Definizione e Significato di Agricoltura sostenibile | ESG News

Sustainable Agrifood System

Agricoltura sostenibile: un must per sicurezza alimentare e climate change

“Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile”. Così recita l’SDG numero 2 delle Nazioni Unite, che si focalizza sulla ricerca di soluzioni sostenibili per porre fine alla fame in tutte le sue forme entro il 2030 e per raggiungere la sicurezza alimentare. Per raggiungere questo obiettivo, la diffusione di un’agricoltura sostenibile è un punto cruciale. 

In questo contesto, è inoltre necessario incrementare gli investimenti tramite la cooperazione internazionale per sostenere la capacità produttiva dell’agricoltura nei Paesi in via di sviluppo. Sono i Paesi economicamente più vulnerabili, infatti, quelli che vengono colpiti per primi da shock negativi esterni, com’è evidente in questo momento storico caratterizzato dal conflitto in Ucraina. 

È ormai noto, infatti, che Russia e Ucraina sono due tra i principali Paesi esportatori di cereali (grano, mais e altro), oltre che di oli vegetali. La Russia, poi, è tra i maggiori esportatori di fertilizzanti

In seguito allo scoppio del conflitto, secondo il World Food Programme dell’ONU il numero di persone che soffrono la fame nel Corno d’Africa quest’anno potrebbe salire da 15 a 20 milioni, mentre in Africa centrale e occidentale più di 40 milioni di persone potrebbero non essere in grado di soddisfare il proprio fabbisogno alimentare. 

Inoltre, secondo l’ultimo monitoraggio dell’indice FAO (Food and Agriculture Organization), i prezzi internazionali degli alimenti hanno raggiunto un picco a febbraio e poi di nuovo a marzo, il secondo incremento più alto nella storia dalla nascita dell’indice nel 1990.  

Fonte: FAO Food Price Index.

“Il numero di persone a rischio di fare la fame era già aumentato da 80 milioni a 135 milioni prima del Covid-19”, ha spiegato David Beasley, Direttore esecutivo del World Food Programme dell’Onu. “Dopo la pandemia, erano 276 i milioni di persone a rischio fame. E ora a causa della crisi in Ucraina, questo numero salirà ancora, a almeno 323 milioni di persone“. 

Cos’è l’agricoltura sostenibile 

Secondo la definizione coniata dall’Agricultural Sustainability Institute dell’UC Davis, l’obiettivo dell’agricoltura sostenibile è quello di soddisfare i bisogni alimentari e tessili della società nel presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.

Nello specifico, sviluppare modelli di coltivazione più sostenibili significa migliorare la produttività e i redditi dei piccoli agricoltori, promuovendo un accesso equo alla terra, alla tecnologia e ai mercati, sistemi di produzione alimentare sostenibili e pratiche agricole resilienti

I principi dell’agricoltura sostenibile 

Metodi di coltivazione sostenibili includono diverse tecniche che cercano di rispettare le risorse naturali. Tra le principali, vanno ricordate:

  • La costruzione di un terreno sano e la prevenzione dell’erosione, ad esempio, tramite i metodi no-till o reduced-till, che prevedono l’inserimento dei semi direttamente nel terreno indisturbato, possono ridurre l’erosione e migliorare la salute del suolo;
  • La corretta gestione dell’acqua;
  • La riduzione dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua;
  • L’aumento della resilienza alle condizioni meteorologiche estreme;
  • La protezione e promozione della biodiversità: ad esempio, la vegetazione naturale lungo i corsi d’acqua o intorno ai campi coltivati possono contribuire a controllare l’erosione, a ridurre il deflusso dei nutrienti, a sostenere le api e altri impollinatori e la biodiversità in generale;
  • La diversificazione delle colture, che può avere diversi benefici, tra cui un suolo più sano e un migliore controllo dei parassiti. Le pratiche di diversità delle colture includono la consociazione (coltivazione di un mix di colture nella stessa area) e rotazioni complesse di colture pluriennali;
  • L’agroforestazione, importante strumento per gli agricoltori delle regioni aride con terreni tendenti alla desertificazione. Essa comporta la crescita di alberi e arbusti tra le colture o i pascoli, combinando le pratiche agricole e forestali per un uso del territorio duraturo, produttivo e diversificato, se affrontato in modo sostenibile.

Un sistema agricolo sostenibile dal punto di vista economico e sociale è quello che consente alle aziende agricole di ogni dimensione di essere redditizie e di contribuire alle economie locali. Un sistema di questo tipo tutela i diritti della prossima generazione di agricoltori e tratta in modo equo i propri lavoratori, promuove la giustizia razziale, crea accesso a cibo sano per tutti e dà priorità alle persone e alle comunità rispetto agli interessi aziendali.

Gli obiettivi dell’agricoltura sostenibile 

Per agevolare il passaggio ad un’agricoltura sostenibile, la FAO ha individuato cinque principi generali che combaciano con determinati obiettivi sottostanti. 

Aumento del valore aggiunto nei sistemi alimentari 

Modificando le pratiche attuali si può fare molto per migliorare la produttività di diversi sistemi di produzione alimentare e agricola. La produttività dovrà continuare ad aumentare in futuro per garantire un’offerta sufficiente di cibo e altri prodotti agricoli. Tuttavia, ciò deve avvenire limitando l’espansione dei terreni agricoli e salvaguardando e valorizzando l’ambiente: questo è il fulcro della trasformazione necessaria per realizzare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari. In passato l’efficienza della produttività è stata espressa soprattutto in termini di resa (kg per ettaro di produzione), ma in futuro l’aumento della produttività dovrà considerare più dimensioni. I sistemi di produzione intelligenti dal punto di vista idrico ed energetico diventeranno sempre più importanti con l’aumento della scarsità d’acqua e con l’agricoltura che dovrà cercare di ridurre le emissioni di gas serra. Questo avrà un effetto anche sull’uso di fertilizzanti e altri input agricoli.

In questo ambito, le azioni da intraprendere e tenere in considerazione sono: facilitare l’accesso alle risorse produttive, ai finanziamenti e ai servizi; collegare i piccoli agricoltori ai mercati; incoraggiare la diversificazione della produzione e del reddito; costruire le conoscenze dei produttori e sviluppare le loro capacità. 

Protezione e miglioramento delle risorse naturali 

La produzione alimentare e agricola dipende dalle risorse naturali e quindi la sostenibilità della produzione dipende dalla sostenibilità delle risorse stesse. Pertanto, l’obiettivo principale deve essere ridurre gli impatti negativi e migliorare lo stato delle risorse naturali. Se da un lato l’intensificazione ha effetti positivi sull’ambiente grazie alla riduzione dell’espansione agricola e alla conseguente limitazione dell’invasione degli ecosistemi naturali, dall’altro ha anche un impatto potenzialmente negativo sull’ambiente. Il modello più diffuso di agricoltura intensiva prevede un uso intensivo dei fattori di produzione agricoli, tra cui acqua, fertilizzanti e pesticidi. Lo stesso vale per la produzione animale e l’acquacoltura, con conseguente inquinamento delle acque, distruzione degli habitat d’acqua dolce e distruzione delle proprietà del suolo. L’intensificazione ha portato anche a una drastica riduzione della biodiversità delle colture e degli animali. 

È necessario un cambio di paradigma e per farlo bisognerebbe perseguire i seguenti obiettivi: migliorare la salute del suolo e ripristinare il territorio; proteggere l’acqua e gestirne la scarsità; integrare la biodiversità e proteggere le funzioni degli ecosistemi; ridurre le perdite, incoraggiare il riutilizzo e il riciclo e promuovere il consumo sostenibile.

Miglioramento dei mezzi di sussistenza 

Garantire ai produttori un adeguato accesso e controllo delle risorse produttive e affrontare il divario di genere può contribuire in modo significativo a ridurre la povertà e l’insicurezza alimentare nelle aree rurali. L’agricoltura è la più intensiva di tutte le attività economiche e fornisce una fonte di sostentamento a famiglie rurali per un totale di 2,5 miliardi di persone. Tuttavia, la povertà è eccessivamente associata all’agricoltura, che è tra le attività più rischiose. 

L’agricoltura può diventare sostenibile solo se offre condizioni di lavoro dignitose a chi la pratica, in un ambiente sano e sicuro dal punto di vista economico e fisico. Per questo, è necessario dare potere alle persone e combattere le disuguaglianze, promuovere diritti di proprietà sicuri per uomini e donne, utilizzare gli strumenti di protezione sociale per aumentare la produttività e il reddito, migliorare la nutrizione e promuovere diete equilibrate

Accrescimento della resilienza 

Eventi climatici estremi, volatilità dei mercati e conflitti civili compromettono la stabilità dell’agricoltura. Anche le politiche, le tecnologie e le pratiche che rafforzano la resilienza dei produttori alle minacce contribuirebbero alla sostenibilità. Diversi segnali nel recente passato hanno illustrato i rischi che gli shock possono rappresentare per l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca. L’aumento della variabilità climatica, associata o meno ai cambiamenti climatici, ha un impatto sugli agricoltori e sulla loro produzione. Dall’altro lato, l’aumento della volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari ha un impatto sia sui produttori che sui consumatori, che non hanno necessariamente i mezzi per farvi fronte. 

La resilienza diventa quindi fondamentale per la transizione verso un’agricoltura sostenibile e deve riguardare sia la dimensione naturale che quella umana. Pertanto, è fondamentale prevenire e proteggere dagli shock, prepararsi e rispondere agli shock, affrontare e adattarsi ai cambiamenti climatici, rafforzare la resilienza degli ecosistemi.

Adattamento della governance del settore alle nuove sfide 

La transizione verso una produzione sostenibile può avvenire solo se c’è il giusto equilibrio tra iniziative del settore pubblico e privato, nonché tra responsabilità, equità, trasparenza e stato di diritto. L’agricoltura è un’attività economica guidata dalla necessità di chi la pratica di trarre profitto e di assicurarsi una vita dignitosa dalle sue attività. Ad agricoltori, pescatori e silvicoltori devono essere forniti i giusti incentivi per sostenere l’adozione di pratiche appropriate sul campo. La sostenibilità sarà possibile solo grazie a una governance efficace ed equa, che comprenda ambienti politici, legali e istituzionali adeguati e favorevoli, in grado di trovare il giusto equilibrio tra iniziative del settore pubblico e privato e di garantire responsabilità, equità, trasparenza e stato di diritto.

Per raggiungere questi obiettivi, è necessario migliorare il dialogo e il coordinamento delle politiche, rafforzare i sistemi di innovazione, adattare e migliorare gli investimenti e i finanziamenti, rafforzare l’ambiente favorevole e riformare il quadro istituzionale.

Esempi di agricoltura sostenibile 

Dal momento che lo sfruttamento e l’erosione del suolo costituiscono una delle problematiche principali legate ai sistemi agricoli intensivi, con i ritmi di crescita della popolazione attuali sarà sempre più necessario ricorrere ad alternative.

Per questo, negli ultimi anni si è iniziato a parlare di idroponica, aeroponica e addirittura acquaponica, che oltre alla coltivazione di piante include l’allevamento di animali acquatici. Si tratta di metodi di produzione agricola che non prevedono l’utilizzo del suolo.  

Per quanto riguarda l’acquaponica, un progetto interessante è quello della no profit americana GreenWave che, tramite la “3D ocean farming”, una tecnica di acquacoltura rigenerativa, prevede la coltivazione in acqua di alghe e molluschi. 

La coltivazione idroponica, invece, è un metodo di coltivazione in assenza di suolo che ricorre unicamente a soluzioni nutritive minerali disciolte nell’acqua. In Italia, l’agricoltura idroponica viene scelta prevalentemente da start up, di cui una delle più importanti è Sfera Agricola, nata nel 2016 vicino a Grosseto. L’azienda produce due varietà di pomodori e diverse insalate ed erbe aromatiche, tutti privi di nickel. 

Nel caso dell’agricoltura aeroponica, le piante crescono con le radici che fluttuano nell’aria. questo sistema produttivo si sta sviluppando sempre di più, anche perché consente di ridurre il consumo dell’acqua sia rispetto alle coltivazioni tradizionali sia rispetto all’idroponica. In Italia, tra i più noti, vi è l’esempio della start up torinese Agricooltur, nata nel 2018, che ricorre ad un sistema sostenibile da più punti di vista. “Le radici vengono nebulizzate con acqua e sostanze nutritive in un ambiente completamente controllato che riduce quasi del tutto la diffusione di parassiti e malattie tipiche della coltivazione in terra, senza dover impiegare insetticidi o antiparassitari potenzialmente dannosi per la salute dell’uomo, delle piante e dell’ambiente”, si legge sul sito della start up torinese.