Le commissioni Giustizia e Finanze di Camera e Senato hanno espresso il proprio parere favorevole rispetto allo schema di decreto legislativo che recepisce nell’ordinamento italiano la direttiva UE sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD). Nonostante il parere favorevole, entrambe le commissioni hanno suggerito al Governo di valutare l’estensione anche alle “cooperative che soddisfino i requisiti dimensionali delle imprese di grandi dimensioni”.
CSRD: la normativa oggetto di recepimento
La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) rafforza gli obblighi di reporting non finanziario al fine di promuovere la trasparenza e la divulgazione di informazioni da parte delle imprese riguardo agli impatti ambientali, sociali e legati alla governance delle loro attività.
Il decreto di recepimento
Il provvedimento, che aveva ottenuto l’approvazione preliminare del Consiglio dei ministri il 10 giugno, è atteso nuovamente in Palazzo Chigi per il via libera definitivo. Lo schema di decreto legislativo è composto da 19 articoli e delinea il perimetro delle aziende coinvolte dal decreto, ovvero: società per azioni, a responsabilità limitata, in nome collettivo, in accomandita semplice. Inoltre, rientrano nel decreto di recepimento anche le imprese di assicurazione e gli enti creditizi. È invece prevista un’applicazione limitata per Cassa depositi e prestiti e l’esclusione della Banca d’Italia, dei fondi di investimento alternativo e degli Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari, oltre che, come detto, delle micro imprese.
Il provvedimento delinea anche le modalità di rendicontazione societaria di sostenibilità, offrendo informazioni dettagliate sugli elementi informativi che compongono il reporting. Il decreto specifica inoltre che la rendicontazione dovrà essere prodotta da un revisore abilitato, che può essere lo stesso che si occupa della revisione legale del bilancio, e che è compito degli amministratori del soggetto obbligato garantire che la rendicontazione di sostenibilità sia redatta in conformità al decreto.
Il testo disciplina, infine, competenze, funzioni, poteri di vigilanza e sanzionatori del ministero dell’Economia e della Consob. Previste inoltre forme di coordinamento tra la Consob, le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici (comprese Bankitalia e Ivass), anche attraverso protocolli d’intesa o l’istituzione di comitati di coordinamento, per agevolare l’esercizio delle rispettive funzioni nelle materie di sostenibilità ambientale, sociale e tutela dei diritti umani.