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Piano 2022-2025

Il piano industriale di Hera punta su transizione energetica, economia circolare e innovazione

Transizione energetica, economia circolare ed evoluzione tecnologica: il piano industriale di Hera al 2025 vede in rialzo tutti i principali target e delinea un’ampia serie di interventi e progetti concreti, in grado di intercettare anche le opportunità di finanziamento del PNRR. In coerenza con le policy nazionali e europee e gli obiettivi dell’Agenda 2030, il piano si articola lungo tre dimensioni: ambientale, socio-economica e innovazione, con azioni per la transizione verde e il digitale, e in grado di generare ricadute positive nei territori.

Il piano industriale appena approvato dal Cda, presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano, consolida quindi l’impegno della multiutility per uno sviluppo equilibrato e sostenibile in tutti i business presidiati, con l’obiettivo di continuare a creare valore per azionisti, territori e comunità servite. Nella dimensione ambientale rientrano le iniziative per la lotta al cambiamento climatico, al fine di traguardare la neutralità carbonica, con interventi per abbattere le emissioni, incrementare la resilienza delle infrastrutture e promuovere l’economia circolare. La dimensione socio-economica mira, invece, alla creazione di “valore condiviso”: in arco piano, il gruppo Hera estenderà la gamma e la qualità dei propri servizi nei territori di presenza storica, ma anche in nuove aree cogliendo ulteriori opportunità di sviluppo per linee esterne. La dimensione innovazione, infine, abbraccia tutte le opportunità legate all’evoluzione tecnologica, con l’obiettivo di incrementare ulteriormente l’efficienza e la qualità dei servizi, e di far evolvere il modello di gestione operativa.

Con un margine operativo lordo previsto a 1,4 miliardi di euro nel 2025, il piano prevede investimenti complessivi per circa 3,8 miliardi nel periodo di riferimento, in media circa 770 milioni all’anno: un incremento pari al 60% rispetto alla media dell’ultimo quinquennio. In generale, sul totale degli investimenti previsti, oltre 1,7 miliardi risultano allineati anche ai criteri con cui la Tassonomia europea identifica le opportunità che contribuiscono agli obiettivi di politica ambientale.

La filiera reti: resilienza, rigenerazione delle risorse e sviluppo di soluzioni per le “clean energy”

In particolare, Hera investirà circa 2,1 miliardi per l’estensione, l’ammodernamento e l’evoluzione delle reti, puntando sull’integrazione delle metodologie più tradizionali con soluzioni tecnologicamente innovative, per garantire resilienza, efficienza e business continuity anche in caso di eventi meteorologici estremi.

Tra gli interventi per una transizione smart, rientrano l’installazione di circa 420.000 contatori elettrici di seconda generazione (2G) che consentiranno una misurazione più puntuale dei consumi. Per quanto riguarda invece la distribuzione gas, oltre alla sostituzione dei contatori in adempimento agli obblighi normativi, proseguirà in arco piano l’installazione dei dispositivi NexMeter, brevettati dalla multiutility e dotati di funzioni di sicurezza avanzate in caso di fughe o terremoti, e di tecnologie che permettono la riduzione delle dispersioni di gas in atmosfera: entro il 2025 ne verranno montati 300.000, di cui 200.000 nella nuova versione in plastica riciclata e già pronti per la misurazione dei blend con “green” gas.

Il settore energy

Al 2025 la marginalità del settore energia ammonterà a 444 milioni, in aumento di 76 milioni rispetto ai 368 del 2020, mentre gli investimenti previsti in arco piano saranno circa 550 milioni. Hera continuerà a impegnarsi per ampliare la base clienti, con l’obiettivo di consolidare il proprio posizionamento come terzo operatore a livello nazionale del settore energy e raggiungere i 4,5 milioni di clienti al 2025.

La gamma dei servizi a valore aggiunto si amplierà con soluzioni per la riduzione dei consumi e nuove proposte integrate legate all’utilizzo delle energie rinnovabili, come il fotovoltaico. La multiutility continuerà, inoltre, a investire nel potenziamento della mobilità elettrica, con l’obiettivo di installare entro il 2025 circa 4.000 punti di ricarica, integrando l’offerta con una serie di prodotti e servizi evoluti.

Filiera ambiente: impianti e progetti per l’economia circolare

In crescita anche il MOL della filiera ambiente, che passerà dai 258 milioni del 2020 ai 380 milioni del 2025, con una previsione di investimenti per quasi 1,1 miliardi nell’arco del piano.

In questo settore, Hera è primo operatore a livello nazionale, con un parco impiantistico di una novantina di strutture e in linea con le best practice europee, in grado di trattare ogni tipologia di rifiuti.

Per la promozione dell’economia circolare riveste un ruolo centrale la controllata Aliplast, leader nel riciclo della plastica, che estenderà il proprio impegno aumentando la capacità degli impianti dedicati al trattamento delle plastiche flessibili (PET e LDPE). Grazie alla partnership con NextChem del gruppo Maire Tecnimont, inoltre, entrerà nel segmento delle plastiche rigide, con la realizzazione a Modena di un impianto innovativo per la produzione di polimeri riciclati di alta qualità, che favorirà l’utilizzo di questi ultimi in alcuni settori, come l’informatica e l’elettronica di consumo, che fino ad oggi hanno potuto usare solo plastiche vergini per i loro prodotti. È inoltre in fase di progettazione un nuovo impianto per il riciclo della fibra di carbonio, che potrà quindi essere riutilizzata per la realizzazione di nuovi manufatti, in particolare nel settore automobilistico. In generale, l’obiettivo è arrivare nel 2025 a incrementare del 125% i volumi di plastica riciclata rispetto al 2017.

Inoltre, Hera prevede nel prossimo quinquennio di raddoppiare la produzione di biometano. Attraverso la NewCo Biorg, nata dalla partnership con il gruppo Cremonini, sarà ristrutturato un impianto a Spilamberto (MO) per produrre biometano e compost da rifiuti organici e reflui agroalimentari, mentre nelle Marche la multiutility sta portando avanti la costruzione di un biodigestore anaerobico da rifiuti organici, generando ricadute positive in un bacino oggi sprovvisto di strutture di questo tipo.

Un ulteriore contributo all’arricchimento della proposta della multiutility e alla copertura territoriale arriverà poi dalle recenti operazioni di M&A nel trattamento dei rifiuti industriali: nel 2021, infatti, Hera ha acquisito il 70% della società friulana Recycla, il 31% della marchigiana Sea e l’80% del gruppo Vallortigara in Veneto.

Dividendi in crescita

Il gruppo prevede, infine, un ulteriore rialzo dei dividendi rispetto a quanto precedentemente previsto (1 centesimo al posto di 0,5), fino ad arrivare al 2025 al 32% in più rispetto all’ultimo dividendo pagato.

Il pagamento dei maggiori dividendi è coerente con la dinamica prevista per gli utili netti per azione, anch’essi in aumento del 5,7% medio annuo fino al 2025.

Uno sguardo anche al 2030

La multiutility ha allungato la prospettiva con una serie di target al 2030. Tra i più rilevanti, quello per il perseguimento della neutralità carbonica. Hera si è data un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 37% nel 2030, passando per il 26% nel 2025 (in entrambi i casi la variazione viene calcolata rispetto al 2019); il target, validato dal network internazionale Science Based Target initiative, considera sia le attività del gruppo sia quelle dei suoi fornitori e clienti, relativamente alla vendita di energia elettrica e gas.

Infine Hera tra gli obiettivi vi sono anche l’aumento della percentuale di riciclo degli imballaggi (dal 73% del 2020 al 76% del 2025 fino a oltre l’80% nel 2030), e la crescita della percentuale di acque reflue riutilizzate (dal 5,1% del 2020 all’8,5% nel 2025 fino al 15% al 2030).