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Natalità in Italia

Moneyfarm: quanto costa crescere un figlio e come non farsi spaventare

Scegliere di avere figli, oggi, richiede non solo straordinaria forza emotiva ma anche un notevole impegno economico: non stupisce, quindi, che – secondo i dati Istat – il tasso di natalità in Italia del 2021 sia sceso dell’1,3% rispetto al 2020, con 399.431 nascite nel corso dell’anno. Recentemente, perfino Elon Musk, il miliardario fondatore di Tesla, è intervenuto a riguardo commentando che “se l’andamento continua così, l’Italia non avrà più persone”. In base all’attuale costo della vita, secondo un’analisi di Moneyfarm, società internazionale di consulenza finanziaria indipendente con approccio digitale, crescere un figlio in Italia da 0 a 18 anni comporta una spesa che si aggira in media intorno ai 139.500 euro (oltre 7.000 euro all’anno).

Moneyfarm ha preso in esame oltre 150 voci di spesa e ha calcolato che una coppia di futuri genitori deve mettere in conto di spendere tra i 5.600 e i 19.300 euro ancora prima della nascita di un figlio, per prepararsi al grande evento. Chiaramente, l’ammontare della spesa complessiva dipende molto dalla disponibilità economica di ogni famiglia, come rilevato nella tabella qui di seguito (fascia media – fascia alta).

Fonte: “Quanto costa crescere un figlio?”, Moneyfarm 2021.
I costi dopo la nascita

Dopo la nascita di un figlio i genitori sono poi chiamati ad affrontare altre spese, il cui ammontare è destinato a crescere con l’avvicinarsi dell’età adulta e a variare anche significativamente a seconda dell’età:

  • 0 – 3 anni > 10.000 euro – 25.000 euro
  • 4 – 5 anni > 10.000 euro – 27.000 euro
  • 6 – 11 anni > 28.000 euro – 48.000 euro
  • 12 – 18 anni > 45.000 euro – 74.000 euro

Per fare qualche esempio, nella fascia di età 6-8 anni tra le voci di costo più pesanti per il bilancio familiare troviamo la mensa scolastica (tra 1.416 euro e 2.040 euro a seconda della fascia considerata), il doposcuola (tra i 510 e i 5.400 euro), le attività sportive (tra i 2.250 e 6.000 euro) e i campi estivi (da 1.185 a 3.510 euro).  

Fonte: “Quanto costa crescere un figlio?”, Moneyfarm 2021.

Qui di seguito, invece, sono elencate alcune voci di spesa, e il relativo ammontare, per la fascia d’età 15-18 anni, quando il costo del mantenimento di un figlio raggiunge il suo picco massimo. In questo caso balzano all’occhio le spese sostenute per lo sport (da 3.000 a 8.000 euro), i corsi di inglese (da 3.600 a 6.000 euro), la paghetta (da 4.160 a 6.240 euro), con un picco per gli studi all’estero, dato che per un anno la spesa varia da 15.000 a 20.000 euro.

Fonte: “Quanto costa crescere un figlio?”, Moneyfarm 2021.

Fortunatamente ci sono anche costi su cui è possibile risparmiare. La spesa per abbigliamento può essere infatti molto elevata (mediamente 10.000 euro), ma la scelta di capi non brandizzati può dimezzare l’ammontare complessivo.

Fonte: “Quanto costa crescere un figlio?”, Moneyfarm 2021.
Fonte: “Quanto costa crescere un figlio?”, Moneyfarm 2021.

Anche la spesa per la tecnologia ha un peso importante sul bilancio familiare: si stima che in media tra i 9.000 e i 18.000 euro (sempre in base alle fasce considerate dallo studio) vadano in computer, cellulari, videogiochi, abbonamenti.

Fonte: “Quanto costa crescere un figlio?”, Moneyfarm 2021.
L’impatto dei costi sulla denatalità: il caso dell’Italia

Quindi, secondo l’indagine Moneyfarm, per crescere un figlio da 0 a 18 anni si possono spendere in totale tra i 96 mila e i 183 mila euro, uno sforzo economico considerevole che rappresenta sicuramente uno dei motivi per cui in Italia sempre meno famiglie scelgono di avere figli.

Un trend, quello della denatalità, cheha avuto inizio oltre dieci anni fa e che è proseguito in modo costante, con un calo medio del 2,8% annuo nel periodo 2009-2019 secondo l’Istat, tanto che dagli 1,44 figli per donna del periodo 2008-2010 si è passati (anche per effetto della pandemia) a 1,24 figli del 2020 e 1,17 del 2021, il dato più basso di sempre. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2021 sono nati 5.461 bambini in meno rispetto ai 404.892 del 2020. Occorre inoltre precisare che l’Italia è tra i paesi europei in cui le donne partoriscono il primo figlio più in là negli anni: mediamente a 31 anni, rispetto ai 28-29 del resto d’Europa.

L’importanza della pianificazione finanziaria

La decisione di avere un figlio è senza dubbio un passo importante per una coppia, non solo dal punto di vista sentimentale ma anche economico. È un traguardo che dovrebbe essere programmato per tempo, in modo da allocare gli investimenti nel modo migliore per soddisfare le esigenze del figlio e per contribuire alla serenità dell’intero nucleo familiare.

Qui entra in gioco il consulente finanziario, insieme al quale analizzare la propria situazione patrimoniale, capire l’ammontare dei risparmi accumulati e l’entità delle entrate e delle uscite in un determinato arco temporale, per poi pianificare gli obiettivi e gli strumenti d’investimento più adeguati in base alle proprie necessità familiari.

Simulazione pratica su un orizzonte temporale di 10 anni

Immaginiamo di impostare un piano di investimento con una soluzione bilanciata: partendo da una somma iniziale di 5.000 euro e associandovi un piano di accumulo di 100 euro al mese, si potrebbero ottenere dopo 10 anni circa 25.000 euro (ipotizzando un rendimento lordo annuo del 6,45%). A seconda delle esigenze, la pianificazione finanziaria permette dunque di individuare la soluzione più adeguata, in termini di strumenti finanziari e di livello di rischio, per raggiungere l’obiettivo prefissato.

“Tra tutte le tappe fondamentali della vita di una persona, creare una famiglia e mettere al mondo un figlio è una delle decisioni che hanno il maggiore impatto sia dal punto di vista emotivo che finanziario”, ha dichiarato Davide Cominardi, Investment Consultant Manager Moneyfarm. “Essendo diventato papà di recente non posso che confermare che l’arrivo di un neonato rivoluziona le priorità e la gestione delle finanze: da quel momento in poi il genitore non può prescindere da una riflessione attenta e lungimirante sulle esigenze che, dalla culla alla maggiore età (e oltre), scandiranno la vita familiare. Occorre ricordare però che le spese, per quanto ingenti, non dovranno essere sostenute simultaneamente e che proprio l’orizzonte temporale di lungo termine dà ai genitori il vantaggio di pianificare una strategia di investimento che sia efficiente dal punto di vista dei costi e, soprattutto, coerente con i propri obiettivi ed esigenze”, ha aggiunto Cominardi.