È giunta la risposta di Eurosif (European Sustainable Investment Forum) alla consultazione lanciata ad aprile dalle tre autorità di vigilanza europee (EBA, EIOPA ed ESMA, ESA) in cui proponevano delle modifiche al regolamento delegato del Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR).
In particolare, le ESA proponevano di ampliare gli indicatori sociali universali per la divulgazione dei PAI (principali impatti negativi), di perfezionare il contenuto di altri indicatori degli impatti negativi, di aggiungere informazioni sugli obiettivi di decarbonizzazione, di fornire migliori indicazioni su cosa si intende per investimenti che “non danneggiano in modo significativo” ambiente e società (Do No Signficant Harm), di semplificare i modelli di informativa precontrattuale per i prodotti finanziari e di inserire dei Regulatory Tecnica Standards (RTS) per il trattamento dei derivati.
In generale, Eurosif ha accolto con favore tutte le proposte delle ESA per la revisione del regolamento delegato SFDR al fine di migliorare l’usabilità, la trasparenza e la coerenza dell’attuale quadro normativo.
Nel dettaglio:
- Eurosif sostiene le proposte delle ESA relative a ulteriori indicatori sociali PAI obbligatori, nella misura in cui la loro formulazione è adeguatamente adattata ai fini dell’investimento. Le considerazioni sociali sono fondamentali per garantire una “giusta transizione” verso la sostenibilità. Pertanto, gli indicatori sociali e ambientali dovrebbero essere considerati su un piano di parità.
- Per quanto riguarda gli indicatori esistenti, l’organizzazione accoglie con favore la proposta di fare riferimento ai Principi Guida delle Nazioni Unite per i Diritti Umani piuttosto che ai principi del Global Compact delle Nazioni Unite. E suggerisce, inoltre, di chiarire l’applicazione degli indicatori che fanno riferimento a standard internazionali (ad esempio le Linee guida OCSE per le imprese multinazionali e i Principi guida delle Nazioni Unite).
- L’ente sostiene con convinzione anche che, per consentire un’applicazione omogenea dell’SFDR, gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) devono imporre alle società partecipate di divulgare le informazioni necessarie per considerare gli indicatori PAI ambientali e sociali.
- Per quanto concerne la valutazione delle ESA del principio “Do No Significant Harm” (DNSH), Eurosif concorda sul fatto che la sua applicazione dovrebbe essere migliorata. Secondo l’ente, infatti, è opportuno migliorare ulteriormente la coerenza tra i quadri della SFDR e della tassonomia UE, nonostante le differenze strutturali esistenti. A tal fine, tuttavia, il quadro di tassonomia dell’UE secondo Eurosif dovrebbe essere esteso per includere le attività dannose per l’ambiente e gli obiettivi sociali.
- L’associazione paneuropea accoglie con favore le proposte delle autorità di vigilanza europee di fornire informazioni aggiuntive a livello di prodotto sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e di distinguere tra obiettivi di decarbonizzazione a livello di portafoglio e a livello di società di investimento. Secondo Eurosif, queste informazioni dovrebbero anche specificare quando viene adottata una combinazione di approcci diversi per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.
- L’ente è favorevole anche alle proposte delle autorità di vigilanza europee di semplificare i modelli di documentazione precontrattuale e periodica al fine di rendere le informazioni più comprensibili per gli investitori al dettaglio.
- Infine, Eurosif accoglie con favore anche il tentativo delle autorità di vigilanza europee di risolvere alcuni problemi tecnici del quadro attuale con la revisione degli RTS. Tuttavia, per affrontare le questioni più importanti, ritiene necessaria una vera e propria revisione del livello 1 dell’SFDR.