Un grattacielo ecologico

Banca Generali, l’Obiettivo 11, città sostenibili nelle foto di Stefano Guindani

Le tranquille acque del lago Mjøsa sono circondate da verdi colline nella cui vegetazione si mimetizzano poche e sparute abitazioni. Tra queste ce n’è però una che svetta alta nel cielo, il Mjøstårnet, un grattacielo di 18 piani e 85,4 metri d’altezza che sta attirando l’attenzione del mondo per una sua particolarità: è costruito interamente in legno. Parte da qui, a un centinaio di chilometri di distanza dalla capitale norvegese di Oslo, il racconto del quinto episodio di “BG4SDGs – Time to Change”, il progetto ideato da Stefano Guidani in collaborazione con Banca Generali per raccontare lo stato dell’arte dell’Agenda Onu 2030. Il grattacielo norvegese diventa quindi il soggetto da cui l’obiettivo del fotografo prende spunto per indagare a che punto è il percorso di raggiungimento dell’ Obiettivo 11 dell’Agenda 2030,“Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”.

Il Mjøstårnet, inaugurato nel 2019, è attualmente il più alto grattacielo in legno al mondo. Il suo corpo è composto da oltre 2.700 metri cubi di legno ricavato dalle foreste dell’area in cui sorge e in grado di assorbire fino a 1.700 tonnellate di CO2Gli alberi potati per dar vita alla costruzione del grattacielo sono stati sostituiti da altri due alberi.

Il grattacielo Mjøstårnet

L’idea che ha portato alla costruzione di questo grattacielo norvegese è ancora una goccia nel grande oceano rappresentato dal settore edilizio globale. Qualcosa, però, sta iniziando a smuoversi: la tecnica usata per edificare il Mjøstårnet, infatti, prevede la totale assenza di utilizzo di qualunque forma di cemento e acciaio. Inoltre, ogni metro cubo di tronchi impiegato nella struttura contribuisce a sottrarre ben 0,9 tonnellate di anidride carbonica nell’aria. 

In altre parole, questa attività edile non solo non genera emissioni, ma addirittura contribuisce a ridurle fungendo da bacino di stoccaggio. In un mondo alla costante ricerca di soluzioni efficaci per contrastare il cambiamento climatico, il grattacielo norvegese si propone quindi come elemento disruptive per una rivoluzione sostenibile che parte dall’edilizia per estendersi all’ambiente.

“Trovarsi di fronte al Mjøstårnet appaga la vista e si ha anche la sensazione di essere partecipi dell’inversione di rotta verso una meta ecologista”, ha commentato Stefano Guindani, “Credo che questa sia la direzione che dovranno prendere le costruzioni del futuro, per essere sempre più sostenibili dal punto di vista architettonico, estetico, visivo e ambientale”.

Presentato lo scorso 15 settembre 2021 a Milano, “BG4SDGs – Time to Change” proseguirà ora per altri 12 mesi al fine di approfondire tutti i 17 SDGs. Per ciascuno di essi, la chiave adottata dal fotografo sarà duplice: da un lato si punta ad evidenziare l’azione negativa dell’uomo sull’ambiente e sulla comunitàdall’altro come lo stesso genere umano abbia invece una straordinaria capacità di recupero attraverso soluzioni innovative e sostenibili. 

Nella sua ricerca, Guindani spazierà oltre i confini italiani ricercando casi critici e situazioni di eccellenza anche all’estero: Brasile, Norvegia e Australia, ma anche Stati Uniti, Turchia e Kenya. Ad affiancarlo c’è un accompagnatore d’eccezione come Alberto Salza, antropologo noto a livello internazionale, che curerà i testi del progetto e suggerirà alcuni dei progetti da monitorare.