Il 10 marzo 2021 è entrato in vigore il regolamento europeo SFDR che vuole portare chiarezza e trasparenza
nel mondo dei fondi ESG. Un passaggio significativo per il mondo del risparmio gestito, che per Banca
Mediolanum è stato la naturale prosecuzione del proprio approccio alla sostenibilità, considerata parte
integrante della propria cultura e uno degli elementi fondamentali del modello di business.
“La SFDR si inserisce in un percorso che Banca Mediolanum ha avviato da molto tempo. Già nel 2015
abbiamo lanciato il fondo Socially Responsible, inserendo nella nostra offerta, in anticipo rispetto al
mercato, un prodotto che avesse significative caratteristiche di impatto sociale” spiega Edoardo Fontana
Rava, Direttore Sviluppo Prodotti e Modello di Business di Banca Mediolanum, “partendo da una chiara
visione dei valori del gruppo, abbiamo nel tempo definito alcune regole interne sulla sostenibilità, che
comprendono specifiche policy relative al processo di investimento e altre che riguardano l’attività di
distribuzione e la selezione dei prodotti offerti. Tutte coerenti con i valori fondanti della banca, che
riguardano l’attenzione verso i clienti, la responsabilità economica, quella verso i collaboratori e verso la
collettività e l’ambiente”. Come previsto, il 10 marzo il Gruppo ha completato la due diligence sui prodotti al mercato, classificando 4
fondi, per un totale di masse gestite pari a 1,3 miliardi, come rispondenti alle caratteristiche previste dagli
articoli 8 (che promuovono la sostenibilità) e 9 (che hanno obiettivi sostenibili) del regolamento europeo.
L’altro elemento rilevante portato dall’entrata in vigore della SFDR riguarda la comunicazione. Banca
Mediolanum ha arricchito il proprio sito di una sezione dettagliata sulla Sostenibilità in cui spiega il proprio
approccio agli investimenti responsabili, come integra i rischi di sostenibilità nei processi e nelle decisioni di
investimento e come considera gli effetti negativi. “Per noi integrare la sostenibilità nel processo di investimento non significa semplicemente dare
un’etichetta a un fondo, ma comporta la costruzione di un sistema coerente di consulenza finanziaria
legata ai principi fondanti del gruppo”, spiega Fontana Rava, sottolineando il ruolo essenziale dei Family
Banker cui è demandato il ruolo di anello di congiunzione tra il mondo delle aziende e dei fondi che vi
investono e il risparmio che segue le scelte dei clienti. I Family Banker avranno un importante ruolo nell’indirizzare le scelte degli investitori verso gli
investimenti sostenibili. Quale impatto avrà la SFDR?
L’approccio verso la sostenibilità che stiamo cercando di costruire in Banca Mediolanum, non ruota
esclusivamente attorno al prodotto, ma è centrato sulla relazione con il cliente. Per noi è fondamentale che
il Family Banker riesca a comprendere e valutare la situazione complessiva del portafoglio del risparmiatore
in termini di impatto e di sostenibilità. Un risultato che non dipende solo dalla presenza di fondi con un
esplicito approccio ESG, ma che viene determinata dal mix di prodotti, inclusi quelli ordinari, che comunque
al loro interno hanno elementi di sostenibilità più o meno accentuati.
Quali strumenti utilizzate per valutare qual è il grado di sostenibilità di un fondo?
Siamo tra i primi, come società di distribuzione, ad avere siglato, nel 2019, un contratto con la società MSCI
ESG Research, che ci fornisce un’analisi e una valutazione completa di tutti i nostri prodotti rispetto ai
criteri ESG. L’accordo ci permette di stabilire un rating ESG di tutti i prodotti che collochiamo, non solo
quelli che secondo la normativa rientrano tra i prodotti light green o dark green. Per portare avanti un
approccio strutturale alla sostenibilità, non basta inserire in portafoglio un prodotto eccellente, ma è
necessario esaminare come tutti i prodotti si comportano rispetto alle tematiche di investimento
responsabile. Ma i Family Banker sono pronti per questo ruolo?
I nostri Family Banker, grazie a iniziative di info-formazione, sono addentro alle tematiche ESG e
dell’investimento responsabile e da sempre sono specializzati nell’associare gli obiettivi di investimento del
risparmiatore alla selezione degli asset più adeguati, potendo rispondere alle esigenze dei clienti attenti alla
sostenibilità anche attraverso l’offerta dei nostri prodotti green, che hanno confermato di creare valore, grazie anche alle caratteristiche di minore livello di rischio e volatilità. I risparmiatori mostrano sensibilità in termini di valori, ma non sono in grado di tradurli in una domanda specifica di investimenti e in questo devono essere assistiti dai consulenti. Il percorso evolutivo che interessa la Banca prevede di conseguenza un progressivo arricchimento degli strumenti della consulenza sempre più in funzione dell’ottica di sostenibilità. Come mai vi siete affidati a un provider esterno?
Volevamo disporre di un parametro unico e indipendente per misurare i fondi della casa e i fondi di terzi, in modo da fornire ai nostri Family Banker una scala di misura oggettiva per i diversi prodotti di investimento.
Utilizziamo processi strutturati anche per svolgere l’attività di selezione degli asset manager. Verifichiamo
non solo i portafogli dei fondi gestiti, ma anche l’organizzazione del gestore. Il presidio dell’offerta della
Banca viene svolto dalla Direzione Sviluppo Prodotti e Modello di Business con il supporto di un team
dedicato alla sostenibilità, di cui fanno parte Manuela Matuozzo e Francesca Villa. Negli ultimi due anni
armonizzando gli strumenti di gruppo delle diverse società sono stati selezionati solo partner che attuino
processi fortemente focalizzati sull’approccio di sostenibilità e che diano una completa disclosure sul
profilo ESG dei loro investimenti. La condivisione di questo approccio nel Gruppo ha permesso di
individuare le migliori case, come per esempio Baillie Gifford partner per il fondo “dark green” Mediolanum
Global Impact che lo scorso anno ha avuto risultati eccellenti. Inoltre, i rating sono anche la base per individuare le aree che necessitano attività di engagement. In che modo?
Calcoliamo il valore medio dei rating ESG dei fondi che distribuiamo e ci rivolgiamo alle case che hanno
valori più bassi per spronarli a migliorare. Pensiamo sia utile il confronto e cercare di aumentare la
sostenibilità complessiva dei portafogli. Se non lo fanno, limitiamo l’utilizzo di quei fondi. Non lo
escludiamo del tutto però, perché a volte il rating basso è determinato dalla tipologia di prodotto, come nel
caso dei fondi che investono sui mercati emergenti o in titoli illiquidi, per i quali spesso mancano i dati per
una valutazione completa, ma che sono utili per raggiungere un ottimale livello di diversificazione del
portafoglio.
Attualmente la quota dei vostri asset che rientrano nella definizione green secondo la SFDR è di circa il
2%. Gli asset green sono previsti in media al 10-15% delle masse gestite in Europa nei prossimi anni.
Avete un obiettivo di crescita?
Non abbiamo definito un obiettivo puntuale come distributore, perché partiamo sempre da un approccio di
consulenza relativa alle esigenze del cliente. Ma la dimensione citata è ragionevole e coerente con quello
che si vede dall’evoluzione della domanda da parte degli investitori. Già da qualche anno abbiamo posto
maggior focus sulla tematica ESG e due dei nostri 4 prodotti green sono di recente costituzione.
Il tema della sostenibilità è divenuto oramai un elemento strutturale della consulenza finanziaria. La
tendenza è che tutti i prodotti si evolvano per incorporare le tematiche di sostenibilità per cui in futuro non
ci sarà probabilmente più una distinzione tra prodotti buoni e quelli che non lo sono.
Com’è organizzata la struttura di Banca Mediolanum sotto il profilo della sostenibilità?
Come Banca Mediolanum qualche anno fa è stata creata la Direzione Innovability e Value Strategy, guidata
da Oscar Di Montigny, che presidia tutta l’area sostenibilità. Non solo dal punto di vista degli investimenti
ma come gruppo, come banca, incorporando i nostri valori nelle proposte di credito e di protezione. Inoltre
propone nuove iniziative come il lancio di Flowe, società benefit estremamente innovativa in cui la
sostenibilità è intrinsecamente legata al modello di business e che ha avuto molto successo presso i giovani.
Inoltre nelle società prodotto sono stati creati dei team di professionisti focalizzati sulla sostenibilità per
integrare i criteri di attenzione ad ambiente, società e governance nei processi di gestione.