti e strategie adottate negli ultimi anni per sostenere donne e bambini in situazioni di difficoltà, con uno sguardo ai prossimi passi verso una società più equa ed inclusiva, senza dimenticare l’importanza dell’accesso alle risorse economiche come leva per accelerare il processo. “Il lavoro, la sicurezza e l’integrazione sono i pilastri su cui costruire una società più equa e inclusiva. Solo attraverso un impegno collettivo, fatto di solidarietà e collaborazione, possiamo sperare di garantire a tutti – donne, migranti, minori e persone fragili – l’opportunità di un futuro migliore” ha dichiarato Giovanna Paladino, Senior Director del Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo, “Il Fondo di Beneficenza si impegna da sempre nella riduzione delle disuguaglianze sociali e oggi abbiamo voluto far conoscere alcuni progetti da noi sostenuti che speriamo possano diventare modelli per future iniziative e produrre un cambiamento duraturo. Le sfide che ci attendono richiedono non solo risorse economiche, ma una nuova visione culturale e sociale”.
Il Fondo di Beneficenza, come dimostrato dalle testimonianze degli ETS coinvolti nell’evento, ha fornito risorse e sostegno in ciascuno di questi ambiti a cominciare da quello lavorativo. In un’ Italia in cui il tasso di occupazione femminile è il più basso d’Europa (a luglio 2024 era il 54%, molto distante dal 70% europeo) e il tasso di inattività è al 42,4%, con quasi metà delle donne italiane che non ha un lavoro e nemmeno lo cerca, il Fondo ha sostenuto negli ultimi anni diversi progetti per l’inserimento lavorativo di donne, migranti e vittime di violenza. Sono stati finanziati 170 progetti, per un totale di 4 milioni di euro, con l’obiettivo di rafforzare competenze, aumentare l’autostima e offrire orientamento professionale. Inoltre, è stato fornito supporto per l’avvio di imprese individuali, servizi abitativi e legali, e interventi di conciliazione tra lavoro e vita privata. Il secondo tema affrontato nel corso dell’evento ha riguardato la sicurezza delle donne, in particolare la violenza di genere che colpisce non solo le vittime dirette, ma l’intera società. Secondo il rapporto SDG dell’Istat, l’81,6% delle persone molestate sul lavoro sono donne, soprattutto giovani, spesso incapaci di difendersi per l’inesperienza. È stato rilavato, inoltre, che molte donne dichiarano di sentirsi sole e di non sapere a chi rivolgersi. Tra gennaio e giugno 2024, la violenza domestica è aumentata del 5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le risorse dedicate a queste donne, come i centri antiviolenza e le case rifugio, sono fondamentali, ma non ancora sufficienti.
Per contrastare questo fenomeno, il Fondo di Beneficenza ha finanziato 200 progetti per donne e minori vittime di violenza, con un investimento di 5,8 milioni di euro, sostenendo centri antiviolenza, sportelli e case rifugio, offrendo assistenza psicologica, supporto legale e percorsi per aiutare queste donne a riconquistare l’autonomia lavorativa e abitativa. Tra le attività più importanti, i laboratori di auto-aiuto e i percorsi di empowerment pensati per accrescere la consapevolezza e la fiducia in sé stesse con il fine ultimo di contribuire al raggiungimento dell’autonomia lavorativa, abitativa e sociale. Infine, il terzo tema affrontato è stata l’integrazione, in particolare quella delle donne migranti che affrontano enormi difficoltà a trovare lavoro, spesso maggiori di quelle degli uomini stranieri, nonostante siano mediamente più istruite. Secondo i dati più recenti quando riescono a lavorare, sono impiegate soprattutto nel lavoro domestico o nei servizi di cura, con retribuzioni inferiori alla media. Nel settore domestico, il 70% degli impiegati è straniero, e l’85% di questi è donna. Molte donne migranti subiscono violenza e una larga percentuale di quelle ospitate nelle case rifugio è vittima di abusi, spesso sessuali. Negli anni recenti, il Fondo ha finanziato 200 progetti per un totale di 4 milioni di euro, destinati all’inclusione sociale ed economica di migranti e minori non accompagnati. Questi progetti si sono concentrati su corsi di lingua italiana, formazione professionale e programmi per facilitare l’accesso al mondo del lavoro. Un’attenzione particolare è stata dedicata ai minori non accompagnati e alle donne vittime di tratta.
All’evento hanno partecipato con le lore testimonianze gli ETS Associazione Rete Donna e Fondazione Libellula sul tema dell’inserimento lavorativo, Centri Antiviolenza E.M.M.A. e Fondazione Città Solidale per affrontare il dibattito sulla violenza di genere, Articolo 10 e Fondazione Pangea sull’integrazione sociale per donne migranti.