SFDR e strategie

Morningstar, esplode il numero di fondi art. 8 e 9, salgono i timori di greenwashing

Nel 2021 è aumentato in misura vertiginosa il numero di strategie classificate come ESG (articolo 8 e 9) per effetto dell’entrata in vigore del regolamento SFDR, ma l’accelerazione alimenta anche dei timori di possibile greenwashing, osserva Morningstar.

Dal 10 marzo 2021, giorno dell’introduzione del regolamento sull’informativa sulla sostenibilità nei servizi finanziari, “è esploso il numero di fondi tradizionali che hanno assunto una veste ESG, ossia attenta ai fattori ambientali, sociali e di governance”, osserva Morningstar, stimando che 536 strategie siano state riproposte o abbiano cambiato nome per essere classificate sotto l’articolo 8 o 9 della normativa, che identificano gli investimenti sostenibili. L’articolo 9 indica fondi completamente focalizzati su obiettivi sostenibili, mentre l’articolo 8 identifica quelli che promuovono, tra le altre, caratteristiche di sostenibilità ambientale o sociale, o una combinazione tra le due.

Il dato risulta circa il doppio rispetto a quello del 2020 e rappresenta metà della nuova offerta. Ma è destinato ad aumentare, spiegano da Morningstar, perché molte società stanno lavorando all’aggiornamento dei prospetti e potrebbero quindi classificare i fondi come sostenibili. Inoltre, oltre all’aumento dell’offerta ci si aspetta anche un incremento sostanziale della domanda: in base alla revisione della direttiva Mifid II, infatti, da agosto verrà chiesto ai consulenti finanziari anche di prendere in considerazione le preferenze dei clienti in tema di sostenibilità, e si prevede quindi che un maggior numero di risparmiatori si orienteranno su prodotti ESG, secondo Morningstar.

Alla fine del 2021 il patrimonio dei fondi classificati come articolo 8 e articolo 9 era superiore ai 4mila miliardi di euro, pari al 42,4% dell’intero universo europeo. “Queste strategie sono sulla strada per raggiungere il 50% degli asset complessivi entro metà 2022 o anche prima, dal momento che le società di gestione continuano ad aggiornare i prospetti e lanciare prodotti che rispondono ai requisiti regolamentari”, spiega Hortense Bioy, direttore globale della ricerca sulla sostenibilità di Morningstar. .

Questa è ovviamente una buona notizia, ma secondo la società esperta di rating dei fondi una simile accelerazione impone una certa cautela. Il rischio non è solo il greenwashing, ma anche che questa proliferazione improvvisa possa creare confusione. Bioy sottolinea infatti che l’identificazione dei fondi sostenibili era un esercizio complicato già prima dell’entrata in vigore del SFDR, ma il regolamento ha aumentato in misura notevole il volume delle informazioni ESG nei documenti legali, portando ulteriore confusione. Senza contare l’emersione di alcuni sospetti di greenwashing: “Molti prodotti che si collocano sotto l’articolo 8, per esempio, non sono fondi che classificheremmo indipendentemente come sostenibili”, dichiara Bioy.