La Commissione europea ha invitato l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) a dare priorità all’individuazione di strumenti di supporto per l’implementazione della prima serie di standard di rendicontazione sostenibile relativi ai singoli settori. L’EFRAG, che è il consulente tecnico della Commissione europea per lo sviluppo dei cosiddetti ESRS (European Sustainability Reporting Standards), ha infatti consegnato a novembre una prima serie di bozze di standard ESG settoriali.
L’invito è arrivato da parte del commissario Mairead McGuinness e punta a sottolineare l’esigenza di aiutare le imprese nell’integrazione della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Standard Directive), la nuova normativa UE in materia di rendicontazione della sostenibilità, approvata a fine anno, e che verrà applicata a partire dal primo gennaio 2024.
L’EFRAG, che al momento è impegnato nella formalizzazione dei principi settoriali e dei principi per le PMI in ambito ESG, ha risposto che adeguerà il proprio piano di lavoro a questa nuova priorità. In particolare, in un comunicato l’advisory group, ha sottolineato che “riconosce pienamente la necessità di tradurre un quadro giuridico e normativo in un reale successo operativo e non sottovaluta le significative sfide potenziali che devono affrontare tutte le parti interessate”.
Di conseguenza, l’EFRAG sta discutendo su come istituire, con un’alta priorità, una funzione di supporto all’attuazione degli standard di rendicontazione ESG. Secondo quanto dichiarato la scorsa settimana, tale funzione potrebbe essere organizzata in tre pilastri, dedicati a fornire rapidamente e tempestivamente le linee guida necessarie, creare un centro di documentazione completo e di facile utilizzo e facilitare le iniziative educative. Inoltre, l’EFRAG sta lavorando attivamente alla digitalizzazione della prima serie di ESRS.
“L’obiettivo dell’EFRAG è quello di costruire e contribuire al progresso globale del reporting di sostenibilità”, si legge in una nota dell’advisory group UE, che si sta pertanto impegnando a collaborare con l’ISSB (International Sustainability Standards Board) e il GRI per la creazione di standard ESG quanto più possibile omogenei a livello internazionale.
