Obiettivo 11 città e comunità sostenibili agenda 2030 | ESG News

Agenda 2030 obiettivo 11

Obiettivo 11: Rendere le città e le comunità sostenibili, sicure ed inclusive

“Rendere le città inclusive, sicure, resistenti e sostenibili”. Sono queste le finalità promosse dall’obiettivo numero 11 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, una serie di impegni sottoscritti il 25 settembre 2015 dai 193 Paesi membri delle Nazioni Unite per trovare soluzioni comuni alle grandi sfide del Pianeta, quali l’estrema povertà, il cambiamento climatico, le disuguaglianze e il diritto alla salute.

In totale l’Agenda comprende 17 obiettivi (i cosiddetti Sustainable Development Goals, o SDGs), scomposti in 169 target, che i Paesi firmatari si sono impegnati a raggiungere entro il 2030 per migliorare lo sviluppo dell’umanità, tenendo conto in egual misura delle dimensioni economiche, sociali e ambientali.

I primi SDG affrontano le grandi questioni che affliggono il Pianeta, come la povertà estrema, la fame, la salute, l’istruzione di qualità e la parità di genere. L’SDG 11, si focalizza su come affrontare le sfide che affliggono le città di oggi, in particolare garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti, riqualificando i quartieri con i più alti livelli di povertà e sviluppando un sistema di trasporti accessibile e sostenibile. 

Tutti i 17 SDGs sono fortemente interconnessi l’uno con l’altro, ma l’SDG 11 è particolarmente legato agli SDGs legati all’organizzazione dell’uomo sulla terra e alla difesa di alcune risorse naturali. In particolare l’SDG 3 (salute e benessere degli individui), all’SDG 6 (migliore qualità dell’acqua e riduzione dell’inquinamento idrico), all’SDG 9 (infrastrutture resilienti, industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l’innovazione), all’SDG 10 (riduzione delle diseguaglianze), all’SDG 13 (azione contro il cambiamento climatico) e all’SDG 15 (vita sulla terra). 

Come afferma l’UNRIC (Centro Informazioni Regionale delle Nazioni Unite), “il futuro che vogliamo include città che offrano opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base, all’energia, all’alloggio, ai trasporti e molto altro”.

Obiettivo 11: La spiegazione

Oggi metà dell’umanità, ovvero 3,5 miliardi di personevive in città. Secondo le stime attualientro il 2030 quasi il 60% della popolazione mondiale abiterà in aree urbane e l’espansione urbana si concentrerà maggiormente nei Paesi in via di sviluppo (il 95%).

Attualmente, sono più di 830 milioni le persone che vivono in baraccopoli, con un trend in crescita negli ultimi anni. Si tratta di gruppi di baracche ai margini delle grandi città che ospitano persone molto povere, diffusi principalmente in tre aree geograficheEst e Sud-Est Asiatico (370 milioni), Africa Sub-Sahariana (238 milioni) e Asia Centrale (226 milioni). 

Le città sono, inoltre, responsabili del 60-80% del consumo di energia e del 75% delle emissioni di sostanze nocive, nonostante occupino solamente il 3% della superficie terrestre. 

Infine, sono 156 i Paesi che hanno sviluppato politiche urbane nazionalima solo la metà sono in fase di implementazione. 

Se da un lato la rapida urbanizzazione esercita pressione sulle forniture di acqua dolce, sulle fognature, sull’ambiente e sulla salute pubblica, dall’altro l’alta densità delle città può portare efficienza e sviluppo tecnologico, riducendo il consumo di risorse e di energia.

Nel corso della storia umana, le città hanno permesso alle persone di migliorare la loro condizione sociale ed economicatuttavia, persistono molte sfide per mantenere i centri urbani come luoghi di lavoro e prosperità e che allo stesso tempo non danneggino il territorio e le risorse. 

I traguardi dell’Obiettivo

L’SDG 11 comprende 10 traguardi da raggiungere nei prossimi otto anni, i cui progressi vengono misurati da 15 indicatori. I primi sette target puntano a risultati diretti, mentre gli altri servono a creare un contesto favorevole.

Accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti

Il primo traguardo, “entro il 2030, garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e a prezzi accessibili e ai servizi di base e riqualificare gli slum”, è misurato dall’indicatore di performance relativo alla percentuale di popolazione urbana che vive in baracche, insediamenti informali o alloggi inadeguati. In particolare, una famiglia slum è definita come un gruppo di individui che vivono sotto lo stesso tetto senza una o più delle seguenti condizioni: accesso all’acqua potabile e a servizi igienici, nonché una superficie abitabile sufficiente. 

Percentuale di popolazione urbana che vive negli slum, 2018

Fonte: UN-Habitat.

Sistema di trasporti accessibile e sostenibile

Al secondo traguardo, legato ai sistemi di trasporto sicuri, abbordabili, accessibili e sostenibili per tutti, è associato l’indicatore che misura la percentuale di popolazione che ha un accesso conveniente ai trasporti pubblici, per sesso, età e persone con disabilità. 

Urbanizzazione inclusiva e sostenibile

Per misurare il terzo, che recita “entro il 2030, migliorare l’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificazione e gestione partecipativa, integrata e sostenibile degli insediamenti umani in tutti i paesi”, gli indicatori di riferimento sono: il rapporto tra il tasso di consumo di suolo e il tasso di crescita della popolazione; la percentuale di città con una struttura di partecipazione diretta della società civile nella pianificazione e gestione urbana che opera regolarmente e democraticamente. 

L’ultimo traguardo che punta a risultati diretti, l’11.7, vuole fornire un accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e accessibili a tutti. Il traguardo viene misurato dalla quota media della superficie edificata delle città che è spazio aperto per uso pubblico per tutti, per sesso, età, disabili, ma anche dalla proporzione di persone vittime di molestie fisiche o sessuali.

Percezione della sicurezza nelle città (% delle persone che si sentono sicure a camminare da soli di notte nella città in cui vivono)

Fonte: Eurostat.

Proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale 

Il traguardo 4, “rafforzare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo”, ha come indicatore di performance la spesa totale (pubblica e privata) pro capite volta alla preservazione, protezione e conservazione di tutto il patrimonio culturale e naturale. 

Ridurre gli effetti dei disastri naturali e l’impatto ambientale nelle città

L’11.5, “ridurre significativamente gli effetti negativi dei disastri naturali”, ha come indicatori il numero di morti, dispersi e persone direttamente colpite da catastrofi per 100.000 abitanti e la perdita economica diretta in relazione al PIL globale, ai danni alle infrastrutture critiche e al numero di interruzioni dei servizi di base, attribuiti alle catastrofi. 

La proporzione di rifiuti solidi urbani regolarmente raccolti e con adeguato scarico finale sul totale die rifiuti urbani prodotti, e il livello medio annuo di particolato fine nelle città sono gli indicatori che servono per misurare il traguardo 11.6, ovvero “ridurre l’impatto ambientale avverso pro capite delle città”. 

Gli ultimi 3 traguardi

Gli ultimi tre traguardi, quelli volti a creare un contesto favorevole, sono: l’11.a, “sostenere legami economici, sociali e ambientali positivi tra le aree urbane, periurbane e rurali rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale”, che ha come indicatore la percentuale di popolazione che vive in città che attuano piani di sviluppo urbano e regionale e che integrano le proiezioni della popolazione e le esigenze di risorse, per dimensione della città; l’11.b, “aumentare sostanzialmente il numero di città e insediamenti umani che adottano e attuano politiche e piani integrati verso l’inclusione, l’efficienza delle risorse, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la resilienza ai disastri, e sviluppare e attuare, in linea con il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030, una gestione olistica del rischio di disastri a tutti i livelli”, viene misurato sia dall’indicatore che riguarda il numero di Paesi che adottano e implementano strategie nazionali di riduzione del rischio di disastri in linea con il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030, sia dalla percentuale di governi locali che adottano e attuano strategie locali di riduzione del rischio di disastri in linea con le strategie nazionali; infine, l’11.c, “sostenere i Paesi meno sviluppati nella costruzione di edifici sostenibili e resistenti utilizzando materiali locali”, ha come indicatore la proporzione del sostegno finanziario ai Paesi meno sviluppati che è destinato alla costruzione e all’ammodernamento di edifici sostenibili, resistenti ed efficienti in termini di risorse. 

Lo stato attuale 

Nel mondo

Ci sono ancora molti passi da compiere per rendere i centri urbani più sostenibili, inclusivi e sicuri e per tutelare in modo adeguato il patrimonio culturale e naturale presente nelle città.

Secondo il Sustainable Development Report 2021, infatti, c’è ancora una certa discrepanza tra il sostegno politico espresso per gli SDGs e l’integrazione degli obiettivi nei processi strategici di politica pubblica, in particolare nei bilanci nazionali. Meno della metà dei Paesi intervistati nel Report (20 su 48) menziona gli SDGs o usa termini correlati nel loro ultimo documento di bilancio ufficiale, e solo la metà di questi include gli SDGs in una sezione dedicata dei loro bilanci nazionali o in una linea di bilancio dedicata. 

L’SDG 11 non fa eccezione. Secondo l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), è sempre più necessario che i governi subnazionali implementino delle politiche adeguate a soddisfare i traguardi previsti dall’SDG 11. 

Fonte: The SDG Index and Dashboards 2021.

Per accelerare nella realizzazione di queste politiche, le azioni regionali e locali devono mirare a ridurre l’inquinamento urbano, rafforzare l’accesso al trasporto pubblico e alla mobilità e incrementare l’accessibilità degli alloggi. Le misure politiche potrebbero essere considerate come indicatori dell’impegno dei governi locali a raggiungere il triplice obiettivo di essere economicamente produttivi, socialmente inclusivi e sostenibili dal punto di vista ambientale. 

Il SDSN (Sustainable Development Solutions Network) sta lavorando a un nuovo progetto su “Il futuro dei trasporti e dell’uso del territorio nella città digitale” per identificare come gli strumenti di progettazione urbana e le nuove fonti di dati e modelli possano aiutare a informare la mobilità urbana e le strategie di uso del territorio nell’era digitale e sulla scia della pandemia COVID-19.

Da numerose ricerche, infatti, emerge chiaramente che la pandemia ha avuto un forte impatto sulla mobilità urbana, l’uso del territorio e i sistemi di trasporto sia nei paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo, destinato a durare nel tempo. 

In particolare, UN-Habitat sta supportando i governi nazionali e locali per aiutarli a rispondere e a riprendersi dalla pandemia. Nello specifico, il piano di risposta, su base locale, nazionale e globale, mira a sostenere i governi locali, fornire dati urbani, fare una mappatura dettagliata dei bisogni, mitigare l’impatto economico e avviare la ripresa. 

In Italia 

Per quanto riguarda la performance dell’Italia rispetto all’Obiettivo 11, stando ai dati diffusi dall’ASviS nel Rapporto 2021 su Città e Comunità Sostenibili e dall’Istat nel Rapporto SDGs 2021, il Paese deve ancora migliorare sotto diversi aspetti.

L’Italia, infatti, si posiziona, nel 2019, al di sotto della media europea, soprattutto a causa del maggiore tasso di sovraffollamento delle abitazioni (28,3% contro il 17,1% dell’UE) e a una maggiore esposizione alle Pm10 (25,5 μg/m3 rispetto a 20,5 dell’Ue).

Come sottolinea l’ASviS, il Goal 11 dell’Agenda 2030 è al centro delle azioni previste dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Il fondo complementare al Pnrr, infatti, prevede 2 miliardi di euro di investimenti per migliorare l’efficienza energetica, la resilienza e la sicurezza sismica, nonché la condizione sociale nel patrimonio residenziale pubblico.

Tra le politiche nazionali messe in atto a sostegno del Goal 11, negli scorsi mesi è stato riavviato il Programma straordinario per le periferie, con erogazioni di importi medi di oltre 30 milioni di euro al mese. È partita inoltre una linea di progetti di rigenerazione urbana gestiti dal Ministero dell’interno che ripartisce le risorse (8,5 miliardi di euro per Comuni capoluogo o con popolazione superiore a 15.000 abitanti) secondo le richieste dei Comuni. 

Per il disagio abitativo, la principale strategia messa in atto in Italia è la dotazione di edilizia residenziale pubblica, sebbene il ridotto impegno finanziario pubblico veda il Paese svantaggiato rispetto agli altri Stati europei. Secondo gli ultimi dati, infatti, sono oltre 1,1 milioni le famiglie che si trovano in condizione di disagio abitativo, acuto o grave.

Per quanto riguarda le politiche per l’abitare, il Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare) non contiene ancora obiettivi quantitativi. Tuttavia, per sostenere le fasce più deboli della popolazione è stata decisa la sospensione delle rate dei mutui prima casa nel corso del 2021, insieme al rifinanziamento dei fondi di sostegno alla locazione e per le morosità incolpevoli e ad alcuni contributi istituiti per l’emergenza Covid-19.

Sono stati inoltre adottati interventi per mitigare gli effetti della pandemia sul trasporto pubblico, in particolare sono stati destinati alle linee metropolitane 2,7 miliardi di euro nel triennio 2021-2023 e sono stati stanziati 550 milioni per il rinnovo degli autobus (50% al Sud) e 1.550 milioni per le linee ferroviarie regionali (80% al Sud). Infine, è stata resa obbligatoria la figura del mobility manager, nuova figura che promuove e realizza interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone, anche collaborando all’adozione del piano di mobilità sostenibile.

Nel corso del 2021, inoltre, sono stati rinnovati sostegni per diverse categorie di operatori in ambito artistico e culturale ed è stato regolato il rilascio di voucher per spettacoli e ingressi a musei sospesi per l’emergenza sanitaria.

Per quanto riguarda il miglioramento della qualità dell’aria, il Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr stabilisce l’erogazione di 105 milioni di euro per gli anni 2022-2024.

Fonte: ASviS 2021.

Se si guarda l’indicatore composito nazionale del Goal 11, si nota un andamento altalenante: nel 2020 il valore è simile a quello osservato nel 2010. Ciò è dovuto alla compensazione di andamenti opposti osservati in alcuni indicatori: migliorano i superamenti del valore limite giornaliero previsto per il Pm10 (-45,7 % dal 2012 al 2019) e diminuisce la difficoltà di accesso ai servizi (-1,1 % dal 2010 al 2019), mentre peggiora l’offerta del trasporto pubblico locale (-7,2 % dal 2010 al 2019), l’abusivismo edilizio (+5,4 % dal 2010 al 2020) e il sovraffollamento delle abitazioni (+4 % dal 2010 al 2019). Infine, la quota di rifiuti urbani conferiti in discarica è stabilmente in diminuzione al livello nazionale dal 56,8% del 2006. Nel 2019, infatti, la parte conferita in discarica è pari al 20,9% del totale, in riduzione rispetto all’anno precedente (21,5%), con andamenti simili per il Nord e il Mezzogiorno.

Persone che vivono in abitazioni sovraffollate, per genere, classi d’età, cittadinanza, grado di urbanizzazione (valori %), anni 2018-2019

Fonte: Istat. 

In seguito allo scoppio della pandemia, si è registrato anche un incremento dell’indicatore relativo alla quota di persone che si spostano abitualmente per raggiungere il luogo di lavoro con mezzi privati, che nel 2020 raggiunge il massimo valore della serie storica (75%). Il 30,2% delle famiglie, infatti, nel 2020 dichiara di avere molta difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici di trasporto nella zona in cui risiede, con una riduzione rispetto all’anno precedente del 33,5%. Nel 2020 si registra anche un peggioramento dell’indice relativo alle Pm10 principalmente a causa, secondo le stime dell’Ispra, della minore piovosità sia a gennaio sia nel periodo tra ottobre e dicembre, rispetto allo stesso periodo del 2019. 

L’ASviS, per migliorare le condizioni delle città italiane, presenta diverse proposte, tra cui: l’approvazione di una norma per la costituzione di un’unica cabina di regia per la rigenerazione urbana presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims); il superamento della logica dei soli bandi al fine di contrastare il disagio abitativo; la costituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione abitativa;l’impulso al trasporto rapido di massa nelle aree urbane; la connessione degli incentivi per i veicoli a basse emissioni al reddito; il superamento dei limiti presenti nella Strategia nazionale per le aree interne grazie a strumenti innovativi di pianificazione; per una miglior qualità dell’aria, adottare una diversa governance che coinvolga con maggiore decisione il livello nazionale e affronti temi quali la produzione di energia, il sistema dei trasporti, le principali filiere produttive; l’estensione dei finanziamenti per la riforestazione urbana a tutti i comuni ed enti territoriali italiani e il sostegno di tali politiche di incremento del capitale naturale delle città attraverso una pianificazione specifica per il verde.

Infine, nel contesto italiano è interessante citare una recente iniziativa di Enel X che ha creato una metrica per misurare il grado di sostenibilità delle città, attraverso la fornitura di servizi innovativi, tra cui le ricariche per l’auto elettrica, i pannelli solari, i servizi innovativi per le aziende come il demand response o gli e-bus e metriche come il Circular City Index o il Sustainability Report. Questi progetti di Enel X hanno come obiettivo finale quello di rendere i servizi accessibili alle pubbliche amministrazioni, per rendere le città sempre più consapevoli nel processo per diventare più sostenibili.