Consob ha recentemente emanato un richiamo alle società quotate in merito alla disclosure climatica nei bilanci, allineandosi alle indicazioni dell’ESMA e in vista dell’entrata in vigore della CSRD. L’Autorità di vigilanza italiana ha condotto un’analisi approfondita sui bilanci di un campione di società FTSE-MIB, evidenziando progressi ma anche significative lacune nell’informativa sui rischi e le opportunità legati al clima.
Allineamento con le indicazioni ESMA e CSRD
Il nuovo focus della Consob si inserisce nel più ampio contesto europeo, dove l’ESMA ha già da tempo individuato la disclosure climatica come una priorità di vigilanza. Il Public Statement dell’ESMA del 2024 sottolinea l’importanza della coerenza tra informativa finanziaria e di sostenibilità, in particolare per quanto riguarda i rischi climatici.
Le tre aree chiave individuate dalla Consob
La recente analisi della Consob sui bilanci 2023 delle società FTSE-MIB, pur evidenziando alcuni progressi, sottolinea la necessità di un rapido adeguamento alle nuove norme sulla rendicontazione di sostenibilità con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), introdotte dal Decreto 125/2024. Consob ha individuato tre aree chiave su cui gli emittenti devono concentrare i propri sforzi: accessibilità delle informazioni, coerenza tra bilanci e report di sostenibilità, maggior trasparenza e dettagli sugli impatti climatici.
Gli emittenti sono infatti chiamati a fornire informazioni dettagliate sui rischi e le opportunità legati ai cambiamenti climatici, integrando tali elementi nella valutazione dei propri asset e passività. Il secondo aspetto cruciale riguarda la coerenza tra le informazioni finanziarie e quelle di sostenibilità. È necessario che i dati relativi ai piani di transizione verso emissioni nette zero siano allineati alle stime contabili. Ciò implica una rivalutazione dei modelli di business, una revisione delle proiezioni finanziarie e una maggiore attenzione ai rischi di transizione, come ad esempio quelli legati all’introduzione di nuove regolamentazioni ambientali.
Per garantire la qualità e l’affidabilità delle informazioni climatiche, gli emittenti devono adottare metodologie rigorose e allineate ai migliori standard internazionali. Attraverso test di impairment, gli emittenti devono valutare la riduzione di valore degli asset a causa di eventi climatici estremi o di transizioni verso un’economia a basse emissioni. Inoltre è necessario integrare ed analizzare come i cambiamenti climatici possono influenzare i flussi di cassa futuri, ad esempio attraverso variazioni dei costi energetici o l’introduzione di nuove tasse, valutando anche la sottoscrizione di contratti assicurativi.
Il richiamo della Consob rappresenta un passo avanti verso una maggiore trasparenza, tuttavia, la sola presenza di una sezione dedicata al clima nei bilanci non garantisce l’affidabilità delle informazioni fornite. Il rischio di greenwashing persiste, richiedendo standard di rendicontazione rigorosi e verificabili.