Analisi Clarity AI

Ancora bassa la trasparenza dei fondi Art.9 della SFDR sull’esposizione ai combustibili fossili

Molti fondi articolo 9 SFDR continuano a non dichiarare la loro esposizione ai combustibili fossili e i livelli di divulgazione sono ancora generalmente piuttosto bassi. A sostenerlo è Clarity AI, una piattaforma tecnologica per la sostenibilità che annovera tra i suoi clienti BlackRock, Aviva e Deloitte. L’analisi pubblicata nei giorni scorsi dalla piattaforma fa seguito al whitepaper SFDR: Just how sustainable are Article 9 funds? diffuso da Clarity AI nel novembre 2022, che aveva rilevato che quasi il 10% dei fondi ex articolo 9 aveva un’esposizione superiore al 10% ai combustibili fossili. Su 15.000 fondi valutati da Clarity AI, i fondi articolo 9 investivano in oltre 1.250 società che producono o partecipano alla distribuzione di combustibili fossili. 

Il nuovo studio condotto da Clarity AI ha rilevato che i modelli ESG europei (EET, European ESG Template) – strumenti che mirano a sostenere gli operatori dei mercati finanziari a semplificare l’informativa – presentati da molti gestori patrimoniali hanno un livello di dettaglio minimo.

Su un campione di 830 fondi classificati come articolo 9 ai sensi della Sustainable Financial Disclosure Regulation (SFDR), sottolinea l’analisi di Clarity AI, solo il 10% dei fondi ha reso noto la quota dei propri investimenti esposta ai combustibili fossili. Inoltre, solo il 5% ha indicato un valore per il campo “quota di investimenti in società che sono state coinvolte in violazioni dei principi UNGC e delle linee guida OCSE per le imprese multinazionali”.

Approfondendo ulteriormente, il team di ricerca di Clarity AI ha osservato che tra i fondi che dichiarano l’esposizione ai combustibili fossili, il 21% ha riportato una media di 4 punti percentuali in meno rispetto a quanto mostrato dai dati di Clarity AI, ma in alcuni casi la differenza è arrivata fino a 13 punti percentuali.

Percentuale di fondi ex articolo 9 che non dichiarano la propria esposizione ai combustibili fossili

Fonte: Clarity AI.

Il team della piattaforma ha inoltre riscontrato discrepanze nella completezza della comunicazione dei dati relativi alle violazioni dei principi del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGC) e delle linee guida dell’OCSE. Solo 43 fondi dell’Articolo 9 hanno riportato informazioni dettagliate nel loro EET e hanno incluso l’esposizione a società con violazioni dei principi UNGC o delle linee guida dell’OCSE. Circa 42 fondi hanno dichiarato di non avere alcuna esposizione, ma i dati di Clarity AI suggeriscono invece che 25 di questi investono almeno in una società con tali violazioni.

Percentuale di investimenti dei fondi articolo 9 in società che violano i principi UNGC e le linee guida OCSE

All’inizio del 2023 è entrato in vigore il livello 2 della SFDR dell’UE, volto a rafforzare i requisiti di trasparenza per i gestori patrimoniali tramite l’introduzione di standard tecnici di regolamentazione (RTS, Regulatory Tecnica Standards) che i gestori di fondi devono rispettare, il che significa che dovranno fornire obblighi dettagliati di informativa sulla sostenibilità e compilare modelli di rendicontazione obbligatori.

La Commissione europea è stata costretta a rispondere alle richieste di chiarimento sull’articolo 9 nel giugno 2022, dal momento che i commentatori hanno affermato che non esiste una soglia per i fondi da classificare nella categoria “verde scuro” (“darkest green”): “Per evitare dubbi, come affermato dalla Commissione europea nelle sue domande e risposte sull’SFDR a partire da luglio 2021, i prodotti finanziari che hanno come obiettivo l’investimento sostenibile dovrebbero effettuare solo investimenti sostenibili“, ha dichiarato la Commissione.

Ciononostante, alla fine del 2022 si è assistito a una serie di declassamenti di fondi dall’articolo 9, una mossa difensiva dei gestori che hanno voluto anticipare l’entrata in vigore delle norme SFDR di livello 2.