Cos'è la finanza sostenibile e come investirci | ESG News

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Finanza sostenibile: cos’è e perché investirci

Investire nella finanza sostenibile significa prendere in considerazione i criteri ESG nelle proprie scelte di investimento. Scopriamo cosa comporta e quali sono i vantaggi di questo percorso.

Cos’è la finanza sostenibile

La finanza sostenibile, secondo la definizione dell’Unione europea, consiste nella valutazione delle ricadute ambientali, sociali e di governance (ESG) dei propri investimenti. L’obiettivo è quello di finanziare progetti e attività che abbiano un impatto positivo sul Pianeta e che favoriscano lo sviluppo sostenibile.

Dal punto di vista ambientale, può trattarsi di società e iniziative che promuovano l’adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro effetti, la salvaguardia della biodiversità e delle risorse naturali, la prevenzione dell’inquinamento e l’economia circolare. A livello sociale, possono riguardare la tutela dei diritti umani e la riduzione delle disuguaglianze. I fattori relativi alla governance, infine, si riferiscono all’eticità della gestione aziendale, a partire per esempio dal rispetto di politiche di diversità nella composizione degli organi di amministrazione delle imprese.

Per semplificare il processo di valutazione dei prodotti finanziari, e proteggere gli investitori dai pericoli legati al greenwashing, l’UE ha provveduto all’elaborazione della cosiddetta “tassonomia europea”. Si tratta di un vero e proprio elenco dei settori che possono essere ritenuti sostenibili, tra cui quelli del gas e del nucleare, nonostante l’opposizione di organizzazioni ambientaliste come Greenpeace e WWF.

Perché investire nella finanza sostenibile

Diversificazione del portafoglio

Prima di tutto, costruire un portafoglio finanziario che vanti un’asset allocation diversificata sul piano valutario, geografico e settoriale consente di crearsi un ventaglio variegato di fonti di rischio e di potenziale rendimento. Adottare una strategia di questo tipo permette di ridurre il rischio complessivo del portafoglio e le sue fluttuazioni, facendo sì che gli eventuali cali di una fonte vengano compensati dai progressi dell’altra. Conduce, a lungo termine, a minore volatilità e maggiori rendimenti.

Promuovere le attività sostenibili

Investendo nella finanza sostenibile si può contribuire alla transizione ecologica e agli obiettivi del Green Deal, il piano comunitario per la riduzione delle emissioni di gas serra e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Per esempio, finanziare la mitigazione dell’inquinamento atmosferico significa salvare vite umane: sono almeno 238mila i cittadini e le cittadine di tutta Europa che, secondo le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente, sono morti prematuramente a causa dell’esposizione a livelli eccessivi di polveri sottili nel 2020. La promozione delle fonti energetiche rinnovabili si traduce nell’aumento della sicurezza energetica e nella creazione di nuovi posti di lavoro.

La finanza sostenibile ha il potere di favorire il passaggio a un’economia verde che, stando al Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), è in grado di migliorare il benessere umano e l’equità sociale, riducendo contestualmente i rischi ambientali e le scarsità ecologiche. Alla green economy si affianca l’idea di un’economia nature-positive, basata sulla consapevolezza di quanto la nostra società dipenda dalla natura e dai servizi ecosistemici.

Creare nuove opportunità

Se finanza sostenibile non è sinonimo di filantropia, sostenibilità lo è di competitività. Nel nostro Paese, per esempio, le società virtuose si sono dimostrate più resilienti di fronte alla pandemia del 2020. Il 16 per cento delle imprese green ha visto crescere le proprie entrate, contro il 9 per cento delle altre aziende. Un vantaggio che si è tradotto anche in una crescita delle esportazioni e delle assunzioni, stando all’undicesimo rapporto “GreenItaly” di Fondazione Symbola e Unioncamere.

Come investire nella finanza sostenibile

I principali strumenti finanziari a disposizione di risparmiatori e investitori sono gli ETF (acronimo di Exchange Traded Funds) e i fondi comuni di investimento. I primi sono strumenti a gestione passiva che hanno come unico obiettivo quello di replicare fedelmente l’andamento – e, quindi, il rendimento – di indici azionari, obbligazionari o di materie prime. Semplicità e trasparenza sono fra i principali vantaggi che li contraddistinguono e che li rendono particolarmente adatti a un utilizzo in chiave responsabile. I fondi comuni di investimento, invece, fanno sempre capo a una Società di Gestione del Risparmio (SGR) che decide come allocare i capitali raccolti da una platea di investitori, i quali ricevono una quota del fondo proporzionale al capitale investito.

Esclusione di settori non etici e investimenti “best in class”

La MiFID II (Markets in Financial Instruments Directive) ha introdotto la possibilità per l’investitore di esprimere in che misura desidera che il suo patrimonio venga investito in fondi ESG. Se orientarsi in questo mondo può sembrare complicato, la strategia da cui partire può consistere nell’esclusione, dal proprio portafoglio, dei prodotti finanziari legati a settori non etici, come l’industria petrolchimica o la produzione di armi, tabacco e pesticidi, oppure il gioco d’azzardo. Si può poi decidere di puntare sugli investimenti “best in class”, selezionando le imprese con i migliori punteggi ESG rispetto alla concorrenza.

Impact Investing

Un’altra strategia è rappresentata dall’impact investing. Con questa espressione, come identificato dal Global Impact Investing Network, si fa riferimento a investimenti in imprese, organizzazioni e fondi realizzati con l’intento di generare un impatto sociale e ambientale misurabile e in grado, allo stesso tempo, di produrre un ritorno economico per gli investitori. Se alcuni progetti sono intrinsecamente più orientati all’impatto ambientale o sociale (impact first), altri sono maggiormente orientati al risultato finanziario (finance first). Riveste un ruolo essenziale la capacità di costruire un portafoglio che riesca a conseguire il giusto equilibrio tra le due dimensioni, in linea con il profilo di rischio/rendimento auspicato dal risparmiatore.

Investimenti tematici

Infine, si può optare per gli investimenti tematici, che si focalizzano cioè su specifiche tematiche legate alla sostenibilità ambientale e sociale. Possono rivelarsi particolarmente stimolanti perché consentono all’investitore di sostenere le cause in cui crede, come la tutela degli oceani o delle foreste, la transizione energetica, la digitalizzazione, l’assistenza sanitaria, l’accesso alle risorse alimentari e idriche. Investimenti di questo tipo, inoltre, mirano a identificare le macrotendenze che possono realizzare incrementi di valore a lungo termine, indipendentemente dagli eventi economici, conferendo al portafoglio una maggiore stabilità.