Anche quest’anno torna a Milano il Salone della CSR e dell’innovazione sociale. La dodicesima edizione del principale evento in ambito di sostenibilità in Italia, promosso da Bocconi, Sustainability Makers, Global Compact Network Italia, ASviS, Sodalitas, Unioncamere, Koinètica, si terrà nella ormai consolidata sede dell’Università Bocconi dal 9 all’11 ottobre e ospiterà oltre 270 organizzazioni in oltre 100 eventi.
Quest’anno il tema del Salone è “Sfidare le contraddizioni”, titolo che è stato scelto per sottolineare come la complessità di tutte le dimensioni della sostenibilità porti in sé tante contraddizioni che prima di essere risolte devono essere comprese.
“In particolare, le imprese che hanno avviato il cambiamento sanno che la strada è ancora in salita ma hanno anche capito che bisogna imparare a leggere i problemi in modo nuovo e vedere la realtà in una prospettiva diversa”, ha dichiarato Rossella Sobrero, presidente di Koinètica e organizzatrice della manifestazione, in questa intervista a ESGnews che anche quest’anno è media partner dell’evento.
Le incoerenze del mondo ESG sono tante e specifiche per ciascuna dimensione della sostenibilità, ambientale, sociale e della governance. In ambito ambientale, ad esempio, “le imprese si limitano a dichiarazioni generiche sul loro impegno per l’ambiente che oggi non servono più”, ha sottolineato Sobrero. Nell’ambito sociale, invece, “non mancano contraddizioni tra quanto le imprese dicono di fare a favore delle persone e quanto realmente realizzano” e sulla governance, ha aggiunto la presidente, “a volte non sono chiari i criteri di governance che dovrebbero invece evidenziare come l’azienda è gestita”. Contraddizioni, queste, che animeranno i dibattiti del Salone, durante i quali i relatori cercheranno di presentare possibili soluzioni.
Sfidare le contraddizioni. È questo il titolo della 12° edizione del Salone della CSR, il principale evento in ambito della sostenibilità in Italia. Dopo l’invito ad “abitare il cambiamento” della passata edizione, quest’anno la luce è puntata sulle complessità della trasformazione sostenibile. Come mai questa scelta?
Il titolo del 2024, “Sfidare le contraddizioni”, è stato scelto per sottolineare che la sostenibilità è complessità: per questo non mancano difficoltà e ostacoli da superare. In particolare, le imprese che hanno avviato il cambiamento sanno che la strada è ancora in salita ma hanno anche capito che bisogna imparare a leggere i problemi in modo nuovo e vedere la realtà in una prospettiva diversa.
Ma fa piacere ricordare che questo titolo è stato scelto dopo un’ampia discussione tra i componenti del Comitato scientifico, 36 docenti che insegnano in diversi atenei italiani, e i rappresentati del gruppo promotore (Università Bocconi, Sustainability Makers, Fondazione Global Compact Network Italia, ASVIS, Fondazione Sodalitas, Unioncamere, Koinètica).
Quali sono le incoerenze del mondo ESG e come superarle?
Se ci riferiamo alla “E” vediamo a volte una scarsa coerenza: le imprese si limitano a dichiarazioni generiche sul loro impegno per l’ambiente che oggi non servono più e rischiano di essere controproducenti. Per esempio, il processo di decarbonizzazione è uno dei temi dove la trasparenza è ancora scarsa.
La “S” di sociale sta diventando sempre più importante ma non mancano contraddizioni tra quanto le imprese dicono di fare a favore delle persone e quanto realmente realizzano. Spesso manca coerenza rispetto, per esempio, alla definizione e alla messa a terra della strategia che dovrebbero favorire l’inclusione partendo dalla parità di genere.
Della “G” si parla ancora poco: a volte non sono chiari i criteri di governance che dovrebbero invece evidenziare come l’azienda è gestita, chi prende le decisioni e chi ne risponde.
Un’edizione del Salone della CSR, quella che si terrà dal 9 all’11 ottobre, che vede centinaia di organizzazioni protagoniste, progetti innovativi e partnership positive, quali sono le novità più importanti di quest’anno?
Anche quest’anno i “protagonisti” del Salone sono tanti: oltre 270 organizzazioni tra imprese, ETS, e altre associazioni. E come sempre il programma culturale è molto articolato con oltre cento eventi e tantissimi relatori.
Tra le nuove attività di questa edizione il Salone CAMP, il 7 e 8 ottobre, che ha l’obiettivo di promuovere un’interazione informale tra soggetti diversi. Progettato e organizzato in collaborazione con Ashoka e The Good Social, Salone CAMP intende favorire ulteriormente il dialogo tra imprese, giovani e organizzazioni della società civile. Saranno organizzati una serie di incontri con modalità diverse come workshop, role play, world cafè.
Un’altra novità è Ideathon, un’iniziativa che rappresenta lo sviluppo degli “Hackathon For Impact” organizzati lo scorso anno con Big Bloom. Il tema quest’anno è come riuscire ad ingaggiare ragazzi diffidenti o indifferenti in azioni concrete per contrastare la crisi climatica. L’attività si svolgerà in quattro ore il 9 ottobre mattina e la proclamazione del team vincitore sarà nella stessa giornata.
Con la CSRD, in Europa è entrata in vigore una normativa solida e che spingerà il mondo produttivo a incorporare sempre più i fattori ambientali e sociali nella propria attività. Riusciranno queste norme a innescare un cambiamento più solido nel modo di operare delle imprese?
È quello che ci auguriamo…
La sostenibilità ormai riguarda tutti, dal mondo produttivo a quello dei professionisti, dei consumatori e degli enti pubblici. Come rafforzare la cultura della sostenibilità?
La sostenibilità deve diventare non un impegno che richiede un grande sforzo ma qualcosa di positivo, una scelta convinta e condivisa. Bisogna puntare sulla responsabilità individuale anche attraverso esempi positivi che possono essere di ispirazione. Per esempio, scegliere di contribuire al miglioramento degli ecosistemi ambientali o rafforzare la coesione sociale della propria comunità non deve essere una scelta obbligata perché si temono conseguenze negative ma una decisione che parte dalla consapevolezza che ogni persona e ogni organizzazione può fare la differenza.
Il tema della cultura si lega a quello della comunicazione, che è importante, ma deve essere veritiera e aiutare alla comprensione. Qual è il quadro della situazione su questo fronte?
La comunicazione sulla sostenibilità può ancora migliorare e assumere anche una funzione educativa: pur non potendo intervenire sulla realtà ha un ruolo decisivo nella percezione del pubblico. I temi sociali e ambientali iniziano ad essere presenti anche nella comunicazione commerciale: le imprese possono far capire come utilizzare correttamente un prodotto, come ridurre gli sprechi e, più in generale, come contribuire alla soluzione dei problemi cambiando abitudini di vita e di consumo.
In un mercato dove prodotti e servizi spesso sono simili per prestazioni e prezzo, per un’impresa comunicare il proprio impegno diventa un fattore importante che può condizionare la scelta d’acquisto.
Dalla sua esperienza vede ancora presenti forme di greenwashing, anche nelle sue declinazioni quali il socialwashing, nella comunicazione aziendale?
Purtroppo, in alcuni casi la comunicazione è ancora troppo ambigua e anche le imprese che stanno facendo un percorso serio verso la sostenibilità rischiano di essere poco credibili. Per evitare il rischio di essere accusata di greenwashing l’organizzazione dovrebbe attenersi a una semplice regola: raccontare sempre e solo la verità. Una comunicazione chiara e trasparente consente alle persone anche scelte di acquisto più consapevoli. Oggi tutte le imprese sono case di vetro esposte al giudizio degli stakeholder e quindi è la trasparenza sta diventando quasi un prerequisito.