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Intervista

Pistoletto: “Con Cittadellarte mettiamo in moto una politica ecosostenibile”

Terzo Paradiso, celebre opera di Michelangelo Pistoletto, rappresenta il passaggio a uno stadio inedito della civiltà planetaria. Una fase in cui l’artificio, che include tutte le seduzioni dell’economia del consumo, e la natura convivono in armonia in un mondo in cui le azioni dell’uomo e le attività economiche non sono più distruttive per il Pianeta. Un equilibrio indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza.

Ideata nel 2003, l’opera mette in campo una sfida intellettuale che è sempre più rilevante e coglie le urgenze a cui crisi climatica e tensioni globali richiamano ogni giorno. Attualità che ha valso a Pistoletto il riconoscimento Protagonisti Cultura + Impresa ricevuto al Salone della CSR e dell’Innovazione sociale 2022.

“Il Terzo Paradiso è il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella visione globale. Il termine paradiso deriva dall’antica lingua persiana e significa “giardino protetto”. Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita” sono le parole con cui l’artista spiega il significato della propria creazione.

E per Pistoletto, che del Terzo Paradiso ha fatto un motore di progetti e idee concreti legati alla sostenibilità, l’umanità è già entrata in questa era di convivenza sostenibile. Ma servono impegno concreto e appoggio di tutti per poterla realizzare completamente.

Un percorso che l’artista piemontese promuove attivamente attraverso i progetti che ruotano attorno a Cittadellarte, la Fondazione con sede in un ex opificio nello storico centro tessile di Biella, simbolo di un nuovo modo di concepire la società e che vuole ispirare e produrre un cambiamento responsabile nella società attraverso idee e progetti creativi.

Questo processo trova un’alleata nell’arte, capace di immaginare infiniti mondi possibili e, essendo creazione, di dare forma al nuovo. E “la novità oggi sta nella sostenibilità”, come affermato dall’artista, che in quest’intervista racconta la sua visione centrata sul connubio tra arte e sostenibilità.

Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura. A che punto siamo secondo lei di questo processo? Arriveremo al Terzo Paradiso?

Credo che ci siamo. Siamo entrati in questa fase per arrivare alla quale lavoriamo ormai da tempo. L’Agenda 2030 dell’Onu è un esempio di come l’umanità abbia individuato il tema e stabilito degli obiettivi da perseguire per raggiungere uno sviluppo sostenibile. Rispetto a quando noi a Cittadellarte abbiamo iniziato ad occuparci del rapporto tra arte e sviluppo responsabile della società, le cose sono andate avanti. Stiamo procedendo, ma non bisogna rallentare. Bisogna fare ancora un grande sforzo e un grande lavoro. Per questo è necessario un costante impegno.

I progetti di Cittadellarte dimostrano come la sua Fondazione sia molto impegnata in questo senso…

Come Cittadellarte abbiamo proposto e messo in moto un sistema ecosostenibile nella politica della Fondazione che stiamo sperimentando nella realtà di Biella, dal 2019 parte del network delle Città creative Unesco. La chiamiamo “demopraxia”’ e l’intento è quello di sottolineare la necessità di passare dall’ideologia dei partiti politici alla pratica della democrazia con l’impegno diretto di tutti.

Il termine “demopraxia” vuole essere un’alternativa – o forse un’evoluzione – della democrazia, che deriva dai termini demos (popolo) e cratòs (governo, potere) quindi potere del popolo, sostituendo il termine cratòs con il termine pratica (in greco praxis).

I 78 comuni della provincia di Biella formano, quindi, quella che abbiamo definito la città arcipelago in cui il tessuto agricolo e quello naturale, che caratterizzano l’area, sono integrati con il tessuto urbano. L’attività della Fondazione è accogliere tutte le diverse attività organizzate che formano la società, quindi aziende, organizzazioni private, associazioni, cooperative e fondazioni, cercando di favorire una loro integrazione per fare sistema. Creiamo le condizioni affinché i “governi” di ogni singola realtà riescano a collaborare, trovando soluzioni per una governabilità comune dando vita a idee e progetti a beneficio di tutto l’arcipelago urbano, all’insegna dei 17 Obiettivi dello Sviluppo sostenibile dell’Onu.

Terzo Paradiso, Biella

Quella della Cittadellarte è un’attività sperimentale che tocca la politica e l’economia, nella convinzione di fondo che la sostenibilità sia assolutamente prioritaria sulle altre componenti della realtà sociale per lo sviluppo verso il futuro. E l’impegno concreto richiede di indirizzare capitali, sforzi culturali e scientifico-tecnici, in un processo in cui l’arte è alleata perché è creazione e noi artisti possiamo immaginare nuovi mondi possibili e insegnare a creare un modo nuovo di concepire la società.

La sua attività artistica è incentrata sul connubio con la sostenibilità, pensa che anche nel sistema arte o in generale in altre realtà artistiche questa concezione sia arrivata?

Con la Cittadellarte abbiamo creato le ambasciate e ora ce ne sono circa 200 sparse in giro per il mondo, che sviluppano e sperimentano ciò che noi stiamo facendo a Biella. Quindi c’è una rete che si sta estendendo sul piano internazionale e che collabora anche alla ricerca di soluzioni pratiche. Direi basta con gli ideali e basta con le accuse e le rivolte, bisogna far proposte: noi ci adoperiamo per farlo.

Terzo Paradiso, La Havana

In occasione del Salone CSR ha ricevuto il premio Protagonisti Cultura + Impresa 2022. In che modo l’arte può dialogare con quello delle imprese nell’obiettivo comune di un mondo in cui regnino armonia ed equilibrio tra artificio e natura?

Le imprese sono determinanti perché creano attività, lavoro e dinamicità ed oggi è fondamentale che siano unite nell’intraprendere insieme un viaggio nuovo verso il futuro attraverso grandi progetti di trasformazione.

Da questo punto di vista, secondo me è importante considerare il concetto di investimento. Nell’Ottocento la rivoluzione industriale vi è stata perché è stato inaugurato un approccio di investimento nuovo rispetto al passato: i capitali sono stati indirizzati verso le novità tecnologiche dell’epoca, finendo per alimentare un sistema che, secoli dopo, è diventato nocivo per il Pianeta e per l’umanità. Quindi dobbiamo ora investire in modo nuovo affinché il sistema del futuro possa essere differente e non distruttivo.

E in questo senso penso all’investimento che l’arte porta nella cultura: un investimento culturale. Proprio nell’impossibilità del progresso che ci troviamo ad affrontare oggi se non cambiamo rotta, possiamo rivolgerci all’arte che, essendo creazione, porta il nuovo. E la novità oggi sta nella sostenibilità.

Terzo Paradiso, Terme di Caracalla, Roma