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Consob, pubblicato il Report di sintesi della consultazione sul regime volontario della Dnf

La Consob ha pubblicato il Report che sintetizza gli esiti della consultazione relativa alla call for evidence, contenente una serie di domande rivolte agli operatori di mercato per comprendere le ragioni della mancata diffusione del non financial reporting su base volontaria. In particolare, al 31 dicembre 2020 il numero delle società che hanno pubblicato una DNF volontaria era piuttosto esiguo, pari a solo 10 soggetti.

La consultazione era finalizzata a trovare le evidenze dell’utilità della DNF e in particolare elementi su quali siano i benefici derivanti dalla pubblicazione della DNF e se la redazione della DNF possa offrire una maggiore possibilità per le imprese di ricevere finanziamenti o di reperire capitali di rischio.

La Call for evidence prende inoltre spunto dal processo di revisione della direttiva attualmente in atto da parte del legislatore europeo. Come noto, infatti, la Commissione europea, a seguito di una consultazione pubblica conclusasi in data 11 giugno 2020, ha pubblicato lo scorso 21 aprile una proposta di direttiva sul reporting di sostenibilità delle imprese volta a modificare e sostituire la NFRD. Le principali novità introdotte dalla proposta riguardano proprio l’ampliamento dell’ambito di applicazione della disciplina. In particolare, la nuova Direttiva si applicherà:

  • a tutte le grandi imprese come definite dalla direttiva Accounting. Con l’allineamento di tale definizione alla direttiva Accounting, viene meno la soglia del numero di 500 dipendenti riferita agli EIPR e l’obbligo di redazione delle DNF riguarderà tutte le grandi imprese, ivi incluse quelle non quotate;
  • Dal 1° gennaio 2026 inoltre la direttiva sulle DNF si applicherà anche alle piccole e medie imprese che siano quotate su un mercato regolamentato italiano o dell’UE (con eccezione delle microimprese5).

Per le PMI la nuova proposta prevede la possibilità di avvalersi di standard di rendicontazione proporzionati alle capacità e alle caratteristiche di tali imprese.

Le risposte, circa 36, fornite alla consultazione hanno offerto elementi utili per la valutazione degli oneri e dei benefici associati alla pubblicazione della Dnf da parte delle società attualmente non soggette a tale obbligo.

Tra i rispondenti che sono società, il 10,71% sono PMI, mentre l’89,29% sono grandi imprese, tra queste ultime la maggior parte rientra nel novero dei soggetti obbligati alla redazione della DNF. Nonostante la consultazione abbia inteso indagare le problematiche incontrate delle PMI nell’attività di reporting di sostenibilità, si registra che solo una modesta parte di società rispondenti appartiene a questa categoria (circa l’11%). Anche tra le associazioni di categoria solo una ridotta quota di quelle che hanno fornito il loro contributo alla consultazione si può considerare significativamente o esclusivamente rappresentativa delle Pmi.

Fonte: Consob

Riassunto dei principali elementi emersi dalla consultazione

  • Benefici legati alla pubblicazione della DNF: tutti i rispondenti reputano che dalla pubblicazione della DNF derivino benefici sia interni alla società, legati alla razionalizzazione dei propri processi di rendicontazione e le politiche di gestione delle tematiche delle DNF, sia esterni, soprattutto nel rafforzamento del rapporto con gli stakeholders.
  • Problemi legati alla redazione della DNF: il 35% dei rispondenti ritiene che la maggiore difficoltà sia quella di reperire informazioni ai fini della compilazione della DNF e il 25% collega le difficoltà agli eccessivi costi legati alla redazione della DNF anche in ragione dell’impiego di risorse umane con competenze specialistiche.
  • Forte supporto per la standardizzazione delle metodologie di rendicontazione: la maggior parte dei rispondenti sia di quelli obbligati alla redazione della DNF (l’89,5%) sia di quelli non obbligati (85,7%) ritiene che la definizione di standard comuni e di criteri uniformi definiti in via normativa agevolerebbe le imprese tenute alla redazione della DNF e i suoi fruitori, riducendo le problematiche riguardanti l’affidabilità, la comparabilità e la completezza delle informazioni rendicontate. Tali standard dovrebbero comunque concedere dei margini di discrezionalità atti a garantire all’impresa l’inclusione nell’analisi di materialità di ogni informazione ritenuta rilevante e tenere in debita considerazione gli standard di rendicontazione attualmente già in uso.
  • Forte supporto per la definizione di uno standard di rendicontazione semplificato per le PMI: dalla lettura complessiva delle risposte alla consultazione emerge un generale favore per un più ampio utilizzo della DNF da parte delle PMI, al fine di ridurre l’asimmetria informativa e agevolare l’individuazione di informazioni altrimenti difficilmente reperibili. In particolare, tutti quelli che hanno risposto alla domanda relativa al regime semplificato per le PMI, hanno espresso favore verso l’opportunità di introdurre tale regime. Tra questi, il 69% sono soggetti non obbligati alla redazione della DNF, di cui 22% PMI. Solamente una società non obbligata alla redazione della DNF e non qualificata come PMI si è manifestata contraria alla definizione di tale standard non ritenendolo necessario. In particolare, tra le varie possibilità, quella maggiormente apprezzata è sicuramente la definizione di uno standard informativo semplificato per le PMI che potrebbe essere definito anche a livello UE, e che possa essere volontariamente utilizzato dalle PMI che non risulteranno assoggettate all’obbligo di redazione della DNF ai sensi della normativa europea.
  • Moderato supporto per la rimodulazione/eliminazione del regime di vigilanza della Consob per chi redige la DNF volontaria: oltre il 50% delle società non obbligate alla pubblicazione della DNF ha manifestato forti o moderate criticità in relazione all’attribuzione alla Consob della vigilanza sulle società diverse dagli EIP che redigono volontariamente la DNF.
  • Moderato supporto per la rimodulazione/eliminazione del regime sanzionatorio per chi redige la DNF volontaria: oltre il 50% dei soggetti non obbligati alla redazione della DNF ha manifestato l’opportunità di rivedere l’impianto sanzionatorio connesso alle ipotesi di violazione della disciplina.
  • Forte supporto per una maggiore interazione con le entità che emettono rating di sostenibilità: tutti i rispondenti auspicano una maggiore interazione tra le imprese e le società che emettono rating di sostenibilità al fine di semplificare l’individuazione e la lettura delle informazioni e dei dati contenuti nella DNF.

Le evidenze acquisite potranno inoltre fornire elementi utili al legislatore nazionale, sia con riguardo alla concreta applicazione del regime previsto dal decreto per le Dnf volontarie, sia con riguardo alle scelte da compiere nell’ambito del negoziato europeo che si è di recente avviato in merito alla revisione della Direttiva 2014/95/Ue sulla pubblicazione delle informazioni non finanziarie.