Il governo tedesco ha proposto delle modifiche legate alla tempistica di attuazione della direttiva europea sulla rendicontazione della sostenibilità, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). In particolare, si parla di un rinvio di due anni degli obblighi di rendicontazione per le piccole imprese e l’eliminazione degli standard settoriali specifici.
Queste proposte sono state esposte in una lettera firmata da alti funzionari governativi e indirizzata alla Commissione Europea. Le modifiche arrivano a pochi giorni dalle elezioni federali in Germania, in un momento di instabilità politica dovuto al recente collasso della coalizione di governo.
La CSRD rappresenta un’importante evoluzione della Direttiva Europea sulla Rendicontazione Non Finanziaria (NFRD). Basata su nuovi standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS), la CSRD introduce requisiti più dettagliati sugli impatti ambientali, sui diritti umani, sugli standard sociali e sui rischi legati alla sostenibilità.
Nel luglio 2023 è stato adottato il primo set di standard ESRS, che stabilisce i requisiti di reporting generali, indipendentemente dal settore, mentre l’adozione degli ESRS settoriali è prevista per il 2026. Sebbene inizialmente fosse previsto l’introduzione di questi standard settoriali nel 2024, la Commissione ha deciso di rinviarli per consentire alle aziende di concentrarsi sull’attuazione dei primi standard e per dare più tempo allo sviluppo delle normative.
Stando alle dichiarazioni di Jörg Kukies, Ministro delle Finanze tedesco, il governo chiede di rinviare di due anni gli obblighi di rendicontazione per le aziende di piccole e medie dimensioni e di abolire gli obblighi di reporting aggiuntivi. Questo permetterebbe di ripensare ad un sistema di rendicontazione sulla sostenibilità più semplice, efficace ed efficiente. La lettera ha anche sollecitato un innalzamento della soglia dimensionale per le aziende obbligate alla rendicontazione per ridurre il numero delle imprese coinvolte.
“Semplificare i requisiti di reporting e diminuire il carico burocratico delle aziende” questo è l’obiettivo della proposta tedesca. Dal 2026, infatti, ha osservato Kukies, circa 13.000 aziende in Germania, principalmente piccole e medie imprese, saranno soggette agli obblighi di rendicontazione della CSRD e dovranno fornire una mole elevata di dati, o spiegare perché ne daranno un numero inferiore. Nell’occhio del mirino anche le richieste dell’Autorità Bancaria Europea che per il ministro tedesco, comporteranno un ulteriore aumento della burocrazia, poiché anche le piccole banche saranno costrette a richiedere informazioni ESG ai clienti.