Il 2020 è stato un anno difficile e controverso per quanto riguarda il raggiungimento dei 17 obiettivi delle Nazioni Unite per il benessere e il progresso dell’umanità. Da una parte, infatti, un numero sempre maggiore di aziende e di società di asset management si sta impegnando per adottare i principi stabiliti dall’Onu per il 2030. Secondo uno studio di Kpmg la quota di imprese che legano la propria attività agli obiettivi dell’Onu è passata dal 39% del 2017 al 69% del 2020, con il picco addirittura del 72% se si considerano i principali 250 gruppi della classifica Fortune 500.
D’altra parte nel 2020 è arrivato il Covid-19 a spazzare in un attimo tanti progressi fatti negli anni passati. L’arrivo della pandemia ha infatti peggiorato le condizioni di vita molte persone, anche non colpite in modo diretto dal virus, e ha evidenziato in modo drammatico la distanza ancora presente per quanto riguarda il raggiungimento dei diritti minimi stabiliti dai 17 obiettivi dell’Onu.
Aumento della fame, difficoltà di accedere alle cure, perdita di posti di lavoro, aumento della povertà, maggiori differenze nell’accesso all’istruzione. Sono tutte conseguenze della diffusione del virus, che allontanano il raggiungimento degli obiettivi per il 2030.
Ma se le condizioni delle persone sono peggiorate, il Pianeta ha tratto beneficio dalla forzata pausa alle attività imposta dal virus. A livello globale le emissioni di anidride carbonica causate dalla combustione di carbone, petrolio e gas sono diminuite del 7% nel 2020 rispetto al 2019, secondo Earth System Science Data.
Un fenomeno che ha riguardato in particolar modo il Nord Italia come ha evidenziato il CAMS, il centro dell’Unione Europea che monitora i livelli di inquinamento dell’aria. “Tra la fine di gennaio e la metà di marzo, i dati CAMS hanno mostrato che i livelli di biossido di azoto inquinante nel Nord Italia sono diminuiti di circa il 10% a settimana” ha rilevato il centro.
Ma questi dati non devono fare cantare vittoria sul fronte della lotta all’emergenza climatica. Sono infatti risultati temporanei che non hanno effetti sul livello di CO2 presente nell’atmosfera che per essere ridotto ha bisogno di interventi strutturali. Quindi è necessario un impegno da parte di tutti per rendere il modello produttivo più sostenibile.
E, nonostante i progressi, c’è ancora molta strada da fare. Anche da parte delle imprese. Basti pensare che, sebbene l’obiettivo 13 sul cambiamento climatico sia uno dei più supportati dalle aziende (il 63% di quelle che si sono poste un obiettivo), ancora un grande numero di aziende non ha pianificato una revisione della propria attività per diventare più sostenibile.
Ma vediamo quali progressi sono stati effettuati nel 2020 per i 17 obiettivi delle Nazioni Unite.
Obiettivo 1: Sconfiggere la povertà
Il Covid-19 ha causato un aumento del numero delle persone indigenti nel mondo per la prima volta in 22 anni. In pochi mesi il virus ha fatto fare enormi passi indietro alle condizioni di vita di un numero enorme di persone. Secondo le stime del Global Humanitarian Overview 2021 pubblicato dalle Nazioni Unite nel 2020 il numero di persone bisognose di assistenza umanitaria è aumentato del 40% a causa della pandemia di coronavirus. Si tratta in totale di 235 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà assoluta. L’Onu ha calcolato che per portare aiuto ad almeno due terzi di queste persone occorrerebbero circa 30 miliardi di euro.
Obiettivo 2: Porre fine alla fame
Nel 2020 il premio Nobel per la pace è stato assegnato al World food programme a testimonianza di quanto il problema della fame sia ancora di drammatica attualità nel mondo. Secondo il Global nutrition report 2020 una persona su nove al mondo non è nutrita a sufficienza. Un dato che colpisce se raffrontato al fatto che una persona su tre soffre di obesità. Disparità che sono aumentare dalla pandemia. Nel rapporto 2020 sullo Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel mondo si calcola che quasi 690 milioni di persone abbiano sofferto la fame nel 2019, con un aumento di 10 milioni rispetto al 2018 e di quasi 60 milioni in cinque anni. Un quadro non certo positivo, peggiorato dalla pandemia che potrebbe portare alla fame cronica altri 130 milioni di persone entro la fine del 2020. Gli affamati stanno aumentando è il grido di allarme di tutte le associazioni, inclusa Oxfam.
Obiettivo 3: Garantire una vita sana e promuovere il benessere
Chiaramente questo obiettivo è stato messo a dura prova dalla pandemia di Covid-19 che non ha risparmiato nessuno. Il virus ha colpito più duramente le fasce più povere della popolazione anche se, avendo effetti più gravi sulle persone anziane, ha causato più morti nelle nazioni avanzate dove l’età media è superiore. Ma in molte aree del globo le persone continuano a morire di malattie come la tubercolosi, l’Aids e la malaria. La lotta contro il plasmodio ha mostrato buoni risultati con un calo dei decessi del 60% rispetto al 2000. Ma sul fronte della diminuzione della mortalità infantile e materna i progressi sono stati inferiori alle attese. Sono ancora 70 i Paesi dove il tasso di mortalità materna è più alto dei 70 per ogni 100.000 bambini nati vivi a cui le Nazioni unite puntano per il 2030, con picchi superiori a 1000 in Sierra Leone e Ciad.
Obiettivo 4: Garantire un’istruzione di qualità
Sono 773 milioni le persone, giovani e adulti, che nel 2020 non avevano un’alfabetizzazione di base, secondo i dati dell’Unesco. Circa il 10% della popolazione mondiale anche se magari sa leggere e scrivere non sa comprendere un discorso complesso. Anche in questo settore la pandemia ha peggiorato la situazione, con milioni di giovani costretti a rimanere a casa e con la didattica a distanza che ha allargato il gap tra chi aveva i mezzi per potere seguire le lezioni e chi era tagliato fuori.
Obiettivo 5: Raggiungere la parità di genere
Ci vorranno ancora 60 anni di questo passo all’Unione europea per arrivare alla parità di genere. E’ questa la stima dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) che, sulla base di diversi fattori, calcola un punteggio, pari nel 2020 a 67,9 su 100, che negli ultimi anni ha mostrato un progresso di circa mezzo punto all’anno. Un ritmo lento che non consente di arrivare alla parità entro il 2030.
Obiettivo 6: Garantire la disponibilità di acqua e servizi igienico-sanitari
Secondo l’OMS e la quantità minima di cui ogni persona dovrebbe poter usufruire sono 50 litri al giorno. Ad oggi in diversi Stati siamo lontani da tale situazione e con molta probabilità l’obiettivo non sarà raggiunto da nessun Paese aderente entro il 2030.. A oggi un abitante del pianeta su dieci – 785 milioni in tutto – non ha un accesso sicuro all’acqua.
Obiettivo 7: Garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile
Secondo The energy progress report 2020 la porzione della popolazione mondiale con accesso all’elettricità è aumentata dall’83% nel 2010 al 90% nel 2018, il che significa che oltre 1 miliardo di persone ha acquisito questo servizio essenziale. Eppure, 789 milioni di persone – l’85% nelle aree rurali – erano prive di elettricità nel 2018.
Per raggiungere l’obiettivo dell’accesso universale all’elettricità entro il 2030, il tasso annuo di elettrificazione deve aumentare dagli attuali 0,82 punti percentuali a 0,87 per il 2019-2030. Al ritmo attuale di progresso, 620 milioni di persone non avrebbero ancora accesso a elettricità nel 2030, senza tenere conto delle interruzioni causate dal Covid-19.
Obiettivo 8: Promuovere un lavoro dignitoso e una crescita economica
Più di 200 milioni di persone al mondo non hanno una fonte di guadagno, soprattutto giovani. Una situazione impattata direttamente dal Covid-19 che nel 2020 ha causato cambiamenti bruschi e profondi, rallentando ulteriormente l’economia, con un impatto negativo sul mercato del lavoro mondiale.
Obiettivo 9: Imprese innovazione e infrastrutture
L’Europe 2020 strategy, proposta dalla Commissione europea nel 2010 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva puntava a uno sviluppo delle spese in R&D al 3% del Pil. Al 2017 solo 4 stati (Austria, Svezia, Germania e Danimarca) avevano superato tale soglia. La crisi del Covid-19 ha segnato una battuta di arresto nel 2020.
Obiettivo 10: Ridurre le disuguaglianze
Nonostante alcuni segnali positivi, ci sono ancora profonde disuguaglianze all’interno dei Paesi e tra le Nazioni e la crisi del Covid-19 sta peggiorando il divario. Per ridurre le differenze all’interno di uno stesso Paese si richiede un tasso di crescita duraturo del reddito del 40% della popolazione più povera. I progressi più evidenti sono in Asia orientale e sudorientale, con un progresso del 4,9% ogni anno dei più indigenti.
Confrontando invece il Prodotto Nazionale Lordo per abitante del 2012 con quello del 2020, è possibile notare un sensibile miglioramento a livello globale, con una crescita del numero di Paesi con redditi nelle fasce superiori.
Obiettivo 11: Rendere le città e le comunità sostenibili
La pandemia sta colpendo più duramente gli abitanti delle città con oltre il 90% dei casi di Covid-19 che si verifica nelle aree urbane. Anche prima della pandemia, la rapida urbanizzazione ha fatto sì che 4 miliardi di persone nelle città del mondo dovessero affrontare un peggioramento dell’inquinamento atmosferico, infrastrutture e servizi inadeguati e un’espansione urbana non pianificata. Inoltre, oltre 1 miliardo di persone vive nelle baraccopoli. Una quota pari nel 2018 al 24% della popolazione urbana, dato in crescita dal 23% del 2018 con un’inversione di tendenza dopo il calo degli anni precedenti.
Goal 12 Garantire modelli di consumo e produzione responsabili
L’economia circolare e l’attenzione al riciclo dei rifiuti hanno visto una maggiore attenzione nel 2020. Tuttavia, secondo un report dell’Ocse sul trattamento dei rifiuti, il futuro ci metterà davanti a scenari differenti a seconda dei provvedimenti presi. Se si andrà avanti secondo i modelli di consumo attuali e, stimando un aumento della popolazione mondiale, la produzione dei rifiuti si triplicherà entro il 2060. Nello scenario più virtuoso i rifiuti di plastica domestici si dimezzeranno al 5% dei rifiuti solidi urbani entro il 2040.
Goal 13 Lotta contro il cambiamento climatico
Gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti. E nel 2020 incendi, alluvioni, scioglimento dei ghiacciai hanno nuovamente testimoniato dove si sta andando. Entro il 2050 più di 140 milioni di persone potrebbero essere costrette a migrare per evitare gli effetti del cambiamento climatico. Nel 2020 Joe Biden dopo l’elezione alla Casa Bianca ha promesso che riporterà gli Stati Uniti tra i 197 paesi hanno firmato l’accordo di Parigi per fermare l’innalzamento delle temperature sotto i 2ºC. Una decisione significativa visto l’importante peso delle emissioni degli Stati Uniti. Se non si farà nulla le emissioni dovrebbero raggiungere le 55-58 giga tonnellate all’anno, entro il 2030. E sebbene la minore attività economica dovuta a COVID-19 ha ridotto le emissioni nel 2020, ciò sarà probabilmente un trend temporaneo. Combattere la climate change e raggiungere il Net-Zero entro il 2050, significa investire specialmente nella transizione energetica, secondo uno studio di McKinsey del dicembre 2020, solo per i paesi UE servono investimenti pari a circa 28 trilioni di euro nei prossimi 30 anni.
Goal 14 Conservare la vita sott’acqua
Oggi, il 40% degli anfibi, il 30% dei pesci d’acqua dolce e oltre il 30% delle barriere coralline e dei mammiferi marini sono minacciati. I pesci marini sono la principale fonte di cibo per circa 1 miliardo di persone, inoltre i mari sono grandi assorbitori di CO2.
Goal 15 Proteggere la vita sulla terra
La perdita della biodiversità è una delle minacce del nostro tempo. Secondo l’Accademia nazionale della scienza degli Stati Uniti nel 2020 le specie animali sull’orlo dell’estinzione sono 515. Un processo in aumento, inoltre l’estinzione di una specie può alterare un bioma mettendo a rischio altri animali. La deforestazione è una minaccia particolarmente grave per la fauna selvatica perché le foreste costituiscono una delle principali fonti di biodiversità sulla terra. Non solo, come dimostra il caso del Covid-19, l’invasione da parte dell’uomo di zone di foreste e spazi dove vivono animali selvatici può favorire la circolazione di virus sconosciuti.
Goal 16 promuovere società pacifiche, fornire l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni forti
Secondo il Word food programme quasi il 60% dei 690 milioni di persone che hanno fame al mondo vive in aree colpite da conflitti armati. Sono i conflitti il singolo maggiore ostacolo al raggiungimento di fame zero. Istituzioni forti, efficaci, trasparenti e responsabili sono essenziali per lo sviluppo sostenibile e fondamentali per fornire servizi ai propri cittadini. Nel 2020 i governi di tutto il mondo si sono trovati sotto pressione durante la gestione delle ricadute e delle conseguenze della pandemia da COVID-19.
Goal 17 Rafforzare la collaborazione attraverso partnership per raggiungere gli obiettivi
La partnership globale è uno strumento essenziale dello sviluppo sostenibile. Guardare insieme agli stessi obiettivi, rende la vita sulla terra un momento di scambio e arricchimento anche da un punto di vista materiale.