Gli investitori sarebbero più protetti dal greenwashing se i fondi che seguono le strategie Paris-Aligned Benchmark (PAB) e Climate Transition Benchmark (CTB) fossero etichettati come articolo 9 ai sensi della normativa SFDR. È l’opinione del gruppo di consulenza dell’Associazione europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA), il Securities Market and Stakeholder Group (SMSG)
Secondo il gruppo, gli investitori trarrebbero vantaggio se i fondi classificati come articolo 9 “fossero gli unici portatori di una classificazione verde” a causa dell’attuale mancanza di requisiti ESG minimi per i fondi dell’articolo 8.
Il gruppo, che guida l’ESMA nel suo lavoro politico, ha dato questo consiglio dopo che l’Autorità di vigilanza europea (ESA) ha avviato un’indagine sulle pratiche di greenwashing lo scorso novembre.
“Gli investitori al dettaglio sarebbero più protetti dal greenwashing se i fondi di cui all’articolo 9 fossero esclusivamente portatori di una classificazione verde, come ad esempio strategie simili a CTB e PAB”, si legge nel documento del SMSG. “Soprattutto se accompagnati da azioni di impegno misurabili o da obiettivi orientati all’impatto verso una transizione verde. Anche i fondi sociali ed etici e altri fondi ad alta intensità ESG dovrebbero poter rientrare nella classificazione dell’articolo 9”.
Secondo il gruppo consultivo dell’ESMA, i fondi ex articolo 9 dovrebbero concentrarsi su fondi tematici, fondi obbligazionari green, fondi per l’engagement e impact investing, tutti chiaramente definiti.
L’SMSG nella sua analisi prende atto della recente ondata di gestori patrimoniali che hanno declassato i loro fondi articolo 9 ai sensi dell’articolo 8 “light green” a causa della “mancanza di chiarezza” del quadro normativo. Secondo una recente ricerca di Bloomberg Intelligence, infatti, circa il 70% dei fondi classificati come articolo 9 ai sensi dell’SFDR sono stati declassati ad articolo 8 prima dell’aggiornamento di “livello 2” dell’SFDR in vigore dal 1° gennaio.
Alla luce di tutto questo, l’SMSG nel suo documento sottolinea l’importanza di stabilire un quadro di riferimento con regole e linee guida comprensibili fin dall’inizio, in assenza delle quali è difficile creare prodotti utilizzabili. Di conseguenza, il gruppo ha affermato che l’ESMA dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di allentare la soglia del 100% di investimenti sostenibili necessaria per qualificarsi per l’articolo 9, che il settore ritiene in gran parte irraggiungibile.
Infine, il gruppo consultivo nel documento sottolinea che l’importanza che l’ESMA chiarisca la terminologia relativa all’ESG come “verde”, “ESG” e “sostenibile”, “impact investing” e “sustainable investing” per ridurre il greenwashing. L’SMSG, inoltre, esprime un’opinione sulla questione se considerare come greenwashing sia le azioni volontarie sia quelle involontarie, dichiarando che “errori involontari o cambiamenti nei dati riportati a causa della maggiore disponibilità di dati o del miglioramento delle metodologie di calcolo dovrebbero essere trattati in modo diverso“.