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Pacchetto Omnibus

Investitori per 6,6 trilioni di euro mettono in guardia contro allentamento norme UE sulla sostenibilità

Il pacchetto Omnibus che la Commissione Europea dovrebbe introdurre il prossimo 26 febbraio per modificare le principali normative sulla finanza sostenibile e la rendicontazione di sostenibilità, tra cui Tassonomia UE, CSRD e CSDD, potrebbe creare incertezza giuridica, mettere a rischio la competitività economica a lungo termine dell’Europa e danneggiare gli investimenti se le regole venissero riaperte per una revisione completa. Lo sostiene un gruppo di oltre 200 operatori del settore finanziario, che includono 162 tra asset owner e asset manager per un totale di 6,6 trilioni di euro in gestione, che hanno firmato una dichiarazione congiunta chiedendo alla Commissione Europea di “preservare l’integrità e l’ambizione” del quadro normativo sulla finanza sostenibile dell’UE.

L’appello degli investitori, tra cui ci sono gli italiani Anima SGR, Kairos Partners, Nextalia SGR e Sycomore AM, è sostenuto dall’IIGCC (Gruppo di Investitori Istituzionali sul Cambiamento Climatico), dall’Eurosif (Forum Europeo per gli Investimenti Sostenibili) e dal PRI (Principi per l’Investimento Responsabili) che hanno esortato i politici dell’UE a concentrarsi su modifiche mirate agli standard tecnici e a una guida più chiara per l’implementazione.

Stando a quanto annunciato dalla Commissione, il pacchetto Omnibus punta a migliorare la competitività dell’Europa e a semplificare le normative, prevedendo la revisione dei pilastri fondamentali sulla sostenibilità, come la Tassonomia UE, la Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD) e la Direttiva sulla due diligence per la sostenibilità aziendale (CSDDD). Ma gli investitori ritengono che queste normative siano “pilastri fondamentali dell’architettura politica della sostenibilità dell’UE” e cruciali per promuovere la sostenibilità a lungo termine e la crescita economica in Europa. Come spiegato nella dichiarazione congiunta, queste regole consentono agli investitori di prendere decisioni informate per “gestire i rischi, individuare opportunità e, in ultima analisi, riorientare il capitale verso un’economia net-zero più competitiva, equa e prospera.”

Le revisioni, quindi, avvertono gli attori finanziari, devono mirare a ridurre efficacemente gli oneri di rendicontazione e la complessità delle normative, migliorando i requisiti di divulgazione e promuovendo un approccio più coerente alla transizione lungo l’intera catena del valore. Tuttavia, riaprire il dibattito legislativo, revisionando completamente i principali requisiti di sostenibilità, rischia di creare incertezza normativa e potrebbe, in ultima analisi, compromettere l’obiettivo della Commissione di indirizzare gli investimenti a sostegno del Green Deal europeo.

“Mantenendo i principi fondamentali di queste normative e affrontando le sfide di implementazione, l’UE può rafforzare la sua leadership globale nella finanza sostenibile” ha affermato Stephanie Pfeifer, CEO dell’IIGCC.

I firmatari sostengono l’obiettivo generale di semplificare e migliorare la coerenza del quadro normativo dell’UE sulla finanza sostenibile”, ma sostengono che un approccio più efficace sarebbe quello di concentrarsi sulla semplificazione degli standard tecnici e di fornire una guida chiara per l’implementazione.

D’altro canto, affermano gli investitori, la maggiore trasparenza creata da queste normative sta già avendo un impatto positivo, evidenziando che entro il 2024 le aziende europee hanno segnalato 440 miliardi di euro di spese in conto capitale allineate alla Tassonomia, una cifra destinata a crescere significativamente.

Ma con un gap di investimenti stimato tra 750 e 800 miliardi di euro all’anno, le iniziative come il prossimo Clean Industrial Deal, che mira a “garantire la competitività a lungo termine dell’industria europea a zero emissioni nette e la sua resilienza economica”, potrebbero essere compromesse se gli standard di rendicontazione della sostenibilità venissero indeboliti. Si legge nel documento.

“Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e competitività industriale dell’UE, il rapporto Draghi identifica un gap di investimenti annuo di 800 miliardi di euro.” ha dichiarato Aleksandra Palinska, Direttrice Esecutiva di Eurosif, “Il capitale privato è fondamentale per colmare questo divario. Modifiche radicali alle norme prima della loro piena attuazione creeranno incertezza normativa e ostacoleranno il contributo degli investitori alla crescita sostenibile.”

La dichiarazione, inviata alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e ai principali Commissari UE, sottolinea che “l’accesso tempestivo a report di alta qualità è essenziale per informare le decisioni degli investitori, supportando la riorientazione del capitale verso un’economia net-zero più competitiva.”

Le quattro proposte degli investitori

Il gruppo di operatori finanziari e investitori ha individuato pertanto quattro proposte per un approccio mirato al perfezionamento del quadro normativo:

  1. Semplificare gli standard tecnici in base al feedback del settore.
  2. Fornire una guida chiara per l’implementazione, inclusi consigli specifici per settore.
  3. Garantire l’interoperabilità tra gli standard di rendicontazione europei e internazionali.
  4. Sfruttare soluzioni digitali per ridurre gli oneri di rendicontazione e migliorare l’armonizzazione dei dati

“L’Europa avrà bisogno che i settori finanziario e aziendale lavorino insieme per raggiungere obiettivi di competitività economica e climatici. Modifiche radicali durante l’implementazione creano incertezza e rischiano di ostacolare la transizione economica” ha affermato Nathan Fabian, Chief Sustainable Systems Officer del PRI.

I commenti degli asset manager

Secondo Philippe Zaouati, CEO di Mirova, “siamo a un punto di svolta decisivo per la finanza sostenibile. È imperativo rimanere fedeli ai nostri obiettivi di sostenibilità, anche di fronte a crisi geopolitiche ed economiche.”

E per Héléna Charier, Responsabile delle soluzioni SRI presso La Banque Postale Asset Management, “le regole sulla divulgazione della sostenibilità aziendale sono essenziali per consentire agli investitori di allocare efficacemente il capitale verso le aziende e i progetti più sostenibili.”

Pertanto, sottolinea Alexander Burr, Responsabile delle Politiche ESG presso Legal and General Investment Management, il settore ha bisogno di “accesso a divulgazioni di alta qualità, coerenti e comparabili tra i mercati. Un modo efficiente per portare coerenza al quadro normativo sarebbe attraverso gli standard tecnici.”

Quindi, conclude Ophélie Mortier, Chief Sustainable Investment Officer presso Degroof Petercam Asset Management, gli investitori “apprezzano il pacchetto omnibus della Commissione Europea per la sua volontà di semplificare le normative, ma dopo anni di volatilità normativa sugli ESG, chiediamo stabilità, fondamentale per investimenti a lungo termine.”