Gli ETF classificati come articolo 9 dell’SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) hanno in media risultati peggiori rispetto agli ETF articolo 8 per quanto riguarda la maggior parte degli indicatori di impatto negativo principale (Principal Adverse Impact, PAI), che si riferiscono ai requisiti di divulgazione previsti dal regolamento SFDR. Inoltre, rispetto alle controparti articolo 8, mostrano un maggiore disallineamento con gli SDGs delle Nazioni Unite. Un paradosso che emerge dal rapporto Dividing Lines: Matter sustainability analysis of the largest SFDR Article 8 and 9 ETFs di Matter, azienda di consulenza e di ricerca. Lo studio analizza i 60 maggiori ETF che rientrano nella regolamentazione UCITS e quindi nei requisiti SFDR, per capire perché gran parte dei fondi declassati dall’articolo 9 all’articolo 8 a fine 2022 fossero prodotti passivi. In pochi mesi sono stati declassati, infatti, ETF che rappresentano 290 miliardi di euro di attività.
A causare questo declassamento di massa, secondo Matter, è stata l’introduzione del livello 2 del regolamento SFDR, che ha provocato un turbamento nel panorama europeo degli investimenti sostenibili. Ad avere il maggior impatto sono state le proposte relative alle soglie per gli investimenti sostenibili, accompagnate da una mancanza di chiarezza nelle definizioni.
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Le categorie di ETF
Matter ha suddiviso gli ETF in tre categorie:
- I più grandi ETF articolo 8 prima del novembre 2022: ovvero i 20 maggiori ETF articolo 8 per AUM, prima del declassamento di massa degli ETF dall’articolo 9 all’articolo 8 tra novembre 2022 e gennaio 2023;
- I maggiori ETF declassati dall’articolo 9 all’articolo 8: ovvero i 20 maggiori ETF per AUM che sono stati declassati dalla classificazione articolo 9 alla classificazione articolo 8 tra il 1° novembre 2022 e gennaio 2023;
- I più grandi ETF articolo 9 dopo gennaio 2023: ovvero i 20 maggiori ETF articolo 9 rimasti per AUM, dopo il declassamento di massa degli ETF da articolo 9 ad articolo 8 tra novembre 2022 e gennaio 2023.
I risultati: la sottoperformance degli ETF articolo 9
Tra i risultati principali, gli ETF basati sull’articolo 9, che sono per l’85% tematici, ottengono in media risultati peggiori per quanto riguarda la maggior parte dei PAI (indicatori che rivelano gli effetti negativi sulla sostenibilità sia a livello di entità sia di prodotto) previsti dal livello 2 dell’SFDR, rispetto ai fondi declassati, che sono per lo più prodotti allineati a Parigi, o ai fondi preesistenti basati sull’articolo 8. I fondi articolo 9, infatti, hanno un impatto maggiore su 12 dei 17 PAI rispetto a quelli articolo 8, soprattutto per quanto riguarda i PAI ambientali (ad esempio le emissioni GHG, il consumo di energia non rinnovabile e il rischio di biodiversità).
Gli ETF articolo 9 registrano performance peggiori rispetto agli ETF articolo 8 per quanto riguarda i PAI
Allo stesso modo, è più probabile che gli ETF basati sull’articolo 9 detengano società in cui i ricavi generati dalle attività sono disallineati rispetto agli SDGs se paragonati alle loro controparti articolo 8. Questo, secondo lo studio, potrebbe essere uno dei motivi per cui i fondi sono stati declassati.
Disallineamento complessivo degli SDGs
Secondo Matter, il maggiore disallineamento degli articolo 9 rispetto agli SDGs potrebbe essere dovuto al fatto che l’SFDR non tiene nella giusta considerazione le differenze di strategia a lungo termine tra gli investimenti ESG generici e quelli allineati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (che coincidono con i Paris-aligned che attualmente rientrano nella classificazione dell’articolo 8). Nel report si sottolinea, infatti, che i fondi con approcci diversi alla sostenibilità richiedono anche un trattamento diverso che tenga conto delle loro peculiarità. E l’SFDR al momento non è ancora in grado di offrire questo livello di sofisticatezza.
La confusione emerge anche dall’ampia differenza tra i fondi declassati (e non). Ad esempio, 18 dei 20 fondi articolo 9 “sopravvissuti” ai declassamenti utilizzano un approccio tematico, 17 dei 20 ETF declassati impiegano approcci “allineati a Parigi” e 17 dei 20 maggiori ETF dell’articolo 8 impiegano strategie ESG generiche (come integrazione generale, best-in-class).
ETF declassati per strategia
Sebbene presentino caratteristiche di sostenibilità simili, come si diceva, questa suddivisione non tiene conto della differenza di strategia a lungo termine tra gli approcci ESG e quelli allineati a Parigi (che attualmente vengono confusi nella classificazione dell’articolo 8).
Conclusione
Anche se l’SFDR ha il potenziale per fornire maggiore chiarezza nell’ambito della finanza sostenibile, esso non si è ancora realizzato. Le classificazioni introdotte con il livello 2 del regolamento, secondo lo studio, sono ancora semplicistiche e non riescono a tenere conto della complessità degli investimenti sostenibili e dell’ESG, soprattutto per quanto riguarda la distinzione tra strategie allineate a Parigi e strategie incentrate sulle soluzioni (ovvero le tematiche). È necessario infatti, sottolinea Matter, riconoscere che gli approcci allineati a Parigi e quelli incentrati sulle soluzioni, pur perseguendo entrambi validi obiettivi di sostenibilità, lo fanno in modi materialmente diversi e richiedono quindi definizioni e soglie diverse. Tali questioni, secondo Matter, devono essere affrontate nella revisione in corso dell’SFDR da parte della Commissione europea per far sì che il regolamento diventi il quadro di riferimento per la divulgazione della sostenibilità europea e globale.