Fondi ESG

SFDR, il panorama dei fondi comuni in Europa a un anno dall’entrata in vigore

Un anno fa, il 10 marzo 2021, è entrata in vigore la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), regolamentazione europea che richiede alle società d’investimento di informare i propri clienti e l’Europa in merito all’adozione dei rischi di sostenibilità nei propri prodotti. 

Da allora, il panorama dell’industria europea dei fondi comuni è cambiata notevolmente. È ciò che si evince da un report pubblicato a febbraio 2022 dalla società di servizi finanziari statunitense Morningstar“SFDR Article 8 and Article 9 Funds: 2021 in Review”, che ha fatto il punto della situazione dei fondi classificati sotto gli articoli 8 e 9 del regolamento europeo. 

Secondo i dati di Morningstar, gli asset dei fondi dell’articolo 8 e dell’articolo 9 hanno raggiunto 4,05 trilioni di euro alla fine di dicembre 2021, rappresentando il 42,4% di tutti i fondi venduti nell’UE. In particolare, nel quarto trimestre del 2021 i fondi degli articoli 8 e 9 hanno catturato il 64% degli afflussi di fondi UE, con 81,4 miliardi di euro e sono stati lanciati quasi 200 nuovi fondi artt. 8 e 9 (il 54% dei nuovi lanci di fondi nell’UE). 

Le società di gestione hanno continuato a riclassificare le strategie dall’articolo 6 all’articolo 8 o 9 migliorando così i processi di integrazione ESG. A dominare la scena sono ancora stati i fondi attivi, anche se i prodotti passivi artt. 8 e 9 stanno guadagnando terreno, terminando il 2021 con quote di mercato rispettivamente del 9% e del 17,4%. Nel contesto europeo, i tre asset manager che hanno fornito più fondi artt. 8 e 9 sono Amundi, Nordea e Swedbank. 

Fonte: Morningstar Direct. Dati al 31 dicembre 2021.

 A fornirci un quadro completo dell’andamento dei fondi classificati secongo gli artt. 8 e 9 in Italia è la mappa trimestrale di Assogestioni relativa al quarto trimestre. Al 31 2021, i fondi che promuovono “caratteristiche ambientali o sociali” (art. 8) e i fondi aventi come obiettivo “investimenti sostenibili” (art. 9) hanno raggiunto masse pari a 431 miliardi. In particolare, secondo la mappa, i fondi “light green” (art. 8) hanno superato i 390 miliardi (90% del totale), mentre i “dark green” (art. 9), sono andati oltre i 41 miliardi (10% circa). Inoltre, i flussi confluiti nei fondi sostenibili hanno registrato una raccolta netta di 15,5 miliardi di euro solo nel quarto trimestre. 

In Italia si è distinta particolarmente la società di gestione Eurizon, che a fine anno contava 172 fondi classificati secondo gli artt. 8 e 9 con un patrimonio di 110 miliardi di euro (46% delle masse totali dei fondi).