Importanti novità sugli ESRS sono giunti nella giornata di oggi. La prima riguarda la decisione del Parlamento UE di bocciare la mozione di risoluzione (“motion for a resolution”) presentata nei giorni scorsi da alcuni deputati per rendere gli standard europei di rendicontazione sulla sostenibilità (ESRS) più semplici e meno onerosi per le aziende. Il tentativo di 40 eurodparlamentari di respingere l’atto delegato della Commissione sugli ESRS ha ricevuto il voto negativo di 359 deputati (su 631 votanti).
I membri dell’EFRAG hanno accolto con gioia la notizia, alcuni di loro hanno pubblicato post di apprezzamento su LinkedIn. Tra questi Luca Bonaccorsi, parte dell’EFRAG SR TEG, che ha annunciato “Gli ESRS sono legge!”, in un post che è stato poi ricondiviso da molti colleghi.
Gli Standard sul reporting di sostenibilità, dunque, entreranno in vigore come previsto da gennaio 2024, con tempi e applicazioni diversi a seconda delle dimensioni delle aziende ai sensi della CSRD. E valgono le regole previste dall’atto delegato della Commissione pubblicato a fine luglio 2023 che, tra l’altro, avevano già in parte ammorbidito le disposizioni dei documenti proposti dall’EFRAG nel novembre 2022.
La votazione del Parlamento UE non è stata però l’unica vicenda che ha riguardato gli ESRS. La Commissione europea, infatti, ha annunciato, nell’ambito del suo 2024 Work Programme, l’intenzione di posticipare alcuni aspetti della CSRD, inclusa l’adozione di standard europei di rendicontazione sulla sostenibilità specifici per settore, considerata un’azione chiave nel processo di adozione degli ESRS. La Commissione ha previsto il rinvio di due anni. Bisognerà aspettare due anni anche per un altro obbligo inizialmente previsto dalla CSRD, ovvero quello per le grandi aziende extra-UE che operano nell’UE di fornire divulgazioni sulla sostenibilità, con l’applicazione degli ESRS a queste imprese a partire da fine giugno 2024 e obblighi di rendicontazione dal 2028.