Finalmente un po’ di chiarezza su a chi spetta il controllo dell’attività di divulgazione e di integrazione dei rischi ESG degli asset manager. A fornirla è l’ESMA (European Securities and Markets Authority), l’autorità di regolamentazione e vigilanza dei mercati finanziari dell’UE, che chiama a raccolta le Autorità Nazionali Competenti (ANC), tra cui l’italiana Consob, per fare il punto sull’attività di vigilanza volta a controllare che le policy degli asset manager sull’informativa di sostenibilità e sull’integrazione dei rischi ESG siano conformi alla normativa europea.
In particolare, secondo quanto previsto dall’ESMA, la conformità va valutata rispetto alle disposizioni previste dall’SFDR (il regolamento sull’informativa per la finanza sostenibile), al regolamento sulla tassonomia e alle relative misure di attuazione, comprese le disposizioni pertinenti degli atti di esecuzione della direttiva OICVM e della direttiva sui fondi di investimento alternativi sull’integrazione dei rischi di sostenibilità.
Utilizzando una metodologia comune sviluppata dall’ESMA, le autorità nazionali garanti della concorrenza condivideranno conoscenze ed esperienze su come promuovere la convergenza delle modalità di vigilanza sull’informativa in materia di sostenibilità. Questo è importante per rispettare tre obiettivi previsti dall’ESMA, ovvero: valutare se i partecipanti al mercato rispettano nella pratica le regole e gli standard applicabili, raccogliere ulteriori informazioni sui rischi di greenwashing nel settore della gestione degli investimenti e identificare ulteriori interventi normativi e di vigilanza per affrontare il problema.
Garantire una maggiore standardizzazione nella vigilanza dei rischi derivanti da un’informativa scorretta e fuorviante è fondamentale per promuovere la trasparenza ed è identificata come una delle priorità strategiche di vigilanza dell’Unione per le autorità nazionali garanti della concorrenza. L’azione comune di vigilanza promuoverà questo obiettivo migliorando la comprensibilità delle informazioni ESG fornite dagli asset manager in tutti i segmenti chiave della catena del valore della finanza sostenibile. Inoltre, i risultati preliminari sull’identificazione dei rischi di greenwashing a livello di entità e di prodotto forniranno un contributo alla relazione finale dell’ESMA sul greenwashing.
L’attività di vigilanza delle autorità nazionali garanti della concorrenza verrà portata avanti in tutto il 2023 fino al terzo trimestre del 2024. Durante l’elaborazione dell’azione comune, le autorità nazionali continueranno a fare riferimento all’ESMA per promuovere la convergenza delle modalità di vigilanza sulle informazioni relative alla sostenibilità e sull’integrazione del rischio di sostenibilità nei gestori patrimoniali.