- Nel 2022, in Italia, il 21,4% degli studenti di 15 anni non raggiunge il livello base di competenza in lettura. Il dato è in miglioramento rispetto al 2018. In peggioramento le competenze matematiche: il 29,6% degli studenti di 15 anni non raggiunge il livello base.
- In II primaria gli alunni che non raggiungono il livello di competenza base in italiano (31,4%) e matematica (36,1%) sono di più di quelli del 2019 e del 2021.
- Già dalla II primaria si osservano leggeri divari territoriali, più evidenti per la matematica.
- Gli alunni che non raggiungono il livello base in matematica, infatti, sono il 40% degli alunni nel Mezzogiorno, contro il 32,6% del Centro e il 34,6% del Nord.
- Nel 2023, la quota dei giovani di 18-24 anni che sono usciti dal sistema di istruzione e formazione senza un diploma o una qualifica è del 10,5%, in miglioramento rispetto all’anno precedente (11,5%).
- Nel 2023, i 25-34enni che hanno completato l’istruzione terziaria sono il 30,6%, in aumento rispetto al 2022 (29,2%), ancora lontani dal target del 45% per il 2030.
Le misure statistiche diffuse dall’Istat per il Goal 4 sono trentotto, riferite a dieci indicatori UN-IAEG-SDGs. Nel confronto tra i valori dell’ultimo anno disponibile e quelli dell’anno precedente, circa la metà degli indicatori segna un progresso: migliorano le competenze degli studenti nella lettura e nell’ascolto della lingua inglese; aumentano i posti nei servizi educativi per i bambini da 0 a 2 anni; torna a salire la quota di bambini di 5 anni che frequentano la scuola. Aumenta la percentuale di laureati e diminuisce la quota di ragazzi di 18-24 anni in dispersione esplicita. I segnali negativi riguardano prevalentemente le competenze degli studenti in matematica, in ogni ordine scolastico esaminato. Nel confronto su base decennale, aumenta il numero di indicatori in peggioramento. Il calo dei risultati nelle competenze in matematica, italiano e scienze suggerisce un contraccolpo negativo, ancora non recuperato, associato alla pandemia e al conseguente cambiamento nel modo di fare didattica.
Indice
- 1 In peggioramento le competenze in matematica degli studenti di 15 anni
- 2 Le prime difficoltà nell’apprendimento emergono già nella scuola primaria
- 3 Il 10,5% dei ragazzi tra 18 e 24 anni non è in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado e non è inserito nel sistema di istruzione e formazione
- 4 Nella popolazione adulta, stabili le competenze digitali e in leggero aumento quelle finanziarie
In peggioramento le competenze in matematica degli studenti di 15 anni
I dati dell’Indagine internazionale OCSE-PISA (Programme for International Student Assessment) del 2022 confermano un peggioramento nell’istruzione a livello mondiale. Il rendimento medio nei Paesi OCSE è sceso di almeno 15 punti in matematica e 10 punti in lettura, che equivalgono a un ritardo di apprendimento stimato, rispettivamente, in tre quarti di anno e in mezzo anno scolastico. Il rendimento medio in scienze, invece, non ha subito variazioni significative. Nel 2022, il 21,4% degli studenti di 15 anni delle scuole italiane non raggiunge il livello minimo di competenza in lettura (low perfomer). L’Italia è tuttavia una delle poche nazioni europee dove il dato migliora rispetto al 2018 (era il 23,3%). Ampi peggioramenti invece si registrano a Cipro, nei Paesi Bassi e in Slovenia. Anche per la competenza scientifica, la percentuale di low performer in Italia migliora nel 2022 rispetto al 2018: il 23,9% degli studenti di 15 anni non raggiunge il livello base delle competenze scientifiche, ma nel 2018 era il 25,9%. Al contrario, il livello base di competenza matematica non è raggiunto dal 29,6% degli
studenti, e questa quota è in netto peggioramento rispetto al 2018 (era il 23,8%). Il peggioramento nelle competenze matematiche si riscontra in tutti i Paesi europei, con valori molto elevati in Bulgaria, Cipro, Grecia, Paesi Bassi e Finlandia.
Le differenze regionali sono ampie. Tra gli studenti del Centro-Nord i low performer sono
relativamente meno in tutti e tre gli ambiti, mentre nel Mezzogiorno i valori sono alti. Divari ancora più ampi si osservano tra le diverse tipologie di istituti di istruzione. Nei Licei troviamo la percentuale più bassa di low performer in tutte e tre le competenze.
Le prime difficoltà nell’apprendimento emergono già nella scuola primaria
La rilevazione delle competenze degli studenti viene svolta annualmente dall’Invalsi in vari cicli e gradi scolastici. I risultati ottenuti nelle prove svolte per l’italiano e la matematica nella seconda classe della scuola primaria sono molto importanti ai fini della misurazione delle competenze e delle conoscenze, che svolgeranno, in seguito, un ruolo decisivo per l’apprendimento.
Studenti della seconda classe della scuola primaria che non raggiungono il livello base per le competenze funzionali in lettura e matematica, per ripartizione geografica, genere, cittadinanza – Anni scolastici 2018/19 e 2022/23 (valori percentuali)
Il confronto nel tempo degli esiti della scuola primaria mostra un indebolimento dei risultati in tutte le discipline osservate e in entrambi i gradi considerati (II e V classe). Nell’anno scolastico 2022/23, nella II classe della primaria, la quota di alunni che non raggiungono il livello di competenza base in italiano (31,4%) e matematica (36,1%) è in linea con l’anno scolastico precedente, ma superiore rispetto al 2019 (27,4% in italiano e matematica. Già dalla II primaria si osservano leggeri divari territoriali e di genere, più evidenti per la matematica. I low performer in matematica, infatti, sono il 40% degli alunni nel Mezzogiorno, contro il 32,6% del Centro e il 34,6% del Nord. Tra le bambine, il 41,1%, non raggiunge le competenze base in matematica, in preoccupante aumento rispetto agli anni precedenti, contro il 31,3% dei bambini. Per gli alunni stranieri di prima generazione la quota di low performer è elevata ed è più alta per le competenze, tanto in italiano (65%), quanto in matematica (61,7%).
Il 10,5% dei ragazzi tra 18 e 24 anni non è in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado e non è inserito nel sistema di istruzione e formazione
Nel 2023, la quota dei giovani di età tra 18 e 24 anni che sono usciti dal sistema di istruzione e formazione senza aver conseguito un diploma o una qualifica è stimata al 10,5%, in miglioramento rispetto all’anno precedente (11,5%). La dispersione scolastica colpisce i ragazzi (13,1%) più delle ragazze (7,6%) e le regioni del Mezzogiorno (14,6%) più di quelle del Centro (7%) e del Nord (8,5%). L’Italia è lontana dall’Europa anche per numero di giovani con un titolo di studio terziario Nel 2023, la quota di popolazione dai 25 ai 34 anni che ha completato l’istruzione terziaria è il 30,6%, significativamente inferiore al target del 45% definito per il 2030 dal Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione e con un forte divario di genere a favore delle donne (37,1% contro il 24,4% degli uomini). Marcate anche le differenze sul territorio, a sfavore del Mezzogiorno (25,1%) rispetto al Nord (32,9%) e al Centro (35,5%).
Nella popolazione adulta, stabili le competenze digitali e in leggero aumento quelle finanziarie
Nel 2023, aveva competenze digitali di base il 45,9% delle persone di 16-74 anni che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi, con una quota più elevata tra gli uomini (47,4%), tra i giovani tra 20 e 24 anni (circa 61,6%) e tra coloro che hanno un titolo terziario di studio (74,1%). Si osserva, anche in questo caso, un forte gradiente Centro-Nord (rispettivamente 49,9% e 51,3%) contro il Mezzogiorno (36,1%).
Nel 2023, l’indicatore di alfabetizzazione finanziaria per la popolazione 18-79enne è 10,7 su una scala da 0 a 20, in leggero aumento rispetto al 2020 (10,2) e al 2017 (10). Il miglioramento è riconducibile alle componenti di comportamento (da 4,2 a 4,7) e atteggiamento (da 2 a 2,3). Al contrario, la componente delle conoscenze è lievemente diminuita (da 3,9 a 3,7). L’alfabetizzazione finanziaria aumenta al crescere del titolo di studio: le persone con licenza media o titolo inferiore ottengono in media 9,6 punti, mentre i diplomati e i laureati rispettivamente 11,1 e 12 punti. Il punteggio è minore tra i giovani tra 18 e 34 anni (10) e nella popolazione con oltre 64 anni (10,4). Si nota un divario di genere che penalizza leggermente le donne, il cui punteggio, pari a 10,5, è inferiore di 0,4 punti rispetto a quello degli uomini.