La commissione affari giuridici (JURI) del Parlamento europeo ha approvato, con 20 voti favorevoli e 4 contrari, l’accordo politico rivisto sulla direttiva sulla due diligence sulla sostenibilità aziendale (CSDD, Corporate Sustainability Due Diligence Directive).
La direttiva, nella sua versione più leggera concordata la scorsa settimana dai Paesi membri, richiede alle imprese e società madri comunitarie ed extracomunitarie con più di 1000 dipendenti e con un fatturato superiore a 450 milioni di euro e ai franchising con fatturato superiore a 80 milioni di euro se almeno 22,5 milioni sono stati generati da royalties, di identificare e agire per correggere eventuali danni alle persone (tramite il lavoro forzato) o all’ambiente (ad esempio attraverso la deforestazione) lungo le loro catene di approvvigionamento. Essa impone alle grandi aziende anche di adottare e attuare piani di transizione in linea con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C. Nel dettaglio, il piano di transizione dovrebbe includere gli obiettivi aziendali relativi al cambiamento climatico, con una scadenza temporale, le azioni chiave su come raggiungerli e una spiegazione, comprese le cifre, di quali investimenti sono necessari per attuare il piano.
È prevista ora l’approvazione della plenaria del Parlamento UE il 24 aprile, prima dell’adozione formale da parte del Consiglio europeo. Inoltre, a causa delle modifiche dell’ultimo minuto al testo, una probabile procedura di rettifica richiederà che entrambe le istituzioni votino nuovamente entro la fine del 2024, ma dopo le elezioni europee di giugno.