Obiettivo 2 agenda 2030 porre fine alla fame e garantire accesso a cibo nutriente | ESG News

Sviluppo sostenibile

Agenda 2030, Obiettivo 2: porre fine alla fame e promuovere l’agricoltura sostenibile 

Se l’attuale trend dovesse continuare, il numero di persone che nel mondo soffrono la fame potrebbe superare la soglia degli 840 milioni entro il 2030. Un allarme che arriva dalle Nazioni Unite, e sottolinea che il processo per il raggiungimento del cosiddetto Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 non sta procedendo come dovrebbe.

Il 25 settembre 2015, 193 Paesi delle Nazioni Unite hanno sottoscritto l’Agenda che fissa gli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDG) che dovranno essere raggiunti entro il 2030. Fra questi sono inclusi gli sforzi tesi a porre fine alla fame nel mondo. I dati sono, come accennato, ancora allarmanti. Secondo quanto riportato dall’ONU, circa 795 milioni di persone nel mondo – cioè una persona su nove – sono denutrite.

Asia e Africa erano e rimangono ancora oggi i continenti più colpiti. Qui, infatti, il numero di soggetti denutriti cresce più rapidamente che in ogni altra parte del pianeta. Anche a causa dell’acuirsi della crisi climatica, della pandemia e delle tensioni internazionali più recenti, i numeri sembrano destinati a crescere. Secondo l’Indice Globale della Fame 2021 redatto da Cesvi con il contributo di PwC, al 2021, erano 155 milioni le persone che soffrivano per l’insicurezza alimentare acuta (20 milioni in più rispetto al 2019). I dati sono particolarmente preoccupanti, perché dopo decenni in cui il numero delle persone che soffiano la fame era in netta discesa, dal 2015 si è registrata una risalita dovuta a conflitti, effetti del cambiamento climatico e crisi economiche. Per questo motivo, l’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 è importante proprio perché certifica l’impegno dei Governi ad attuare politiche attive contro una condizione che è fonte di sofferenza per milioni di persone e che entra in contraddizione con la dichiarazione universale dei diritti umani.

Obiettivo 2 Agenda 2030: cosa prevede

L’Agenda 2030 all’obiettivo 2 prevede che la comunità internazionale s’impegni per porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile. Al primo posto, dunque, viene sottolineata l’urgenza di far uscire dallo stato di denutrizione milioni di persone nel mondo nei prossimi anni. La domanda di cibo cresce ogni anno di più con l’aumentare della popolazione globale. Le stime ONU indicano che la produzione alimentare dovrà essere raddoppiata entro il 2050 per sopperire alla richiesta di tutti. Se la scarsità e lo squilibrio nell’allocazione di risorse alimentari è causa di denutrizione, problema altrettanto importante è quello della malnutrizione che colpisce anche i Paesi occidentali. Gli attori internazionali sono, dunque, chiamati a intervenire anche in questa direzione. Per entrambi i problemi, assume importanza fondamentale il sostegno alla produttività agricola e al reddito dei piccoli agricoltori. Infine, per evitare che il raggiungimento dell’obiettivo 2 non gravi sull’ambiente, l’Agenda 2030 comprende anche una serie di istruzioni volte a garantire lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile

I quattro traguardi dell’obiettivo 2 Agenda 2030

Porre fine alla fame e garantire a tutte le persone accesso sicuro a cibo nutriente

Nel periodo che va dal 2014 al 2018, la percentuale di coloro che sono stati toccati da una moderata o severa insicurezza alimentare è cresciuta dal 22,4% al 25,9%. Il primo punto dell’obiettivo 2 è, quindi, quello di eliminare la fame. La sfida è assicurare l’accesso a un’alimentazione sicura, nutriente e sufficiente per tutto l’anno. Il target sono tutte le persone che soffrono a causa della denutrizione: i poveri e coloro che si trovano in situazioni vulnerabili, tra cui i bambini.

Porre fine a tutte le forme di malnutrizione nei bambini sotto i cinque anni di età

L’agenda non manca di porre il focus proprio sui più piccoli. Secondo i dati veicolati dalle Nazioni Unite, prima della pandemia, il 6,9% dei bambini al di sotto dei cinque anni soffriva di deperimento, la percentuale cresce al 21,4% quando si considerano quelli fisicamente sottosviluppati a causa della mancanza di cibo. Secondo i dati diffusi da Save the Children, attualmente, sono 5,7 milioni i bambini sotto i cinque anni a rischio di insicurezza alimentare, un numero del 50% più elevato rispetto al 2019. Di fronte a questi numeri, uno degli obiettivi dell’agenda è quello di eliminare tutte le forme di denutrizione e malnutrizione.  Inoltre, entro il 2025, dovrà essere arrestato il deperimento dei bambini sotto i 5 anni di età. Altre categorie particolarmente sensibili sono le ragazze adolescenti, le donne in gravidanza e in allattamento, le persone anziane.

Raddoppiare la produttività agricola dei produttori su piccola scala

Strumentale per assicurare l’accesso ad alimenti sani e nutrienti è l’agricoltura. Si stima, infatti, che circa il 70% dei soggetti denutriti sopravvivono, direttamente o indirettamente, grazie alla produzione agricola che, dunque, dovrà essere raddoppiata entro il 2030. Gli organismi internazionali dovranno garantire il reddito dei produttori di alimenti su piccola scala. Un’attenzione particolare dovrà essere dedicata alle donne, alle popolazioni indigene, alle famiglie di agricoltori, pastori e pescatori. Oltre all’accesso sicuro alla terra e alle risorse naturali, dovranno essere offerti gli strumenti per creare valore aggiunto e occupazione non agricola.

Garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili 

Chiaramente, lo sforzo dovrà essere attento agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Oltre ai sistemi di produzione sostenibile, occorre applicare pratiche agricole resilienti per conservare gli ecosistemi, e rafforzare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici per migliorare progressivamente il terreno e la qualità del suolo. Altrettanto importante è la tutela della diversità genetica di coltivazioni e animali da allevamento, selvatici o domestici. Dunque, sarà fondamentale accrescere la spesa in infrastrutture rurali, in attività di ricerca e di sviluppo tecnologico, nella divulgazione agricola, nelle banche genetiche di piante e bestiame.