Eni ha presentato il Piano 2023-2026. La strategia della società guidata da Claudio Descalzi mira a soddisfare ciascuno dei pilastri essenziali del trilemma energetico, raggiungendo quindi la sostenibilità ambientale parallelamente alla sicurezza energetica e all’accessibilità. Questo significherà spingere sulla diversificazione a livello geografico e tecnologico delle fonti energetiche, lavorando al contempo alla creazione di un differente mix energetico e alla riduzione delle emissioni di gas serra, facendo leva su tecnologia e innovazione.
Nel dettaglio, in arco piano Eni ha confermato gli obiettivi di riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 rispetto al 2018, ossia diminuzione del 35% entro il 2030; dell’80% entro il 2040; e net zero entro il 2050. Per quanto riguarda la produzione Upstream, è confermato il target che prevede zero emissioni nette Scope 1 + 2 del segmento entro il 2030, con target intermedio di riduzione del 65% entro il 2025 rispetto al 2018. La produzione Upstream dovrebbe crescere a un tasso medio annuo del 3-4% fino al 2026, per poi stabilizzarsi fino al 2030. La quota di produzione del gas salirà al 60% entro il 2030.
La società del cane a sei zampe sta accelerando il raggiungimento dei propri obiettivi nel settore della bioraffinazione, aumentando il target per Eni Sustainable Mobility a una capacità di oltre 3 MTPA entro il 2025 e di oltre 5 MTPA entro il 2030. Eni prevede inoltre che la capacità di generazione rinnovabile di Plenitude aumenterà a oltre 7 GW entro il 2026 e a oltre 15 GW entro il 2030. La società ha come obiettivo di più che raddoppiare i punti di ricarica entro il 2026 e di aumentare l’EBITDA di Plenitude, per il 2026, di tre volte rispetto al 2022.
Sulla base dello scenario, Eni genererà un CFFO prima del capitale circolante di oltre 17 miliardi di euro nel 2023 e di oltre 69 miliardi di euro nel corso del piano, con un aumento del 25% nel 2026 rispetto al 2023, allo scenario costante del 2023. Questo consente di finanziare organicamente gli investimenti e di potenziare la remunerazione agli azionisti: il dividendo proposto per il 2023 è aumentato del 7% a 0,94 euro per azione e il buyback è fissato a 2,2 miliardi di euro.
Infine, il capex, in dollari statunitensi, è previsto superiore del 15% rispetto al piano precedente, principalmente per nuove opportunità e ampliamento dei progetti caratterizzati da elevati ritorni.
“Il piano conferma la forza e l’efficacia della nostra strategia” ha dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, “Nel 2014 abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione industriale e finanziaria che ci ha progressivamente permesso di creare valore, garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità ambientale. Abbiamo rafforzato la società dal punto di vista finanziario attraverso l’ottimizzazione e la razionalizzazione delle spese, e questo ci permette oggi di presentare forti obiettivi finanziari: un significativo CFFO generato sia dalle nostre attività tradizionali che dal contributo delle attività legate alla transizione; un modello di business a satelliti che ci consente di valorizzare le nostre attività liberando al contempo risorse aggiuntive per gli investimenti nella transizione; e un livello di debito molto basso”.
“Oggi possiamo delineare chiaramente come sarà Eni nel 2030”, ha proseguito l’ad, “le nostre attività Upstream non genereranno più emissioni nette; la nostra produzione di idrocarburi sarà composta principalmente da gas; la nostra capacità di biocarburanti supererà i 5 milioni di tonnellate all’anno; la nostra capacità di energia rinnovabile sarà superiore ai 15 GW. E i nostri investimenti nella tecnologia più rivoluzionaria legata alla transizione energetica – la fusione a confinamento magnetico – saranno prossimi a concretizzarsi nel primo impianto industriale”.
Evoluzione dei business di Eni
Eni proseguirà nella trasformazione dei suoi business tradizionali e nella crescita delle sue nuove attività liberando valore e supportando i suoi clienti nella riduzione delle emissioni, sottolinea in nota. L’Ebit aumenterà progressivamente nel corso del piano quadriennale, raddoppiando nel 2026 rispetto al 2023, e il CFFO ante capitale circolante rappresenterà più del 20% di quello dell’intero gruppo nel 2026.
Eni Sustainable Mobility, costituita all’inizio di quest’anno, che combina la bioraffinazione, il bio-metano e la vendita di prodotti per la mobilità ha l’obiettivo di evolvere in una società multi-servizio e multi-energie, generando e liberando nuovo valore e un Ebitda pari a 1,5 miliardi di euro entro il 2026, con una crescita media annua del 20% rispetto al 2023.
La società del cane a sei zampe prevede inoltre un’accelerazione del target di capacità di bioraffinazione: oltre 3 milioni di tonnellate all’anno entro il 2025, rispetto ai 2 milioni di tonnellate del piano precedente, e oltre 5 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030. In merito, è prevista l’integrazione verticale con l’Upstream come elemento distintivo della strategia di bioraffinazione con 700.000 tonnellate di feedstock entro il 2026.
Plenitude
Plenitude, la società di Eni che integra rinnovabili, soluzioni energetiche per i clienti e una rete capillare di ricarica per veicoli elettrici (EV) sta sviluppando la sua pipeline di progetti rinnovabili e ha raggiunto l’obiettivo al 2022 di oltre 2 GW di capacità installata. La controllata prevede di realizzare oltre 7 GW di capacità installata entro la fine del 2026 e più che raddoppiare la sua rete di punti di ricarica per veicoli elettrici, portandola a 30.000 unità entro la fine del piano.
Dopo aver raggiunto l’obiettivo di oltre 600 milioni di euro di Ebitda proforma nel 2022, la società prevede di triplicare questa cifra fino a 1,8 miliardi di euro nel 2026. Con l’espansione della sua offerta di prodotti e servizi decarbonizzati, Eni prevede che la crescita di Plenitude continuerà a essere significativa, supportata da oltre 11 GW di progetti e opportunità.
Carbon Capture and Storage
Per quanto riguarda il Carbon Capture and Storage (CCS) Eni prevede di raggiungere 30 MPTA di capacità gross di carbonio stoccata entro il 2030. La CCS contribuirà a ridurre le emissioni nette di Eni e a fornire una soluzione per altri emittenti hard to abate, oltre al settore energetico. La società ha in fase di sviluppo progetti che utilizzano giacimenti esauriti, infrastrutture esistenti e indicatori economici definiti. Uno dei più avanzati, Hynet, situato nella baia di Liverpool, è in linea per lo start-up programmato nel 2025 con una capacità di stoccaggio iniziale di 4,5 milioni di tonnellate all’anno. Per Ravenna Fase 1, il cui sviluppo è stato recentemente avviato, lo start-up è programmato per l’inizio del 2024. Eni sta inoltre portando avanti un secondo progetto nel Regno Unito, utilizzando il suo giacimento esaurito di Hewett, potenzialmente pronto per il 2027 e finalizzato alla decarbonizzazione delle aree di Bacton e dell’estuario del Tamigi.