Per 7 italiani su 10 (68%) l’impatto della condizione lavorativa sul benessere mentale e psicologico è rilevante. Tuttavia, solo il 29% dichiara di percepire un significativo impegno della propria azienda per il miglioramento della propria condizione e l’incremento del wellbeing. È quanto rileva l’edizione 2024 dell’Osservatorio Welfare di Edendred Italia da cui emerge che il 76% dei dipendenti intervistati ha provato, nella recente esperienza lavorativa, almeno un sintomo attribuibile al burnout. In particolare tra i principali stati vissuti, il 35% ha indicato una sensazione di sfinimento, percentuale che sale al 43% tra i Millennials, nonché un calo dell’efficienza lavorativa (30%), dato che cresce fino al 38% per la Generazione Z.
Tra i segnali di più generico malessere lavorativo, invece, il 50% dichiara di lavorare in modo strettamente commisurato a quanto riceve per non sentirsi sfruttato, mentre il 42% afferma di lavorare il minimo indispensabile il lunedì per contrastare la sindrome da weekend. Un 34% indica come segnale di malessere l’invio di candidature “a raffica” per trovare un nuovo lavoro e “scappare” da quello in cui si trova, dato che sale al 42% per i Millennials.
Questi dati sono stati presentati e discussi durante il Welfare Forum, l’evento organizzato da Edenred Italia dedicato al welfare aziendale e alle risorse umane. Dedicato al mondo HR, l’appuntamento è stata l’occasione per fare il punto sugli attuali scenari lavorativi: dalle risposte ai nuovi bisogni delle persone, agli sviluppi normativi fino al welfare di domani. L’evento, presentato dalla giornalista e conduttrice Mia Ceran, ha visto la presenza dello scrittore Gianluca Gotto e dell’avvocato e divulgatrice di diritto Francesca Florio. Hanno poi avuto modo di raccontare le loro best practice relative alle politiche aziendali di people care Virginia Gambella, Responsabile People Care di Autostrade per l’Italia, e Simone Giovarruscio, People Development & Culture Director di SIAE. In chiusura, una tavola rotonda dal titolo Welfare aziendale e lavoro: trend, sviluppi e soluzioni, un momento di incontro tra esponenti delle istituzioni e della politica, come Emmanuele Massagli, Presidente Aiwa, e rappresentati di aziende come Alfonso Esposito, Direttore Personale e Organizzazione di EAV, e Cristina Chiappetta, Expertise & Future HR Manager di SACE.
Solo 1 dipendente su 2 soddisfatto della propria condizione
Secondo l’Osservatorio Welfare, appena un lavoratore su due si dichiara appagato dalla propria condizione. La soddisfazione lavorativa, dunque, resta un tema centrale per l’attrattività delle aziende, chiamate alla sfida di ingaggiare quotidianamente i propri dipendenti. L’engagement per i lavoratori si realizza, in particolare, nel sentirsi responsabilizzati per il 62% degli intervistati, nel sentirsi apprezzati per il 52%, coinvolti per il 51%, mentre motivati (43%) e valorizzati (37%) sono le ultime due voci per importanza. La presenza di forme di incentivazione nelle aziende è considerata una leva che influisce positivamente sulla motivazione e sulla produttività dei lavoratori (74%) e trasmette in modo concreto l’apprezzamento dell’azienda per il lavoro svolto dalle persone (72%).
Il 68% dei dipendenti pronto a cambiare lavoro per una migliore offerta di welfare
La presenza di un sistema di welfare strutturato e sempre più digitalizzato rappresenta, in particolare, la frontiera per processi di attraction e retention sempre più efficaci nel futuro. La possibilità di poter cambiare azienda per un’altra che offra un piano di welfare più vantaggioso è considerata molto allettante dal 68% del campione e dal 74% di chi è insoddisfatto della propria condizione lavorativa. Tra i concetti più frequentemente associati alle esigenze di welfare aziendale, il work-life balance rappresenta l’ambito principale, indicato dal 25% del campione. Seguono l’incentivazione e premialità con il 15%, il supporto alle famiglie con il 14% e il lavoro flessibile con il 13%.